I percettori di RDC sono coinvolti in un cambiamento riguardo al sussidio, approvato con la nuova Legge di Bilancio. Tra dubbi e perplessità, meglio non rischiare. Ecco cosa c’è da fare da aprile.
I beneficiari del Reddito di Cittadinanza sanno che la misura è temporanea. Serve a supportare economicamente chi non riesce a trovare un lavoro e ha magari ulteriori difficoltà familiari. Il sussidio, però, non è mai nato con l’intento di “tenere la gente a casa”. Chi percepisce RDC ha l’obbligo di cercare un lavoro. Tanto più che – fino ad oggi – se il beneficiario rifiutava 3 proposte di impiego, perdeva la ricarica. Le cose non sono cambiate poi molto, ma nella Legge di Bilancio è comparsa una novità. L’obbligo per i percettori di presentarsi all’ufficio di collocamento almeno una volta al mese. Pena, il decadimento appunto del beneficio.
Bisogna dimostrare, cioè, che la volontà è quella di ritornare a essere indipendenti e a non voler vivere di sussidi. Non sono mai mancate, a questo proposito, polemiche. Sia nel mondo politico che tra i cittadini. Esistono vere e proprie “fazioni” che ritendono i beneficiari del RDC dei “fannulloni”. Altri, invece, hanno approvato fin da subito questa misura, che ha aiutato (e sta aiutando) milioni di italiani in difficoltà.
Senza stare a sviscerare le ragioni profonde di questo fenomeno, possiamo semplicemente rifarci alle regole. Che, dal 1 gennaio di quest’anno sono cambiate per tutti i percettori del Reddito di Cittadinanza. Come per altre cose, però, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. In questo caso il Centro per l’Impiego. Andiamo a capire cosa sta succedendo, e come può agire chi percepisce il sussidio.
RDC, obbligo o non obbligo?
Come accennato poco sopra, dal 1 gennaio vige l’obbligo di presentarsi almeno una volta al mese al Centro per l’Impiego. Questo, secondo le normative introdotte con l’ultima Legge di Bilancio. Il percettore del Reddito, se non dimostra di voler cercare un lavoro, perde il diritto al sussidio.
Nello specifico, ecco cosa recita un articolo della Legge di Bilancio 2022: “I beneficiari di cui al comma 7 sono tenuti ad accettare espressamente gli obblighi e rispettare gli impegni previsti nel Patto per il lavoro, in particolare svolgere ricerca attiva del lavoro. La ricerca attiva del lavoro è verificata presso il centro per l’impiego in presenza con frequenza almeno mensile; in caso di mancata presentazione senza comprovato giustificato motivo si applica la decadenza dal beneficio“.
Ma le cose non stanno propriamente così. Sembra infatti che i Centri stessi per l’Impiego non abbiano, ad oggi, ricevuto istruzioni precise su come comportarsi con chi prende l’RDC. Qualcuno fa sapere che, su iniziativa singola, contatterà i percettori per fissare un colloquio. Ma di ufficiale pare non ci sia ancora niente sul tavolo.
In attesa di indicazioni di carattere amministrativo a livello nazionale, i Centri per l’Impiego non hanno fatto partire nessuna “segnalazione” o altro, almeno per i primi due mesi dell’anno. Marzo sta quasi per terminare. Chi prende l’RDC, dunque, cosa deve fare? Il consiglio è quello di andare comunque al Centro per l’Impiego. Anche se mancano direttive ufficiali, insomma, meglio non rischiare di perdere il sussidio.
Chi percepisce il benefit, ed è in condizioni di poter lavorare, dovrebbe fare di tutto per trovare un impiego. Innanzitutto per aumentare il proprio benessere economico e non da ultimo sentirsi anche più realizzati. E ovviamente anche per non perdere i soldi della ricarica mensile che, tanti o pochi che siano, in un momento di difficoltà possono davvero fare comodo.