Rateizzare le cartelle di pagamento non consente di cancellare eventuale ipoteca e fermo per cui bisogna vedere se dilazionare conviene.
Quando si contraggono dei debiti con il Fisco c’è l’opportunità di dilazionare i pagamenti nel tempo, fino a 6 anni o anche a 10 anni con la rateizzazione straordinaria. Avere tale opzione è sicuramente vantaggioso per chi si ritrova a dover pagare cifre elevate, consentendo di estinguere il debito in un lasso di tempo più lungo.
Tuttavia se persiste già l’ipoteca sulla casa o il fermo sulla vettura, eseguiti dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, scegliere di rateizzare le cartelle esattoriali potrebbe risultare tutt’altro che conveniente. In questo articolo scopriamo quale forma di pagamento adottare e quando non conviene rateizzare per periodi temporali troppo lunghi.
Rateizzazione delle cartelle esattoriali e misure cautelari
Se i beni del debitore sono già sottoposti a ipoteca o fermo non è sufficiente il pagamento della prima rata delle cartelle esattoriali per vedere cancellate tali misure. Questo accade dal 2015, per cui occorre aver prima estinto completamente il debito per tornare a disporre della propria macchina o della casa. In realtà è possibile vendere l’immobile anche se coperto da ipoteca ma naturalmente da un punto di vista economico il valore e di conseguenza il prezzo è molto più basso di quello effettivo.
In passato la situazione era diversa: bastava effettuare il pagamento della prima rata per vedersi cancellare fermo o ipoteca pregressi. Ciò permetteva al contribuente di poter usare l’auto piuttosto che la casa e lo incentivava a versare il dovuto. Inoltre se il pagamento veniva interrotto non era più possibile chiedere una nuova rateazione e le misure cautelari tornavano in vigore. In particolare per quanto riguarda il fermo amministrativo viene sospeso dopo il pagamento della prima rata ma non revocato: ciò significa che il contribuente può usare la vettura ma non può regalarla, venderla o rottamarla.
Effetti della rateizzazione cartelle su fermo e ipoteca
Scegliere la dilazione sul pagamento delle cartelle significa 72 rate mensili per un periodo di 6 anni oppure 120 rate mensili per 10 anni. In questo periodo la macchina sottoposta a fermo non può circolare, per cui si tratta di un disagio lungo cui il contribuente va incontro, a meno che non possieda un’altra auto per i suoi spostamenti o utilizzi i mezzi pubblici. Non bisogna nemmeno tralasciare il fatto che potrebbe essere applicato il fermo anche ad una seconda auto, anche se raramente ciò avviene e comunque nel rispetto di un determinato numero di ganasce fiscali.
C’è poi da tenere presente che una macchina perde molto rapidamente il suo valore per cui pensare di lasciarla ferma per anni comporta un sicuro deprezzamento. Anche un’ipoteca di Equitalia sulla casa non è il massimo per chi vuole provare a venderla. Difficilmente qualcuno si azzarda a comprare un alloggio già ipotecato, che potrebbe perdere nel caso il debito non venga estinto fino all’ultimo centesimo.
Fermo auto strumentale al lavoro e in comproprietà
La legge stabilisce che quando l’auto è un mezzo indispensabile al lavoro, che sia di tipo dipendente, autonomo o professionale, non è possibile applicare il fermo auto. Per evitare di vedersi bloccare l’auto la soluzione è quella di cointestarla anche ad un altro familiare. In questo caso il fermo non viene applicato perché sarebbe illegittimo in quanto andrebbe ad impedire l’uso della macchina anche ad un soggetto comproprietario non debitore nei confronti dello Stato.
Come avviene il fermo auto
Il procedimento che porta al fermo dell’auto o di altri beni mobili da parte di Equitalia segue un preciso iter temporale. Per i debiti sotto i 2.000 euro il fermo può avvenire soltanto se il contribuente ha ricevuto almeno due solleciti di pagamento, l’ultimo dei quali notificato a due mesi di distanza dal primo. Nello specifico scatta il fermo e si applicano le ganasce fiscali quando:
- Dopo 60 giorni dalla notifica della cartella non si è effettuato il pagamento;
- Non si è avviato in questo lasso di tempo un programma di rateizzazione.
Il veicolo viene poi iscritto nei pubblici registri ed è da quel momento soggetto a fermo con il divieto di circolare sulle strade. Il contribuente viene però avvisato preventivamente al fermo ed ha 30 giorni di tempo per effettuare il pagamento dopodiché l’auto viene sottoposta a fermo amministrativo. Ricordiamo che in caso di mancato pagamento il veicolo rischia il pignoramento e la successiva vendita all’asta.