Ti sei mai chiesto se un rendimento più alto giustifica davvero un rischio maggiore? Una storia vera, una scelta concreta e un dettaglio che potrebbe fare tutta la differenza.
In un momento in cui molti cercano soluzioni alternative ai classici titoli di Stato, c’è chi guarda oltreconfine in cerca di rendimenti più succosi. Ma quando entra in gioco il cambio valutario, la partita cambia. E se ti dicessi che anche il 3,38% potrebbe non bastare? Un caso reale ci mostra quanto contano le sfumature.
Giovanna è un’imprenditrice italiana con un legame profondo con il mondo anglosassone. Gestisce una rete di import/export con la Gran Bretagna, dove vende prodotti artigianali italiani. Ama Londra, il tè delle cinque e il pragmatismo britannico.

Per lei, tutto ciò che riguarda il Regno Unito ha un fascino speciale, persino le obbligazioni in sterlina. Quando ha trovato l’EIB 28 GBP 6, con un rendimento netto del 3,38%, è stata subito attratta. Molto più interessante del BTP a pari scadenza, che rende appena il 2,15% netto.
Il prezzo di riferimento è 106,31, il rateo netto è 1,79, la duration modificata è 3,22. Un profilo che, sulla carta, sembra promettente. Ma da imprenditrice esperta, Giovanna non si ferma all’apparenza. Guarda i dettagli. E c’è qualcosa che non torna: il cambio euro-sterlina è salito a favore dell’euro del 5% in poche settimane, passando da 0,82 a 0,86. Una variazione apparentemente piccola, ma che rischia di annullare il vantaggio di rendimento.
Alto rendimento… ma a che prezzo?
Quando si valutano obbligazioni in valuta estera, il confronto con un classico BTP non è mai diretto. Il rendimento netto è solo una parte dell’equazione. Il rischio cambio può giocare brutti scherzi. Se la valuta in cui è denominato il titolo si indebolisce rispetto all’euro, il guadagno in termini nominali può essere drasticamente ridotto.

Nel caso di Giovanna, la sterlina ha perso terreno, e il vantaggio iniziale si è assottigliato. Quel 3,38% netto, in presenza di un calo valutario del 5%, diventa una cifra molto meno interessante. Senza considerare che, con una duration di 3,22, il titolo è sensibile ai movimenti dei tassi di interesse. In caso di aumento dei tassi UK, il prezzo dell’obbligazione potrebbe scendere ulteriormente.
Per chi, come Giovanna, ha già una forte esposizione al Regno Unito – magari perché incassa in sterline o ha clienti britannici – un investimento simile può avere senso. Può essere un modo per bilanciare le entrate con strumenti finanziari nella stessa valuta. Ma per chi cerca solo un buon rendimento, il rischio di vederlo evaporare per colpa del cambio è troppo elevato.
La verità è che non basta inseguire il rendimento più alto. Bisogna chiedersi: “Quanto resterà davvero in tasca alla fine?” Giovanna ha deciso di aspettare, e forse puntare su un BTP più tranquillo, in euro, senza sorprese. E tu, saresti pronto a rischiare una perdita valutaria per guadagnare solo un punto percentuale in più?