Informarsi e chiarire qualsiasi dubbio, specie quando si viene a sapere che si può andare in pensione con 3 anni di anticipo!
Andare in pensione con 3 anni di anticipo non è solo il sogno di molti, ma è soprattutto una soluzione. C’è chi ama il proprio lavoro, e anche persone che nonostante ciò, sono arrivate allo stremo delle forze. Per cui, cogliere al volo un treno del genere è vantaggioso, ma bisogna capire fino a che punto. Non tutti hanno la stessa condizione previdenziale, con questa guida è possibile capire se è un bene o è meglio rinunciare.

Il sistema previdenziale italiano non è orfano di criticità, così subentrano aggiornamenti con il fine di rendere più accessibile e flessibile, l’ingresso alla pensione. Si parla di requisiti meno rigidi? Dopo le ultime novità, si afferma che si anticipa di 3 anni rispetto l’età standard, ma quali sono i requisiti per soddisfare questa condizione?
Come andare in pensione con 3 anni di anticipo: guida passo passo
La pensione di vecchiaia è legata al requisito di 67 anni d’età anagrafica con 20 di contributi maturati. Ma quando non c’è il vincolo dell’età basterebbe aver versato 42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini, e 41 e 10 le donne. Così, è avvantaggiato chi ha iniziato presto, e parrebbe che pure prima dei 60 anni questi possa andare in pensione. Ma la verità è che ci sono altre vie per la pensione, e i 3 anni d’anticipo si conquistano così.

La Quota 103 permette di pensionarsi con 62 anni d’età e 41 di contributi, è una formula temporanea del 2023. Ma si pensa che possa essere ulteriormente prorogata nel 2025. L’assegno si calcola con il sistema misto che appunto “mixa” il metodo retributivo con quello contributivo. C’è maggiore flessibilità.
Il primo si applica alla quota di contributi pagati prima del 1° gennaio 1996, e l’importo è calcolato in relazione alla media delle retribuzioni ottenute nell’ultima fase lavorativa del richiedente. Il secondo invece si concretizza dalla suddetta data in poi. Ne discende che maggiore è l’età, di più sarà l’importo. In ogni caso, si anticipa di 3 anni alla grande! Ma non sono le uniche vie per la pensione.
Non manca l’Opzione Donna, possono andar via dal mondo del lavoro coloro le quali abbiano versato 35 anni di contributi e 60 anni d’età. Pecca grossa è che l’assegno si calcola con metodo contributivo, quindi è minore.
C’è anche l’Ape Sociale per chi è in una situazione di fragilità ed ha 63 anni d’età e tra 30/36 anni di contributi. Si può trattare di disoccupati, di invalidi al 74%, o anche caregiver.
Infine, c’è l’Isopensione per i dipendenti di aziende che hanno più di 15 lavoratori. L’anticipo è fino a 7 anni, finché l’azienda non copre i costi e il soggetto raggiunge l’età pensionabile.