Che fine ha fatto il protocollo anti-sfratti? Gli aggiornamenti sulla misura volta a tutelare le famiglie dai comportamenti tirannici dei padroni di casa
Il protocollo anti-sfratti era stato pensato come una forma di tutela per evitare che le famiglie finissero in mezzo alla strada per via di decisioni repentine dei padroni di casa. Una prima bozza era stata depositata da Zevi nel 2022, poi ci fu un periodo di stasi in cui sembrava nessuno ne parlasse più.
Entro la fine del 2023 Roma Capitale e la Prefettura avrebbero dovuto firmare un protocollo per regolamentare le esecuzioni degli sfratti, ma poi verso la primavera del 2024 ancora non si sono avute informazioni a riguardo. Si tratta di una tematica molto delicata che vede schieramenti in termini di opinione pubblica.
Gli opponenti citano i tanti casi nei quali i proprietari di casa non riescono a ottenerla indietro da affittuari abusivi che non pagano da mesi o anni. Proprio questa spaccatura sembra rallentare lo sviluppo del provvedimento. L’accordo tra le parti quindi molto probabilmente avrà ancora bisogno di tempo, ma al momento hanno elaborato almeno la prima bozza.
Cosa richiede la bozza del protocollo anti-sfratti
Sarebbe fondamentale avere almeno 90 giorni di tempo per analizzare tutti i casi più critici inseriti nell’elenco di sfratti da eseguire, per poter studiare il caso e trovare una soluzione alternativa valida, come appunto una casa popolare, ma al momento il protocollo è ancora congelato. Si ragiona poi anche sul fatto che molti Comuni avrebbero comunque il problema di gestire una grande mole di sfratti con i tempi così ristretti e la situazione potrebbe uscire dal controllo ‘legale’ creando disagi non indifferenti, non solo alle famiglie che si ritroverebbero per strada, ma anche al resto della comunità.
Nelle prossime settimane andrà fissato un nuovo incontro tra le parti, ma cosa vorrebbero i sindacati? I movimenti per la casa e i sindacati degli inquilini stanno aspettando una piena applicazione del Piano Casa, ma non solo, anche l’istituzione di questo solido protocollo anti-sfratti, che possa imporre dei range di tempo minimo di preavviso più lungo, considerando che le persone sfrattate faranno molta difficoltà a trovare una soluzione alternativa.
Ciò che non si vuol guardare è una vera e propria emergenza sociale che più passa il tempo più accumula famiglie e diventa di difficile gestione. Si spera quindi che tra qualche mese si potranno avere notizie positive in merito all’approvazione del protocollo.