Da quando è iniziata la guerra è psicosi pasta, farina, olio e altri beni alimentari. Tanto che alcuni supermercati hanno deciso di prendere provvedimenti.
Stiamo assistendo ogni giorno a un’escalation preoccupante sotto molti punti di vista. I prezzi sono letteralmente impazziti, il carburante e il riscaldamento forse verranno razionati, e la gente ha paura. Forse è davvero questo l’aspetto più terribile che stiamo vivendo. Certo, per fortuna noi non siamo sotto le bombe. Ma aleggia sempre più densamente la sensazione che presto potrebbe capitare “qualcosa di brutto”. Dopo due anni di pandemia, non dimentichiamocelo, gli animi sono ancora scossi. La resilienza, tanto acclamata da più voci, comincia a diventare un concetto inarrivabile. E allora cosa succede? Che le persone vivono nel panico. E agiscono di conseguenza. Una di queste inevitabili ripercussioni sta avvenendo tra gli scaffali del supermercato. Le persone fanno scorta di cibo perché temono che a breve non ci sarà più da mangiare.
La psicosi colpisce pasta, farina, olio e non solo: cosa non potremo più comprare nei supermercati
Anche se è comprensibile avere paura, bisogna riuscire a riflettere un attimo. Fare accaparramenti non serve. E per diverse motivazioni. In un’intervista rilasciata su canali di informazione, Lorenzo Bazzana, che è responsabile economico di Coldiretti, spiega molto bene qual è la situazione italiana in merito a import, export, produzione, dipendenza da altri Paesi e potenziali “pericoli” cui vanno incontro aziende e cittadini. Certo l’Ucraina ci offre, come sottolinea Bazzana, “l’80% dell’olio di semi di girasole, mentre il frumento tenero non viene solo dall’Ucraina, che è il settimo o ottavo produttore di frumento tenero per l’Italia“. Non mancano le scorte, e se anche la situazione conflittuale in Ucraina dovesse perdurare, non rischieremmo un’emergenza totale, se vogliamo definirla così.
Ci sono in gioco molti scambi economici e molti fattori che sicuramente rendono questo momento storico molto difficile. Ed economicamente svantaggioso, perché i rincari – inutile negarlo – sono legati proprio a questa moltitudine di fattori. Guerra compresa. Ma sostanzialmente l’Italia può ammortizzare abbastanza bene, anche (ad esempio) limitando l’export. Come ha fatto ad esempio l’Ungheria. Ovviamente noi cittadini possiamo fare ben poco, in questo bailamme di movimenti politici ed economici, ma possiamo non farci prendere dal panico.
I provvedimenti di alcuni punti vendita
Per evitare situazioni comunque spiacevoli per i clienti, Unicoop ha messo dei limiti di acquisto su determinati prodotti. Soprattutto olio di girasole, farina e zucchero. Sono quei prodotti che le persone potrebbero voler accumulare “compulsivamente”. Si tratta di un’iniziativa che va dunque a tutelare tutti i consumatori, che così potranno essere sicuri di trovare i prodotti a scaffale a sufficienza. Nel mentre, possiamo solo sperare che questa situazione faccia “comprendere” ai Governi, compreso quello italiano, che è necessario cambiare. Per l’economia, sì, ma anche per l’ambiente. In Italia abbiamo ampie possibilità di tornare autonomi su una vasta gamma di produzione, che scongiurerebbe in futuro situazioni come quella attuale. Il popolo può fare la sua parte, però. Acquistando ciò che è necessario. E se per un periodo di tempo manca qualche prodotto, sostituirlo con un altro. Leggendo bene le etichette, comprendendo da dove arriva, così da non farsi prendere dal panico.