Pianificare un investimento non è mai semplice. Le prospettive economiche hanno grandi differenze che dipendono dalla cultura finanziaria personale, dalla propensione al rischio e dal reddito.
La disponibilità economica dovuta alla pensione permette solitamente di conservare mensilmente piccole somme di denaro o in alternativa chiedere un prestito per realizzare anche con la cessione del quinto i propri progetti.
La cessione del quinto dello stipendio è un particolare tipo di prestito personale, destinato a lavoratori dipendenti e pensionati. Tramite questo finanziamento è possibile compensare le esigenze di spesa della propria vita privata e familiare, ad esempio l’acquisto di un’auto, di un televisore, di un corso di formazione o per avere più liquidità disponibile. La cessione del quinto dello stipendio è una forma di credito non finalizzato, questo significa che non sei obbligato a specificare la motivazione della richiesta. Quindi neanche in caso di un investimento.
In questo periodo di grande incertezza, chi va in pensione o è già pensionato si chiede come utilizzare i risparmi o un eventuale prestito. Una possibilità alternativa a quella di una spesa diretta è quella di investire trasformando i propri risparmi in un guadagno redditizio. Un pensionato si trova solitamente in una condizione reddituale in cui è riuscito ad accantonare un capitale, ha una maggiore propensione al risparmio e ha a disposizione beni mobili ma anche immobili. Dato che la vita media si è allungata notevolmente, un pensionato può ancora voler investire piccole somme, oppure ottenere a questo scopo un finanziamento fino a 75.000 euro.
Nel nostro Paese in questo senso il tipo di investimento più comune è effettuato in prodotti bancari prodotti a basso rischio. I pensionati si fidano di un investimento garantito e cercano soluzioni che permettono di investire sul futuro di figli e nipoti.
Tra le soluzioni di investimento che a gennaio 2022 offrono rendimenti garantiti e prevedibili ci sono i buoni fruttiferi postali 4×4. Questi rendimenti più elevati rispetto ad altri ma hanno una prospettiva di rendimento che remunera l’investitore in modo conveniente solo sul lungo termine. Per raggiungere i livelli massimi di rendita si devono investire i propri soldi fino a 16 anni, in quanto i rendimenti sono fissi e crescenti. Si può poi chiedere il rimborso del capitale investito quando si vuole ma si ha il riconoscimento degli interessi maturati soltanto dopo 4, 8 e 12 anni. Il rendimento effettivo annuo lordo più alto in assoluto raggiunge dopo 12 anni appena lo 0,4% e lo 0,75% dopo 16 anni.
Questo è naturalmente dovuto alla garanzia di rendimento e di questo genere di titoli. Tutti i buoni fruttiferi postali infatti sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato italiano. I buoni fruttiferi non hanno costi di sottoscrizione o di rimborso, eccetto gli oneri di natura fiscale pari al 12,5% su cui non grava l’imposta di successione. Per quanto concerne l’imposta di bollo, sono esenti i risparmiatori che hanno buoni fruttiferi per un valore complessivo non superiore a cinque mila euro.
Altre soluzioni possibili a partire da gennaio con un rendimento assicurato, sono i buoni fruttiferi postali sottoscritti tramite il piano di investimento chiamato RisparmioSemplice. Esso ha una durata di quattro anni senza vincoli di rimborso con un rendimento alla scadenza che arriva allo 0,5% annuo lordo.
Sui mercati finanziari esistono innumerevoli categorie di contratti e asset tramite cui è possibile investire una frazione del proprio capitale. La maggior parte dei broker oggi permette di usufruire del potenziale della leva finanziaria. In alternativa è possibile investire su piccole aziende innovative con un ampio potenziale di crescita.
Investire piccole somme di denaro in azioni può rappresentare un investimento altamente speculativo. Le società a cui si può ambire sono infatti relativamente nuove, hanno una bassa capitalizzazione e solitamente non hanno una storia di successo imprenditoriale alle spalle. Quando si investe su mercati con un’alta volatilità come quello azionario, ma soprattutto in società parzialmente se non completamente sconosciute, ci si espone facilmente a fenomeni di manipolazione dei prezzi, con improvvisi incrementi di prezzo, creati dall’azione concertata di una serie di azionisti.
Il trading può essere considerato a tutti gli effetti un’attività di impresa, supportata dalle conoscenze tecniche, dal bagaglio esperienziale e dalla capacità di gestire sé stessi. Per evitare di incorrere in simili rischi è oggi possibile investire in azioni delle maggiori società per capitalizzazione acquistando una frazione del valore delle azioni.
Con una quantità di capitale disponibile alla portata di chiunque, è possibile non solo poter investire, ma realizzare un portafoglio equilibrato spendendo molto meno del costo di una singola azione. Grazie al fractional share trading, ovvero l’acquisto di azioni frazionate, è possibile investire a partire da un dollaro. Si acquistano così azioni che al valore di mercato avrebbero un prezzo dai 100 fino a diverse migliaia di dollari.
In questo modo è possibile accedere facilmente a titoli in grado di continuare a performare anche nel 2022 tra cui: Amazon, Alphabet, Apple, Meta platforms, Nvidia, Tencent holding, Johnson & Johnson.
Un modo alternativo di accedere agli stessi titoli azionari anche se in modo più indiretto sono i CFD. Acronimo di contract for difference è un contratto derivato tramite cui due parti convengono per scambiare denaro, sulla base della variazione dell’asset a cui quel contratto è legato, senza tuttavia possederlo direttamente. Esso può essere ad esempio, una commodity come oro, petrolio, oppure un’obbligazione, un indice azionario, o la singola azione di un’azienda.
I vantaggi nell’utilizzo di un contratto CFD possono essere molteplici. Grazie ai contratti per differenza gli investitori hanno la possibilità di accedere tramite un conto a margine, usando un solo tipo di strumento finanziario un’ampia varietà di asset quotati nei mercati di tutto il mondo.
L’obbiettivo finale è quello di costruire un portafoglio per valorizzare già sul breve termine il capitale o i risparmi accumulati, partecipando ai rendimenti di quelle che sono le aree tematiche a più ampio potenziale di crescita. Quando si tratta di investire avendo davanti a sé un arco temporale limitato per godere del nostro capitale, oltre a cercare asset in grado dare ottimi rendimenti nel breve periodo come i titoli azionari, è possibile anche investire con un ETF. Acronimo di Exchange Trade Fund sono una forma di risparmio collettivo passivo, il cui valore è legato a un fondo comune che replica l’andamento di indici, materie prime o panieri di asset.
Questa è la soluzione migliore se si vuole diversificare il rischio. Non bisogna dimenticare che ogni risparmio, anche quello che sembra più superfluo, merita di essere protetto da potenziali perdite finanziarie. Aumentare il peso delle azioni di un eventuale portafoglio è utile a garantire una rendita più rapida, grazie agli effetti positivi della volatilità. A questo si deve accompagnare la consapevolezza dell’impatto psicologico che grandi variazioni del valore in brevi periodi possono avere sull’investitore, soprattutto se inesperto.
L’Invesco QQQ Trust è un ETF che replica l’indice Nasdaq 100, composto dalle 100 maggiori società non finanziarie che operano sul mercato Nasdaq.
Questo ETF investe a tutto tondo nel settore tecnologico, con un listino di società come Apple, Microsoft, Amazon, che costituiscono circa il 36% del valore del fondo. QQQ Trust è quindi un ETF esposto sulle aziende che rappresentano l’avanguardia tecnologica dei nostri tempi. Esse sono impegnate nello sviluppo di settori come realtà aumentata, servizi cloud, Big data, streaming e servizi di pagamento elettronici nonché veicoli elettrici.
In questo senso questo ETF è perfetto se si desidera investire con un unico strumento sul valore di un intero paniere di azioni. Le partecipazioni non sono equamente distribuite su tutte le 100 aziende quotate. Tuttavia il valore complessivo permette di beneficiare nel complesso di uno dei settori più rappresentativi dell’innovazione dei prossimi anni.
Nonostante nel 2021 le banche centrali abbiano continuato ad acquistare obbligazioni a volumi record, a partire da gennaio 2022 la BCE potrebbe ulteriormente ridimensionare i suoi acquisti obbligazionari. Questi sono passati dagli 80 miliardi di euro del secondo e terzo trimestre ai circa 70 miliardi nel quarto trimestre. A marzo del 2022 scadrà inoltre il Programma di acquisto di emergenza pandemica, lasciando l’economia europea a contare solo sulla forza dei risultati economici raggiunti dai singoli paesi.
In questo contesto è possibile diversificare il rischio costituito da un possibile ulteriore deprezzamento dell’euro. La valuta del vecchio continente ha perso, soltanto nel 2021, circa il 7% del suo valore.
Un modo semplice di cominciare a proteggere i propri risparmi a partire da gennaio 2022 è quello di contare sugli sviluppi tecnologici costituiti dalle criptovalute. Esistono criptovalute come le stablecoin che permettono di acquistare o vendere in modo diretto una valuta digitale, il cui valore è stabilmente ancorato a quello di un asset tradizionale. Tra questi ad esempio, metalli preziosi come l’oro o valute come Dollaro USA ed Euro.
Le stablecoin come tutte le criptovalute possono essere scambiate senza passare per i mercati tradizionali come il Forex o broker regolamentati. Questo tipo di asset fornisce un’alternativa competitiva ai tradizionali prodotti come i CFD ma anche gli ETF. Tra le realtà più attive in questo settore su cui è possibile investire ci sono
Tether / USDT con una capitalizzazione di 73.32 miliardi e una media di 70 miliardi di dollari in termini di volumi di scambi giornalieri, avvenuta negli ultimi due anni. Una alternativa legata al dollaro è anche USD Coin / USDC che ha invece una capitalizzazione di 34.35 miliardi.
Per quanto riguarda l’euro abbiamo invece EURS, che è oggi indubbiamente la prima stablecoin legata all’euro per sicurezza, liquidità e capitalizzazione di mercato. Questa stablecoin presente sul mercato da giugno 2018 è disponibile sui maggiori exchange come HitBTC, Changelly, Bitfinex, Switch etc.
Le stablecoin legate al valore dell’Euro sono arrivate sul mercato solo negli ultimi anni, a causa delle più stringenti normative dell’Unione Europea in termini di stabilità e sicurezza. Trovare un partner bancario in Europa che sia disposto ad aprire conti per transazioni legate alle criptovalute, è stato un ostacolo per molte società, compresi gli emittenti di stablecoin. Le stablecoin permettono di convertire facilmente i propri euro in valuta digitale e a sua volta questa può essere convertita in stablecoin su dollaro o metalli preziosi.
Una alternativa molto interessante con cui fare fruttare il proprio capitale convertito in una stablecoin, è quello di lasciare il deposito su una piattaforma che fornisce un servizio di prestiti e crediti in criptovalute. Tra questi BlockFi, Nexo o YouHodler.
Tenendo presente la loro stabilità e bassissima volatilità, le stablecoin si dimostrano una fonte particolarmente remunerativa di reddito passivo. Su YouHodler, per esempio lasciare depositata una stablecoin come USDT genera interessi annuali del 12% che vanno a incrementare il capitale su base giornaliera. Questo è in grado così di dare massimo risalto all’effetto esponenziale degli interessi composti. Questi sistemi naturalmente non sono privi di rischi, presenti in modo naturale nel resto del mondo finanziario. È perciò necessaria attenzione sia alla sicurezza che alla solidità patrimoniale della società che garantisce il tuo deposito.
Investire durante il pensionamento è un’attività possibile ma che può variare ampiamente a seconda dalla situazione patrimoniale e dall’orizzonte temporale a disposizione. Non è infatti la stessa cosa investire a 65 anni o a 80, considerando anche la diversa propensione al rischio. Considerate queste differenze i risparmi lasciati disinvestiti sono tutti soggetti nel tempo agli effetti dell’inflazione. Ancora a gennaio 2022 l’inflazione può continuare a erodere il potere d’acquisto creando così indirettamente una perdita finanziaria. Tenendo conto anche della situazione dei mercati e della crisi economica appena conclusa, il desiderio principale di un pensionato potrebbe essere anche semplicemente quello di riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita.
Per proteggere il proprio tenore di vita o quello dei propri figli è possibile accumulare in modo graduale un capitale, con una formula che tiene conto di sgravi fiscali, reversibilità per uno o più soggetti designati e ritiro anticipato del capitale. Un figlio o una figlia bisognosi rappresentano un grande impegno per tutti. Per migliorare la situazione, i risparmi accumulati nel tempo attraverso un PIP diventano una sicurezza per il loro futuro economico.
Per garantire questa possibilità anche ai propri cari è possibile optare per una forma di previdenza complementare privata di tipo assicurativo. Il PIP consente di gestire in maniera separata il capitale depositato all’interno del piano individuale pensionistico. Questo in quanto reversibile può essere destinato a qualunque beneficiario designato. Questo da modo di affrontare eventuali difficoltà personali e lavorative del coniuge o dei figli. Tra questi le spese sanitarie, l’acquisto e ristrutturazione della prima casa di abitazione.
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È possibile richiedere il capitale accumulato in anticipo, in qualsiasi momento, per spese sanitarie straordinarie documentate. Queste devono essere connesse a interventi e terapie conseguenti a gravissime condizioni sia proprie che della propria famiglia. In questo modo è possibile richiedere fino al 75% del capitale accumulato, con un aliquota che varia tra il 15% e il 9% in base agli anni di partecipazione alla previdenza complementare.
Una seconda motivazione è l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa di abitazione sia propria che dei figli. Il PiP consente un anticipo del 30% del capitale dopo otto anni di adesione al fondo e un aliquota del 23%. Alle condizioni è possibile richiedere il capitale accumulato in anticipo anche semplicemente per motivi personali e familiari.
A seconda delle caratteristiche del PIP, puoi scegliere di collegare il rendimento del tuo capitale a una gestione separata, a uno o più fondi interni o OICR, oppure a una loro combinazione. Le gestioni separate sono caratterizzate da una composizione degli investimenti tipicamente prudenziale. Nella maggior parte dei casi è garantita la restituzione del capitale versato o un rendimento minimo.
I fondi pensione interni e gli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio, sono strutturati secondo differenti combinazioni di strumenti finanziari e di esposizione al rischio. Al momento del pensionamento e a condizione di avere almeno cinque anni di partecipazione al fondo, puoi ricevere tutto il capitale accumulato in rendita, costituendo la tua pensione complementare. Diversamente è possibile scegliere di avere fino a un massimo del 50% del montante accumulato in capitale e il restante in rendita.
I contributi che versi al PIP sono deducibili dal reddito IRPEF fino a 5.164,57 euro l’anno, quindi paghi subito meno imposte sui redditi. Entro lo stesso limite puoi portare in deduzione anche i versamenti effettuati a favore di familiari fiscalmente a carico.
I rendimenti della gestione finanziaria sono tassati con un’aliquota massima del 20% anziché del 26% come per la maggior parte delle forme di risparmio finanziario. La pensione complementare e il capitale sono tassati con un’aliquota agevolata. Questa varia tra il 15% e il 9% in base agli anni di partecipazione al PIP.
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