Per la recinzione di una proprietà la legge prevede una serie di permessi e anche la possibilità di accedere ai bonus. Scopriamo di cosa si tratta.
Recintare una proprietà rientra nella tutela del diritto della proprietà privata. Per questo motivo la legge ammette che il proprietario di bene immobile possa delimitare il confine con delle recinzioni.
Per recintare una proprietà privata nella maggior parte dei casi non sono previsti permessi edilizi. La legge permette di utilizzare diverse tipologie di materiali. Per alcuni di essi è possibile accedere ai bonus, beneficiando degli incentivi offerti dallo Stato.
Oggi scopriremo quali sono i permessi necessari per poter erigere una recinzione e in che modo accedere alle agevolazioni fiscali previste.
I permessi richiesti dalla legge per costruire una recinzione utile a delimitare una proprietà privata dipendono dalla tipologia della recinzione stessa. Nello specifico ad influire sono le dimensioni e la destinazione, così come la funzione della recinzione.
Per questa ragione, la legge ha previsto dei casi per i quali è richiesto il permesso e altri invece per i quali non è necessario ottenere permessi dal Comune.
Fondamentalmente la necessità o meno di permessi dipende da:
Secondo quanto previsto dalle norme attualmente in vigore, se una recinzione viene realizzata attraverso l’utilizzo di recinti non è richiesta alcuna autorizzazione o permesso da parte del Comune. Nello specifico non occorre avere autorizzazione per i casi in cui il recinto serve unicamente a delimitare la propria proprietà privata.
Dunque, non sono previsti permessi quando la delimitazione avviene attraverso:
In ogni caso, anche queste tipologie di recinzioni “a basso impatto” devono rispettare una regola fondamentale: non devono modificare il territorio da un punto di vista edilizio.
Se, invece, la recinzione, che si intende installare per delimitare una proprietà privata, non rispetta i requisiti appena descritti è necessario rivolgersi al Comune per ottenere i permessi richiesti.
In questo caso, si parla di recinzioni della proprietà privata ad “alto impatto” che, dunque, hanno rilevanza ai fini edilizi. Generalmente appartengono a questa categoria di recinzioni quelle che prevedono la realizzazione di opere murarie.
Nello specifico sono necessari i permessi del Comune per costruire recinzioni formate da:
In tutti questi casi la recinzione non è rimovibile e, dunque, va a modificare l’aspetto edilizio del territorio. Per costruire questa categoria di recinzioni è necessario richiedere la DIA, ovvero la Dichiarazione di Inizio Attività.
Il suddetto documento fa riferimento agli interventi di ristrutturazioni definiti pesanti o ad alto impatto, in quanto danno vita ad un edificio nuovo o ad una modifica edilizia significativa.
La DIA viene normalmente richiesta anche per gli interventi di nuova costruzione, per le ristrutturazioni urbanistiche e tutti i lavori che, secondo le leggi regionali, lo prevedono.
Prima di procedere alla costruzione di una recinzione che delimita la proprietà privata è bene rivolgersi ad un tecnico professionista. Egli saprà senz’altro valutare se l’opera in questione ha una rilevanza edilizia oppure no.
In ogni caso, la Legge di Bilancio 2021 aveva introdotto una serie di agevolazioni fiscali che riguardano i bonus casa che devono essere utilizzati anche per le spese sostenute per la recinzione di aree private.
Questi lavori rientrano nel bonus ristrutturazione con detrazione IRPEF pari al 50%.
Anche il bonus verde permette di accedere ad una detrazione IRPEF del 36%, fino ad una spesa massima di €5.000 per lavori di sistemazione di giardini, terrazzi e aree verdi in generale.
In questa tipologia di lavori è possibile inserire le spese relative alle recinzioni, purché gli interventi siano rivolti alle aree appartenenti ad unità immobiliari ad uso abitativo o parti comuni esterne di condomini.
Il bonus viene erogato sotto forma di detrazione fiscale, purché il pagamento sia stato effettuato attraverso l’utilizzo di sistemi tracciabili come bancomat, bonifico o carta di credito.
Per questa tipologia di bonus non è previsto lo sconto in fattura o la cessione del credito d’imposta. Perciò, per recuperare le spese sostenute bisognerà attendere la dichiarazione dei redditi annuale.
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