Hai mai pensato di avere tra le mani un milione di euro e non sapere se stai facendo la scelta giusta per farlo fruttare davvero? Cosa succede quando tra rendimenti, numeri e percentuali ti imbatti in un’offerta che sembra troppo bella per essere vera?
C’è chi parla di conti deposito e chi tira fuori un titolo di Stato con una cedola da capogiro. Ma c’è un dettaglio, piccolo ma decisivo, che può cambiare tutto. E Gianni lo ha scoperto sulla sua pelle. Il titolo ti avvisa: a volte dietro a un rendimento allettante si nasconde un trucco silenzioso.

Gianni ha appena venduto un immobile. Il bonifico è arrivato: un milione tondo sul conto corrente. E adesso? Lasciare quei soldi fermi non è un’opzione: ogni giorno che passa, l’inflazione se li mangia un pezzettino alla volta. Non vuole rischiare troppo, non vuole giocare in Borsa o inseguire promesse esotiche. Gli interessa solo una cosa: un investimento sicuro a tasso fisso. Semplice, tranquillo, senza sorprese.
Comincia a informarsi. Il suo consulente gli suggerisce qualche conto deposito a 12 mesi, con rendimenti netti tra il 2,20% e il 3%. Non male, tutto sommato. Ma proprio quando stava quasi per firmare, il suo amico Armando lo chiama entusiasta. “Gianni! Ho letto di un BTP che rende oltre il 6%!”. Gianni sgrana gli occhi. Sei per cento? Possibile? Una cedola da sogno su un titolo di Stato? Perché mai dovrebbe accontentarsi del 2,5% quando lo Stato offre il doppio? Qualcosa non torna, ma la curiosità è ormai accesa. E allora i due si mettono a studiare. Quello che scoprono ha il sapore amaro delle illusioni ben confezionate.
Una cedola da sogno, ma il rendimento vero è tutta un’altra storia
Il titolo in questione è il 6.5-BTP-1NV27. A prima vista è una meraviglia: una cedola del 6,5%! Gianni e Armando si fiondano a guardare il grafico. Ecco i dati: prezzo intorno a 110,18, scadenza nel novembre 2027. Gianni si frega le mani: “Altro che conto deposito…”. Ma quando iniziano a guardare i numeri veri, la festa finisce.

Il rendimento effettivo a scadenza lordo è solo del 2,44%, e quello netto crolla all’1,67%. Eh? Come può essere? Com’è possibile che un BTP con una cedola così alta in realtà renda meno di un semplice conto deposito?
La risposta sta tutta nel prezzo di acquisto. Quel 6,5% viene calcolato sul valore nominale del titolo, cioè 100. Ma oggi il BTP si compra a oltre 110. Alla scadenza, però, lo Stato ti rimborsa solo 100. Quindi quei 10 euro in più che paghi oggi… li perdi domani. Si chiama “perdita in conto capitale”. Il rendimento effettivo tiene conto proprio di questo: non solo della cedola, ma anche del fatto che a scadenza riavrai meno di quanto hai pagato.
In pratica, quella maxi-cedola serve solo a rendere più appetibile un titolo che ormai ha poco da offrire. I BTP di pari durata, anche quelli nuovi, offrono più o meno gli stessi rendimenti reali. Non esistono scorciatoie: se il tasso della BCE è al 2,65%, è davvero improbabile che uno strumento sicuro e a breve termine renda più di così, al netto.