L’Ue sta per entrare in conflitto commerciale con gli Stati Uniti? L’ipotesi non è campata per aria ed è l’effetto dell’iniziativa Usa che prende il nome di Inflation reduction act.
L’Ue è vittima o ispirata, a seconda dei punti di vista, da un vecchio sogno; l’indipendenza frutto dell’autarchia preceduta dal protezionismo.
Cosa accade nei rapporti commerciali nel continente? È presto detto; una possibile ricaduta negativa commerciale indiretta causata dalla decisione dell’amministrazione Biden in grado di compromettere l’unità transatlantica in piena guerra. Le tentazioni protezionistiche in Europa sono state cavalcate dal Governo francese che vede nel piano Usa un intervento in grado di comprometterne il mercato.
l’Inflation reduction act è un piano da quasi 400 miliardi di dollari di sussidi per trasporti, energia e clima, che è stato adottato la scorsa estate dal Congresso Usa. Il progetto entrerà in vigore all’inizio del 2023 ma già provocando oggi una fuga di imprese europee alimentando il timore di una deindustrializzazione dell’Europa.
L’economia dell’Ue colpita dalla competizione Usa. La politica monetaria è il baluardo di un governo sovranazionale?
Il rischio dei sussidi a promozione dell’economia usa da parte della Casa Bianca rischiano di diventare una piaga ulteriore sull’attuale fragile economia europea. L’Ue ha chiesto di evitare il coinvolgimento beneficiando dello stesso trattamento riservato a Canada e Messico, le cui esportazioni e imprese sono sostanzialmente parificate a quelle americane.
Mentre gli ultimi dati sull’inflazione di ottobre hanno mostrato un aumento del 10,6%, la BCE continua a mettere pressione sull’economia europea. Secondo il numero due dell’istituto di Francoforte Luis de Guindos, il tasso di inflazione è già al suo picco massimo. Al di là delle spaccature, la decisione della Bce di rivedere nuovamente al rialzo il costo del denaro nella prossima riunione di dicembre è decisa. L’incognita sulle scelte future dipenderà da quali situazioni bisogna fronteggiare e quanto velocemente bisogna arrivare all’obbiettivo in relazione all’efficacia della manovra.
I governi sono già oggi vincolati alle linee guida a garanzia dei prestiti, racchiusi, nel caso dell’Italia, nel Pnrr. Misure e riforme che devono avvenire a prescindere dalla volontà politica che fanno le veci di una pianificazione di un Ue sovranazionale.
Ad esempio, per il caso italiano, si punta in particolare a riforme strutturali, di miglioramento della produttività dell’economia e del potenziale produttivo. Misure strutturali che possono essere un giorno orientate a rendere l’Ue indipendente e in parte autarchica in senso strettamente economico.
Commercio e tecnologia gli Stati Uniti rivelano le loro intenzioni sul lungo termine
Per il momento il dialogo è aperto; non sembra facile risolvere amichevolmente la disputa. Su commercio e tecnologia gli Stati Uniti hanno mostrato nelle ultime due amministrazioni una particolare suscettibilità. L’impero americano perde terreno e cerca di proteggere ciò che ha conquistato con l’impegno economico e militare. Entrambi constano di risultati ottenuti grazie alla superiorità nella ricerca e nell’innovazione.
Maggiori vantaggi e investimenti e prezzi ridotti sono caratteristiche che vengono messe in discussione oggi anche e soprattutto dalla presenza cinese. I risultati dei negoziati tra Washington e Bruxelles potrebbero non arrivare prima di metà gennaio.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, che questa settimana sarà a Washington per una visita di Stato, sta già usando la situazione per rilanciare la sua campagna europea a favore dell’interventismo pubblico in nome della sovranità. Secondo Macron “Abbiamo bisogno di un Buy european act”, per rimanere competitivi e non farsi schiacciare dalle politiche protezioniste di Stati Uniti e Cina.
Per la prima volta Macron sta trovando ascolto anche a Berlino, dove c’è paura per il settore auto. Il pericolo è un circolo vizioso di sussidi che faranno collassare un sistema che non è in grado di essere protetto con una presa di posizione politica nei confronti di attori internazionali che mettono il nazionalismo davanti alle scelte economiche.