Tema Reddito di Cittadinanza e vincita al gioco: il caso di un uomo con il blocco del sussidio ed un presunto incasso non dichiarato: i dettagli a seguire
Un uomo, improvvisamente, l’estate scorsa, non aveva più ricevuto il Reddito di Cittadinanza: un tema che si lega ad un presunto incasso non dichiarato in relazione a scommesse online: ecco i dettagli sulla vicenda.
C’è sempre grande attenzione quando si parla di Reddito di Cittadinanza, e tanti sono gli elementi da approfondire, come nel caso ad esempio della storia che riguarda G.M. un uomo che l’estate scorsa non aveva più ricevuto la misura e scoperto di una segnalazione della Finanza inerente un presunto incasso. Dell’uomo in questione. In relazione a scommesse online.
A parlarne è Blowing Post, il quale spiega che il soggetto nega di aver puntato denaro sulla rete e si legge che ha anche denunciato il furto dei propri dati.
In sostanza, la Finanza ha scoperto che il soggetto avrebbe vinto del denaro scommettendo online, con la decisione dell’INPS circa la revoca del RdC. A tal punto, la decisione dell’uomo di ricorrere in Cassazione. Sostenendo il fatto di non aver mai giocato online, e che non è a conoscenza di nulla in merito alla presunta vincita.
Poiché il blocco della misura è stato fatto da INPS, e non in sede penale, per i giudici il soggetto in questione avrebbe dovuto rivolgersi alla giustizia amministrativa. Ecco che l’uomo resta senza la misura e dovrà anche occuparsi del pagamento di tremila€ di ammenda.
Tanti gli spunti, in generale, che possono destare interesse quando si parla di Reddito di Cittadinanza, come nel caso della revoca e di quanto tempo serve ai fini di una nuova richiesta.
Tornando invece al tema in questione, come detto approfondito da Blowing Post, la questione riguarda una sorta di pasticcio giudiziario. Con l’uomo che giura e sostiene che non avrebbe commesso nessuna violazione. E che sarebbe venuto a conoscenza della presunta vincita online soltanto dopo la chiamata al call center dell’INPS.
Il blocco del RdC era avvenuto – viene spiegato – il ventisette di agosto con la decisione del soggetto di telefonare a INPS per saperne di più. Gli era stato spiegato da parte degli impiegati che l’adozione del provvedimento era arrivato a seguito di una segnalazione da parte della Finanza. In merito ad una vincita al gioco mai denunciata. Tale presunta vincita, andando a modificare il reddito, avrebbe di conseguenza portato ad un cambiamento circa l’ammontare del Reddito stesso.
Il trenta dello stesso mese il soggetto si era attivato. Per dimostrare la propria buona fede, così come rimarcato dalla difesa, questi aveva presentato una denuncia. Alla Finanza. Riguardo il furto e l’uso illecito dei suoi dati personali. Dal momento che questi non avrebbe mai puntato. E non vinto. Online.
Inoltre, il ventuno settembre il soggetto scriveva all’Agenzia delle dogane ai fini del disconoscimento di ogni account di gioco online esistente e al fine di chiedere la chiusura. Due giorni dopo, spiega ancora Blowing Post, era venuto a conoscenza di essere indagato. Per la violazione delle norme inerente la concessione del RdC. Alcuni giorni dopo, il sei di ottobre, l’uomo aveva fatto richiesta alla Procura circa il dissequestro del suo denaro e quindi del riottenimento della misura. Il Gip però, con accoglimento delle argomentazioni da parte della accusa, disponeva il non luogo a procedere. Dal momento che alcun sequestro era stato disposto. Da parte del giudice penale.
Si legge da Blowing Post e da Palermo Today, che il ricorso alla Suprema Corte riguardava tale ultimo provvedimento. Tuttavia i giudici hanno rimarcato che, quantomeno in tale fase, il ricorso al giudice penale. Non risulta consentito. Posto che la non corresponsione della misura non è dipesa da un sequestro. Preventivo oppure probatorio. Ma soltanto da una iniziativa che è stata adottata in sede amministrativa. Sia pur incidentalmente legata ad una indagine. Di polizia giudiziaria.
Ecco dunque il rigetto dell’istanza del soggetto in questione e la relativa condanna al pagamento di 3mila€.
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