Ancora non è stata approvata, ma l’idea del governo Meloni è quello di introdurre una modifica quota 41 per evitare la Fornero.
In vista del 2023 e della scadenza delle forme di pensionamento anticipato, il governo sta valutando di approvare una manovra che prevede l’introduzione di Quota 41. Questa forma di pensionamento darebbe la possibilità a migliaia di lavoratori, in odore di pensione, di dribblare la legge Fornero.
Per evitare la legge Fornero, il Governo sta valutando una nuova manovra che prevede la proroga di quota 41, con qualche modifica. Al momento, infatti, la suddetta forma di pensionamento sembrerebbe essere quella più accreditata in vista del 2023.
Ci stiamo riferendo alla possibilità di andare in pensione dopo aver accumulato 41 anni di contributi. Tuttavia, la novità che il Governo prevede introduzione di un requisito anagrafico. L’intenzione dell’esecutivo è quello di fissare una soglia minima di età a 61 anni.
In questo modo, ne verrebbe fuori una sorta di quota 102 che, per l’appunto, dalla somma di contributi e anni di età dà vita ad un totale pari a 102.
Quota 41 per evitare la Fornero: cosa dobbiamo attenderci per il prossimo anno
La proroga di quota 41 che permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi e 61 di età rappresenterebbe una sorta di continuità, rispetto all’attuale sistema di transazione voluta dal governo Draghi. Grazie a questa misura, infatti, si introdurrebbe una sorta di quota 102 che, però, potrebbe anche essere 103 o 104. Molto dipende dai requisiti anagrafici che saranno fissati dal governo.
La decisione finale dipenderà dalle risorse economiche a disposizione. Soprattutto considerando che il 2023 sarà un anno particolarmente difficile: basti pensare che una buona parte delle risorse serviranno ad affrontare la rivalutazione di gennaio.
In ogni caso, per la misura quota 41, l’INPS ha già effettuato una stima dei costi, circa un anno fa. Dunque, prima della crisi energetica e dell’aumento del tasso di inflazione.
Ad ogni modo, la stima effettuata dall’istituto previdenziale partiva da due presupposti: l’assenza di un requisito anagrafico che desse accesso alla misura e la possibilità di far aderire al pensionamento tutti coloro che maturano i requisiti richiesti.
Le condizioni fissate dall’INPS, poco meno di 12 mesi fa, al momento, risultano improbabili. Di fatto, la misura al vaglio del governo prevede proprio l’inserimento di una soglia di età.
In ogni caso, in base alle stime dell’INPS, Quota 41 avrebbe un costo di poco inferiore a 5 miliardi di euro per il primo anno; che salirà a 9 miliardi di euro dopo circa dieci anni. A conti fatti, il costo complessivo di quota 41 sarebbe di circa 65 miliardi di euro.
Per questo motivo l’intenzione del Governo è quello di introdurre un requisito anagrafico. Ma al contempo si sta valutando l’idea di inserire una sorta di bonus per coloro che evitano il pensionamento anticipato e proseguono l’attività lavorativa oltre il 63esimo anno di vita.