Il dialogo tra Usa e Cina insieme al contesto internazionale ha fatto aumentare i prezzi del grano. Coinvolto negli gli aumenti anche il riso, la cui produzione è messa in difficoltà da diversi fattori.
Dal sei al dieci luglio i prezzi del grano hanno avuto un incremento del 7% una decisa variazione nella tendenza ribassista che sembra presagire nuovi aumenti significativi nei prossimi giorni.
Il grano infatti è tra quei prodotti di base limitati dalla crisi Ucraina e messi a repentaglio, inoltre, dalla fragilità delle nostre catene di approvvigionamento. Ucraina e Russia producono entrambe circa un terzo del grano mondiale; questo getta benzina sul fuoco nei prezzi di un cereale indispensabile per la sicurezza alimentare delle nazioni.
Oltre a questo il mese di giugno è stato il secondo più caldo mai registrato in Europa, con una temperatura superiore di 1,6 gradi alla media. Lo stravolgimento climatico, ampiamente denunciato negli anni, pesa naturalmente sulle coltivazioni. Secondo Coldiretti la siccità ha causato già danni per oltre tre miliardi nelle campagne.
In Italia la siccità e i rincari delle materie prime, come i carburanti, sono tra le prime cause che stanno piegando anche i produttori di riso. Non è un caso se le due Regioni maggiori produttrici di riso, Piemonte e Lombardia, sono anche quelle più colpite dall’emergenza.
Le due regioni sono responsabili del 90% delle coltivazioni del cereale; il rischio concreto è di perdere anche il 40% della produzione a causa della mancanza di acqua.
L’altro fattore anch’esso difficili da tenere sotto controllo è il costo dell’energia; il gasolio è aumentato più del 120% così come è raddoppiato il costo dell’elettricità. La conseguenza è che all’ingrosso il prezzo del riso è aumentato in ognuna delle sue tipologie: il ribe è aumentato quasi di circa il 40%, mentre l’arborio e il carnaroli, sono aumentati del 25 e del 60%.
Gli effetti dell’aggravarsi della situazione idrica non fanno ben sperare, la situazione può aggravarsi questa estate per tutto il settore agricolo. Da metà luglio si prospetta una nuova eccezionale ondata di caldo; le produzioni nazionali di riso sono previste in calo del 15% mentre quelle di grano fino al 20%. Oltre questo si potranno avere effetti su prodotti come il mais per l’alimentazione animale, oltre che su frutta e verdura.
Di fronte a questa compresenza di fattori, non è difficile immaginare che i prezzi per i consumatori siano destinati a salire ancora.
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