Il pagamento della prima rata del ravvedimento non impedisce all’Agenzia delle Entrate di ordinare ispezioni nei confronti dei cittadini.
Il ravvedimento speciale è senza dubbio un’opportunità preziosa per i contribuenti, perché consente di regolarizzare le proprie posizioni fiscali a condizioni agevolate. Chi pensa però che versando la prima rata si possano evitare ispezioni e verifiche si sbaglia, l’Agenzia delle Entrate infatti potrà eseguire ugualmente i controlli. Ed è proprio questo punto che sta facendo infuriare i cittadini, ritengono infatti che non sia un trattamento corretto. Ma cerchiamo di capire nel dettaglio come funziona l’intero sistema e come evitare episodi spiacevoli.
In generale, la sospensione della notifica di atti di accertamento rimarrà valida solo fino a quando il contribuente rispetterà le scadenze previste dal piano di ravvedimento. In caso di mancato pagamento di una rata di quelle successive alla prima, allora il soggetto non potrà più avvalersi del beneficio; l’amministrazione finanziaria procederà quindi con gli atti di accertamento. Questa potrà: inviare questionari per raccogliere informazioni aggiuntive, effettuare accessi presso i locali dell’azienda o del contribuente oppure condurre ispezioni per accertare la correttezza delle dichiarazioni fiscali.
Tutti quei contribuenti che hanno aderito al ravvedimento speciale devono segnare in rosso una data sul calendario: è le scadenza di pagamento. Coloro che hanno aderito entro il 31 ottobre, avranno come scadenza il 31 marzo 2025, ad esempio; parliamo quindi di cinque mesi per regolarizzare la propria posizione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Il versamento potrà essere effettuato in un’unica soluzione oppure essere dilazionato in rate. In ogni caso, è cruciale rispettare i termini onde evitare la decadenza dal beneficio e, di conseguenza, l’applicazione di sanzioni più severe.
Nell’ipotesi in cui non venga pagata una o più rate successive alla prima, allora il contribuente perderà i benefici del ravvedimento speciale. Cosa comporta questo scenario? Innanzitutto la riattivazione delle procedure di accertamento da parte dell’amministrazione finanziaria (nelle modalità menzionate in precedenza), poi l’applicazione delle sanzioni ordinarie previste per le violazioni commesse e infine l’obbligo di versare gli importi residui senza le agevolazioni previste dal ravvedimento.
In sostanza, pur essendo sospesa la notifica di atti di accertamento dopo la prima rata, l’Agenzia delle Entrate continuerà a monitorare la situazione del contribuente, in attesa di tornare a svolgere le proprie attività istruttorie nell’eventualità di un mancato pagamento.
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