L’aritmia cardiaca può causare malattie invalidanti come infarto e ictus, spetta l’invalidità, la legge 104 con permessi e congedo.
L’aritmia è il termine medico per un battito cardiaco irregolare o anormale. Alcune aritmie possono portare a complicazioni pericolose per la vita. Una persona con un’aritmia cardiaca potrebbe avere un cuore che batte troppo velocemente, troppo lentamente o in modo irregolare. Senza trattamento, l’aritmia può portare complicazioni pericolose per la vita, come: insufficienza cardiaca, ictus o arresto cardiaco.
Se le persone non ricevono un trattamento adeguato all’aritmia, si possono innescare complicazioni pericolose per la vita, come insufficienza cardiaca, ictus o arresto cardiaco. Il cuore potrebbe non essere in grado di pompare correttamente il sangue nel corpo, il che può danneggiare gli organi, come il cervello e il cuore.
Aritmie si verificano quando ci sono cambiamenti nel tessuto cardiaco o negli impulsi elettrici che controllano il battito cardiaco. Molteplici fattori possono causare questi cambiamenti, come danni causati da malattie, stress, tossine, lesioni o genetica.
I sintomi più gravi di aritmia includono: dolore al petto; respirazione difficoltosa; sentirsi svenire o svenire; palpitazioni gravi (possono sembrare svolazzanti o martellanti al petto); fatica; ansia; sudorazione; debolezza; cervello annebbiato; vertigini; vista offuscata.
Se si hanno questi sintomi e il caso di rivolgersi al medico curante e fare un’indagine. Inoltre, è possibile fare domanda del riconoscimento dell’invalidità civile con l’attribuzione di una percentuale invalidante che se superiore al 74% da diritto ad una prestazione economica mensile, il cosiddetto assegno di invalidità. L’INPS nel caso delle malattie cardiache riconosce specifiche percentuali compatibile con l’assegno di invalidità in diversi casi. Nell’elenco il primo caso è quello delle aritmie cardiache gravi alle quali l’INPS riconosce un’invalidità al 100%. Poi, a seguire la coronaropatia gravissima o la sindrome ipocinetica da scompenso cardiaco cronico, sempre con una percentuale del 100%.
Invece, nel caso delle miocardiopatie o delle valvulopatie che comportano una gravissima insufficienza cardiaca, la percentuale invalidante oscilla dal 71% al 100%. Inoltre, anche i difetti interatriali o interventricolari possono comportare una serie di condizioni cliniche che la Commissione medica INPS riconosce come patologie invalidanti.
Se dalla malattia cardiaca scaturisce una percentuale invalidante superiore al 74% e se la situazione reddituale del soggetto è inferiore ai limiti richiesti, è possibile ottenere un assegno di invalidità mensile. L’assegno se riconosciuto ha una validità triennale con eventuale rinnovo. Inoltre, se la percentuale riconosciuta è al 100% e comporta una difficoltà a compiere azioni di vita quotidiana (come vestirsi, lavarsi, eccetera), si ha diritto anche all’indennità di accompagnamento a prescindere dal reddito del soggetto o del nucleo familiare.
Oltre all’invalidità civile è possibile chiedere il riconoscimento dell’handicap, ai sensi della legge 104. Ci sono differenze tra legge 104 con handicap, invalidità civile e disabilità, e danno diritto a prestazioni diverse.
La legge 104 con handicap grave, permette ai lavoratori dipendenti di fruire di tre giorni di permesso al mese, retribuiti e coperti di contribuzione volontaria. Inoltre, a prescindere dell’handicap, coloro che hanno un’invalidità superiore al 50% hanno diritto ad un congedo di trenta giorni retribuito. Poi, coloro che assistono un disabile con legge 104 articolo 3 comma 3, possono chiedere un congedo di due anni retribuito e coperto da contribuzione figurativa, per assistere il familiare. Questo congedo richiede due requisiti fondamentali: diritto di priorità e requisito di convivenza.
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