Perché il reddito di cittadinanza si è ridotto? Le cause di riduzione del reddito di cittadinanza sono varie e il più delle volte non dipende da un calcolo errato dell’INPS.
In base alla riduzione del reddito di cittadinanza da un mese all’altro, analizziamo la domanda di un Lettore posta agli Esperti di Trading.it: “Salve, percepisco 370 euro di reddito di cittadinanza anziché 488 come da stima effettuata in giugno 2021 con reddito 2019 di 1.000 euro. Ringrazio della risposta”.
In effetti la risposta è ampia e bisogna verificare varie cause che non sempre sono imputabili ad un errore di calcolo da parte dell’INPS. Ma andiamo per gradi e verifichiamo quali sono le possibili cause.
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Perchè il reddito di cittadinanza si è ridotto?
La riduzione dell’importo del RdC, il più delle volte non dipende da un calcolato errato dell’INPS, ma dall’ISEE. Infatti, per evitare la sospensione del sussidio l’ISEE deve essere aggiornato con i redditi del 2020, da presentare entro il 31 gennaio 2021. Quindi, i redditi del 2019 non sono più validi per la determinazione del calcolo del sussidio ai fini del reddito di cittadinanza.
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Se l’ISEE è variato perché è uscito dal nucleo familiare un familiare o perché i redditi sono più altri rispetto al 2019, si avrà una conseguente riduzione della ricarica del RdC. In alcuni casi quando nell’arco dell’anno si verificano situazioni di decremento della situazione reddituale o patrimoniale (ad esempio la perdita del lavoro) è consigliato fare l’ISEE corrente che permette di ottenere il giusto valore di prestazione dovuto. L’ISEE corrente serve ad aggiornare l’ISEE ordinario e si riferisce alla situazione degli ultimi dodici mesi.
L’errore che molti cittadini commettono e il taglio “non speso”
L’errore più comune è quello di non aggiornare la situazione patrimoniale e reddituale con l’ISEE corrente. Inoltre, a febbraio 2021 è stato attuato un taglio del reddito di cittadinanza che riguarda il valore “non speso”. La conseguenza del taglio operato è l’erogazione di un minore importo dell’importo RdC. (Decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2018 all’articolo 3, comma 15).
La normativa riporta che l’ammontare del sussidio non speso (quindi, non prelevato dalla carta RdC), fatta eccezione per gli arretrati, è sottratto un importo nei limiti del 20% del beneficio erogato nella mensilità successiva. Questo significa che chi non spende nel mese di competenza l’intero importo erogato dall’INPS, il mese successivo subirà una riduzione per un limite massimo del 20% dell’importo erogato. Infine, la verifica è effettuata su ciascun semestre di erogazione, e comunque è decurtato l’importo non speso nel semestre, ovvero non prelevato nel semestre. La decurtazione non opera se l’importo risulta inferiore al 20% dell’importo minimo, pari a otto euro.
Queste sono le possibili cause che fanno ridurre il reddito di cittadinanza.