Troppe inesattezze sulla tecnica del Pyramiding, vediamo perché è una delle tecniche più controverse e come comportarsi da trader esperti
La piramidazione è una tecnica di trading che se usata correttamente può rivelarsi molto potente. Ma cosa significa veramente “piramidare”? In parole semplici, la piramidazione consiste nell’aumentare progressivamente la propria posizione su un investimento che sta andando bene, sfruttando il momentum di un trend positivo.
Il concetto è semplice ma per attuarlo ci vuole sempre una strategia più completa, che non tralasci alcun aspetto, si tratta in fatti di una delle tecniche più controverse e fraintese ed è per questo che se si investe si deve imparare per filo e per segno come funziona e quali sono gli errori dei dilettanti.
Immaginando di essere in un mercato dove il prezzo di un’azione, come per esempio quella relativa ad Apple, sta salendo. Invece di comprare tutte le azioni in un colpo solo, il trader può acquistare un numero iniziale di azioni e, man mano che il prezzo sale, aggiungere altre azioni, ma con una quantità minore a ogni incremento. Questo permette di approfittare dei movimenti favorevoli, ma con un rischio sempre controllato.
La struttura a piramide: come funziona
Partiamo sempre dall’esempio di Apple. Immaginando di avere a disposizione 10.000 euro da investire.
- Base della piramide (Entry iniziale): Cominciare con una piccola posizione. Supponiamo che si acquistino 100 azioni di Apple a 180 euro ciascuna. Questo rappresenta il primo step (ad esempio, il 30% del capitale che si ha a disposizione). Se il prezzo delle azioni sale, magari a 190 euro, non bisogna vendere subito, ma aspettare e aggiungere nuove azioni, ma in quantità minore rispetto all’inizio.
- Aggiunte successive: A ogni aumento del prezzo, aggiungere altre azioni a intervalli predeterminati, ma in quantità inferiore rispetto al primo acquisto. Per esempio, si possono aggiungere 50 azioni quando il prezzo raggiunge 190 euro e altre 30 quando il prezzo sale a 200 euro, ad esempio. Questo permette di “diluire” il rischio, migliorando il prezzo medio di entrata.
Gli errori comuni dei trader dilettanti
Ora vediamo quali sono invece gli errori più comuni che i trader inesperti fanno quando provano a usare questa tecnica e perché è proprio così controversa e fraintesa.
- Piramidare senza un trend confermato: Se si cerca di aggiungere azioni in un mercato che sta oscillando senza una direzione chiara, si rischia ovviamente di fare un passo falso. In questo caso, la piramidazione potrebbe portare a perdite relativamente elevate. Invece, bisogna cercare di operare quando il mercato sta chiaramente salendo (un trend rialzista).
- Dimensioni non proporzionali: A volte i trader troppo ottimisti iniziano a fare acquisti enormi nelle fasi avanzate del trend, magari mettendo metà del capitale su una singola posizione. Questo è un grosso errore perché aumenta il rischio di subire gravi perdite quando il trend si inverte, non è questo il senso della strategia.
- Non aggiornare gli stop-loss: Ogni volta che si aggiungono azioni, si dovrebbe anche aggiornare gli stop-loss (cioè il limite oltre il quale si vende se il prezzo scende). Se non di fa, ovviamente ci si espone al rischio che un’inversione improvvisa faccia perdere tutti i guadagni.
- Ignorare la liquidità: Se si piramida su asset con poca liquidità (ad esempio piccole aziende o criptovalute poco scambiate), si rischia di non riuscire a vendere quando si vuole. I top trader preferiscono fare piramidazione su titoli molto liquidi come azioni di grandi aziende o valute con un volume elevato.
Tecniche avanzate dei trader professionisti e i fraintendimenti comuni
I trader professionisti usano tecniche più sofisticate per ottimizzare la piramidazione. Una di queste è la piramidazione algoritmica, che si basa sulla volatilità. In pratica, quando la volatilità diminuisce (ad esempio se l’ATR che misura la volatilità scende), i trader aggiungono progressivamente alla loro posizione, in quanto questo è un segnale che il trend potrebbe essere più sostenibile.
Un’altra tecnica è lo scaling asimmetrico con opzioni: ad esempio, dopo aver comprato azioni Tesla, un trader può acquistare delle opzioni call (un tipo di contratto che dà il diritto di comprare azioni a un prezzo stabilito in futuro). In questo modo, aggiunge un “layer” di investimento senza dover comprare altre azioni.
Punti chiave da tenere a mente per le strategie
- Regola d’oro: Non investire mai più del 20-30% del capitale totale su un singolo trade. La disciplina è fondamentale.
- Condizioni necessarie: lavorare solo su trend forti, su asset liquidi e con una volatilità in calo.
- Strumenti essenziali: Usare stop-loss trailing (per esempio, al 50% del guadagno realizzato), analizzare la correlazione tra gli asset (TradingView ha strumenti specifici per questo), e fare dei backtest storici per capire come funzionano le tue strategie.
Fraintendimenti comuni sul Pyramiding (e perché sono sbagliati)
- “Pyramiding = aggiungere a posizioni perdenti”: Questo è un fraintendimento. La piramidazione si applica solo su posizioni vincenti. Confondere questa tecnica con l’”averaging down” (mediare al ribasso) può portare a enormi perdite.
- “Più strati aggiungi, meglio è”: Non è così. I professionisti aggiungono al massimo 2-3 strati. Oltre, il rischio cresce troppo.
- “Funziona in qualsiasi mercato”: No. La piramidazione è utile solo in mercati con un chiaro trend rialzista o ribassista. In mercati laterali, diventa un suicidio finanziario.
- “Basta alzare lo stop-loss, non serve pianificare”: Non è sufficiente. Senza un piano scritto che includa regole precise per gli stop-loss, si rischia davvero di perdere tutto in un’inversione improvvisa.
- “Pyramiding è una garanzia di profitti”: La piramidazione non garantisce guadagni, anzi! Il 70% dei trend si esaurisce prima che si aggiunga un terzo strato. Se il trend perde forza, bisogna essere pronti a uscire senza rimpianti.
- “Va bene su asset illiquidi”: Non è una buona idea. La piramidazione su asset illiquidi (come alcune criptovalute o azioni di piccole aziende) può portare a difficoltà nel vendere. I trader esperti operano solo su mercati altamente liquidi.