Chi vincerà le prossime elezioni si troverà a mettere mano al fisco. Arrivano da tutti gli schieramenti proposte di modifica della pressione fiscale su cittadini e lavoratori.
Per gli italiani la riduzione della pressione fiscale è un bisogno frustrato che da tempo chiede di venire reso concreto da una seria riforma.
Ne sono consapevoli i partiti e soprattutto il centrodestra che ha canalizzato il bisogno degli italiani nella flat tax, che al momento rischia di rimanere un mero slogan elettorale. Le motivazioni sono concrete e il nuovo governo dovrà necessariamente prendere in considerazione gli effetti sui conti pubblici degli ultimi due anni di spesa.
Una riforma fiscale non si può fare in deficit e tanto meno in un momento delicato come quello attuale. L’Italia rimane sotto i riflettori degli investitori e il nuovo governo deve tutelare la sua credibilità. Per rendere attuabili riforme come la flat tax per la riduzione della pressione fiscale è necessario un taglio alla spesa pubblica, tanto importante quanto più la riforma vuole essere incisiva.
Per definizione e per costrutto, la flat tax è una tassa piatta; deve quindi essere estesa a una vasta platea se non a tutti i lavoratori. Una tassa che livella la pressione fiscale sui i redditi a prescindere dal loro valore assoluto. Le controversie rispetto all’equità del trattamento possono essere compensate dal sollievo generato da una riduzione della pressione fiscale tra i 10 e i 20 punti percentuali.
Una aliquota unica non esclude comunque una progressività, ma questa deve essere pensata per riuscire a sostenere la struttura dell’intero bilancio pubblico. La riforma deve essere pensata soprattutto anche per evitare l’evasione fiscale e redatta per rendere immediato il rapporto tra fisco e contribuente. È soprattutto questo l’aspetto del conflitto tra contribuente e Stato che può sostenere nel tempo questo genere di manovra, considerando che gli effetti positivi hanno bisogno di un tempo di maturazione minimo per compensarne i costi iniziali.
Una riforma fiscale che ruoti intorno a una flat tax è possibile, sembra implausibile sotto il profilo degli equilibri finanziari se presa in considerazione un’aliquota del 15% senza specificare come viene compensato il minor gettito.
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