Era dall’agosto del 2021 che sul grafico dell’oro non si vedevano quattro settimane di fila al rialzo.
Il valore dell’oro è oggi pronto a risalire per via della guerra commerciale che promette di avere una svolta questo inverno. Oggi l’oro rimane nettamente sotto i massimi storici di inizio marzo, quando ha superato i 2.040 dollari.
Il prezzo dell’oro si prepara a una diminuzione dei volumi e della liquidità con un potenziale ritorno della volatilità che dovrebbe rientrare a supporto del trend principale a inizio settembre.
Se questa forza dovesse avere il sostegno di un mutamento nelle condizioni macroeconomiche l’oro potrebbe ripartire per un importante rialzo. Tra le possibilità che favoriscono l’ascesa del prezzo dell’oro c’è il rialzo dei tassi di interesse di settembre della Federal reserve. Nonostante il dato sulla diminuzione dell’inflazione negli Usa i funzionari della Fed sono ancora preoccupati per la tendenza di fondo che causa l’aumento dei prezzi. I funzionari dopo la riunione di luglio hanno respinto la possibilità che si sarebbero allontanati dalla stretta monetaria.
Una seconda motivazione l’andamento della seconda economia globale indebolita dalle rigide restrizioni anti Covid. Oltre a questo, vi è la possibilità di imprevisti finanziari legati alla crisi immobiliare, fuori dal controllo del governo di Pechino.
In Europa rimane l’incertezza sugli esiti e le dinamiche della guerra in Ucraina. Questo inverno può essere decisivo per testare la resilienza della sicurezza energetica e dei suoi effetti economici. D’altra parte, il mese di agosto è insieme a luglio, il mese statisticamente più favorevole per una crescita delle quotazioni dell’oro.
Dopo aver raggiunto il suo massimo storico di oltre 2 mila dollari per oncia a marzo negli ultimi quattro mesi il metallo giallo ha subito un calo del 18%. Il prezzo dell’oro eccessivamente alto rispetto alla sua media storica sembra fallire come copertura contro l’inflazione e rende diffidenti la maggior parte dei trader retail.
Tra i beni rifugio alternativi preferiti spicca infatti il dollaro Usa. Il biglietto verde in forte ascesa concorre a un calo delle quotazioni dell’oro; Il dollar Index, che traccia il valore del dollaro rispetto a euro, franco svizzero, yen giapponese, dollaro canadese, sterlina britannica e corona svedese, è ai massimi degli ultimi 20 anni.
Parte dell’ascesa è dovuta al rapido aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve che incoraggiano gli investimenti esteri nei titoli di Stato Usa. I tassi di interesse elevati aumentano il costo opportunità di mantenersi investiti in oro, sotto una certa velocità di incremento del prezzo dato che per esso non viene pagato alcun interesse ne dividendo.
Nel medio lungo periodo la tendenza in corso sull’oro rimane rialzista; dal punto di vista tecnico una conferma decisiva si avrà con una chiusura settimanale superiore alla resistenza in area 1.824 dollari. In questo caso le quotazioni potrebbero tornare ai precedenti massimi intorno ai 2 mila dollari per testare il livello; oltre questa importante soglia di resistenza l’oro potrebbe può arrivare fino a un obiettivo successivo in area 2.350 dollari.
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