Gli investitori guardano all’andamento del mercato azionario come un valido segnale per capire quando anche le criptovalute potranno riprendere un trend rialzista.
Oltre questo ci sono elementi discordanti che rendono le criptovalute oggi non completamente correlate con l’andamento delle azioni.
Sebbene entrambi i mercati stano subendo una significativa pressione di vendita, la correlazione tra criptovalute e azioni non è perfetta. Il mercato delle criptovalute è molto più avvezzo ai violenti crolli e ai cicli negativi dati dalla sfiducia degli investitori rispetto al valore di un asset che rimane relativamente nuovo nel panorama finanziario.
L’ultimo periodo che ha segnato un drastico calo del prezzo è iniziato alla fine del 2017 e si è concluso nel 2020. Oggi invece mentre il mercato azionario prosegue in perdita, il Bitcoin benchmark del mercato rimane in un range con spiragli di rottura rialzista che non hanno smesso di ispirare coloro che continuano a sostenerne il prezzo.
La maggior parte dei trader sia investiti che fuori dal mercato attendono una svolta chiedendosi quando finirà l’attuale crisi delle criptovalute. Per capire quando ciò potrebbe accadere, è utile considerare 4 tipi di eventi che possono catalizzare un’inversione di tendenza.
Gli eventi sulle criptovalute che segnalano un’inversione di tendenza
L’analisi tecnica ci dice che statisticamente la price action tende a seguire delle variazioni cicliche e ripetersi così nel futuro. I 27 grandi cicli ribassisti avvenuti dal 1928 sul mercato azionario Usa sono ben documentati. In media, ciascuno di essi è durato per un periodo di 9,6 mesi. Sarebbe un’ipotesi ragionevole considerare valida questa media anche per l’attuale tendenza ribassista.
Un secondo fattore risiede nell’analisi fondamentale di questo ciclo di mercato. Si prevede che l’economia sconterà pienamente l’incertezza finanziaria e la pressione dei tassi di interesse solamente nella prima metà del 2023. La minaccia di una recessione globale è un’ipotesi sostenuta da molti grandi istituti finanziari, compresa la Banca Mondiale. Su questa aspettativa è possibile che l’attuale ciclo ribassista sulle criptovalute possa cominciare a invertirsi tra maggio e luglio del 2023.
Una correlazione relativamente precisa evidenziata in quest’ultimo anno è stata quella con l’indice tecnologico Usa. Un segnale di ripresa dell’indice NASDAQ può così essere un indizio anticipatore della fine della tendenza ribassista sulle criptovalute e in parte anche sul restante comparto azionario. Bisognerà anche in questo caso attendere almeno i dati macroeconomici che segnalino la fine delle politiche monetarie restrittive; questo seguirà solo quando l’inflazione comincerà a ridursi in modo consistente.
Attualmente il Nasdaq è in calo del 27% circa e potrebbe avere ancora molto spazio per un ulteriore ribasso. Negli ultimi 20 anni il crollo peggiore è stato quello avvenuto nel 2008 quando l’indice ha perso circa il 40% mentre la media degli anni in perdita è poco inferiore al 25%.
L’ultimo segnale che costituisce il motivo principale del drastico calo dei titoli tecnologici è costituito dal conflitto in Ucraina e dalla crisi energetica. Se per la prima variabile ogni previsione lascia il tempo che trova è possibile considerare la fine della crisi energetica per l’Ue verso la fine del 2023 e il 2024.
Un’escalation delle tensioni non con la Russia non farà che esacerbare questa tendenza, tuttavia una volta che l’Ue avrà risolto una parte importante della sua dipendenza energetica da Mosca la tendenza avrà molte più possibilità di tornare positiva.