Per i cittadini raddoppia la tassa e ad esserne colpiti sono soprattutto i meno abbienti. Una tragedia annunciata: cosa sta succedendo
Non è un periodo facile, per i cittadini italiani. L’economia, infatti, non è assolutamente in una fase d’oro e questa situazione si protrae ormai da diverso tempo: per quanto sia dal 2008 che l’Italia, l’Europa e in generale il mondo intero stanno vivendo una crisi mai vista prima, è dalla pandemia di Covid-19 iniziata nel 2020 che le cose hanno iniziato a peggiorare ulteriormente. A distanza di cinque anni, ci sono poche notizie positive e quella di oggi non lo è affatto.
Nel 2025, una delle misure che stanno facendo più discutere tra quelle adottate dall’Italia è quella del raddoppio del contributo unificato per la richiesta di cittadinanza italiana Iure Sanguinis. Questo, infatti, è cresciuto da 300 a 600 euro, gettando nella disperazione e nello sconforto quanti devono versarlo: ecco il punto della situazione.
La Legge di Bilancio, tra le sue novità, annovera anche l’aumento del contributo per la richiesta di cittadinanza italiana Iure Sanguinis, che sale da 300 a 600 euro. Sono molte le polemiche insorte dopo questa novità e sono soprattutto di natura economica: le famiglie provenienti da paesi con economie più deboli e desiderose di ottenere la cittadinanza italiana si trovano in grande difficoltà a sostenere una spesa del genere. Inoltre, questa novità crea disparità tra i richiedenti a seconda che la linea di discendenza italiana sia materna o paterna: ne sono penalizzati, infatti, quelli appartenenti al primo gruppo che, rispetto a quelli del secondo, devono pagare il doppio della cifra.
Alcuni critici, poi, sostengono che questo raddoppio del contributo possa anche ricadere all’interno dell’ampio ventaglio dell’incostituzionalità, poiché potrebbe violare i principi di accesso alla giustizia e uguaglianza sanciti dalla Costituzione Italiana. Punto di vista che, tra l’altro, è condiviso e sostenuto anche da quanti sottolineano che tale aumento delle tasse sia una minaccia al legame identitario che inevitabilmente sussiste tra i discendenti di italiani all’estero e il loro Paese d’origine, poiché impedisce loro di prenderne la cittadinanza.
Infine, un punto da non sottovalutare è quello per i minori. La riforma, infatti, prevede delle procedure differenti per loro e questo crea un ulteriore ostacolo, per le famiglie di discendenti che vogliono ottenere la cittadinanza italiana. Tale problematica, inoltre, sussiste anche nel caso in cui il giovane in questione sia cresciuto in Italia, al quale le procedure complesse per l’ottenimento della cittadinanza potrebbero far suscitare sensazioni di scarsa accettazione e integrazione.
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