L’Inps ha scelto di alzare i tassi di interesse sulle rateazioni previdenziali. Scopriamo in cosa consiste l’aumento e quali tassi di interesse riguarda.
Chi richiede la rateazione dei debiti previdenziali che ha contratto con l’Inps si vedrà applicare tassi di interesse maggiori. Lo ha reso noto l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale con la circolare n. 98 pubblicata il 20 agosto scorso. Anche questo aumento, che si somma ai tanti che gli italiani devono affrontare nel corso del 2022, scaturisce dall’aumento dell’inflazione determinata dalla guerra in corso tra Russia e Ucraina.
Per questo motivo la BCE ha deciso di alzare i tassi di interesse su quasi tutte le operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema. Lo scopo principale di questo rialzo dei tassi è quello di ottenere una diminuzione dei prezzi.
Questa decisione avrà effetti concreti anche sugli interessi di differimento, sulle somme aggiuntive per ritardato o omesso versamento dei contributi assistenziali e previdenziali e sugli interessi di dilazione. In conseguenza di questo, l’Inps ha deciso di aumentare i tassi per le sanzioni aggiuntive e sulle rateazioni. In questo articolo vediamo in cosa consiste la rateazione Inps, come funziona e quali sono i nuovi tassi di interesse applicati.
Sia i debiti verso l’Inps che le sanzioni possono essere rateizzati. Il contribuente può richiedere la rateazione solo se l’Agenzia delle Entrate non ha ancora ricevuto l’incarico per recuperare gli importi dovuti e non sia presente un avviso di addebito. La rateazione Inps può essere richiesta da diverse tipologie di soggetti:
Si possono rateizzare i versamenti fino a 24 rate, che salgono a 36 in alcuni casi specifici. Gli interessi di dilazione saranno applicati al tasso in vigore nel momento in cui viene presentata la domanda di rateazione.
Con l’innalzamento di 50 punti del tasso di interesse applicato dalla BCE, in vigore dal 27 luglio scorso, anche i tassi di differimento e di dilazione dei contributi Inps e le sanzioni civili hanno subito un aumento. Ma in quale misura? Il tasso di differimento, a partire dalla contribuzione del mese di luglio 2022, viene calcolato al 6,50% all’anno mentre il tasso di dilazione dal 6% sale al 6,50% ed interessa le rateazioni a partire dal 27 luglio 2022. Per quelle già in vigore invece non ci saranno modifiche e verranno applicati i tassi precedenti.
Anche le sanzioni civili ridotte vedranno applicarsi tassi più alti. Sono quelle riportate nella legge 23 dicembre 1988, la n. 388 all’art 116, comma 8 che riguardano i soggetti che non versano entro la scadenza stabilita i premi o i contributi per le gestioni assistenziali e previdenziali.
Esse consistono in una sanzione che comprende una maggiorazione di 5,5 punti del tasso ufficiale di riferimento e non può essere maggiore del 40% della cifra dei premi o dei contributi non versati entro i termini stabiliti.
Se si considera il nuovo tasso della Banca Centrale Europa (+0,50%) più i 5,50 punti percentuali della maggiorazione il tasso per le sanzioni civili passa dal 5,50% al 6%. Verranno invece applicate sanzioni ridotte all’1,5%, uguali al tasso degli interessi legali, nel caso si manifestino procedure concorsuali.
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