Riforma pensione, una pazza idea comincia a farsi largo e suscita molto interesse per un motivo particolare

Il gruppo Facebook “Uniti per la tutela del diritto alla pensione” ha avanzato una proposta nuova riforma previdenziale, davvero interessante.

Nel 2023 tornerà a pieno regime la riforma Fornero con la sua estrema rigidità, che prevede un pensionamento ordinario a 67 anni di età anagrafica. Di fatto, tra poco più di 5 mesi, quota 100 e quota 102 saranno esaurite, con numeri decisamente inferiori alle previsioni.

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Per il 2023 torna ad aleggiare sui pensionati italiani l’incubo della riforma Fornero. Urge una nuova riforma previdenziale, ma il Governo è occupato a risolvere altre emergenze, che sono sorte in seguito la lenta ripresa economica post covid e agli effetti dello scontro militare tra Russia e Ucraina.

Sull’argomento pensioni c’è sempre un motivo di scontro tra le varie forze politiche. Le posizioni discordanti sussistono anche nei confronti dell’Unione Europea che, da tempo, chiede ai vari Governi italiani di ridurre la spesa previdenziale. Infatti, la spesa previdenziale del Bel Paese è attualmente la più alta in Europa.

In vista delle elezioni politiche del prossimo anno, l’argomento pensioni potrebbe nuovamente tornare in auge. Per questo motivo, sono state avanzate diverse proposte tra cui una, estremamente interessante, che arriva da un gruppo di Facebook.

Proposta nuova riforma previdenziale: di cosa si tratta

Il gruppo di Facebook UTP “Uniti per la tutela del diritto alla pensione” ha avanzato un’interessante proposta che riuscirebbe ad affrontare, in maniera intelligente, il problema della flessibilità in uscita. La proposta avanzata concederebbe un ampio range di uscita ai lavoratori, a partire da 62 anni fino ad arrivare a 70 anni.

Per ottenere quest’obiettivo occorrerebbe spostare l’età della pensione di vecchiaia a 66 anni. Inoltre, bisognerebbe applicare delle penalizzazioni e delle incentivazioni del 1,5% ai lavoratori che decidono di lasciare prima il mondo del lavoro o dopo. Tenendo sempre, come età di riferimento 66 anni.

Le condizioni necessarie per accedere a quest’opzione di pensionamento sarebbero: la maturazione di almeno 20 anni di versamenti contributivi obbligatori effettivi.

Inoltre, il lavoratore che intende andare in pensione dovrebbe percepire un assegno previdenziale che sia di almeno 1,7 volte la pensione sociale. Facendo due calcoli si arriverebbe ad un importo minimo di €780 al mese che rappresenta, più o meno, il valore del reddito e della pensione di cittadinanza.

In questo modo, qualunque lavoratore con età compresa tra 62 e 70 anni avrebbe la possibilità di decidere in maniera autonoma qual è il momento del suo ritiro dal mondo del lavoro.

Così facendo, la spesa previdenziale verrebbe ridotta notevolmente. Di fatto, il maggior costo al quale l’INPS potrebbe andare incontro, a causa delle persone che si ritirano prima dei 66 anni, potrebbe essere compensato da quelli che deciderebbero di rimanere nel mondo del lavoro fino ai 70 anni.

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