In merito alla possibilità di effettuare prelievi su conto corrente cointestato, occorre ricordare che a fare la differenza è la firma congiunta o disgiunta.
Quando due o più persone decidono di aprire un conto corrente cointestato, essi hanno la stessa possibilità di gestire il denaro depositato.
Il conto corrente cointestato è un deposito bancario i cui titolari sono due o più persone. L’esigenza di aprire un conto in comune non è dettato solo da vincoli di parentela, ma può essere legato anche ad esigenze di business. Si pensi, ad esempio, ai soci di una società.
Quando un conto corrente è cointestato vuol dire che tutti i titolari del deposito bancario hanno gli stessi diritti in merito all’accesso ai risparmi depositati. Secondo la normativa attualmente in vigore il denaro che confluisce sul conto si considera diviso in parti uguali, in base al numero dei cointestatari.
Per questo motivo, ogni cointestatario, al momento della compilazione del modello Isee dovrà inserire il saldo e la giacenza del conto cointestato solo per la parte di cui è titolare.
In sostanza, se il conto è cointestato tra due persone ognuno avrà diritto al 50% delle somme depositate. Se, invece, gli intestatari sono tre la percentuale diminuisce al 33,3%, se sono quattro al 25% e così via.
Sebbene avere un conto corrente cointestato dia tutti i titolari del deposito la stessa capacità di gestione del denaro, diverso è il discorso per quanto riguarda i prelievi. In tal caso, occorre distinguere tra conto corrente cointestato a firma congiunta o disgiunta.
Prelievi su conto corrente cointestato: quando una firma fa la differenza
Quando un conto corrente ha più di un intestatario può essere sia a firma congiunta che a firma disgiunta. Quando il deposito è a firma congiunta, vuol dire che ogni operazione, effettuata con il denaro presente sul conto, necessita del consenso di ogni titolare.
Se, invece, il conto corrente a firma disgiunta, i titolari del deposito sono autorizzati ad eseguire le normali operazioni bancarie senza dover ottenere il consenso da parte degli altri intestatari.
La normativa che disciplina i conti correnti cointestati è piuttosto equa anche per quanto riguarda il diritto di successione.
Infatti, in caso di morte di uno dei cointestatari la banca è tenuta a congelare l’intero deposito, evitando che possono essere effettuati i prelievi. Questa situazione si verifica anche se si tratta di un conto corrente cointestato con firma disgiunta. Tuttavia, in questo caso, la banca con genera solo la quota di denaro relativa alla pertinenza del titolare defunto.
I limiti ai prelievi dal deposito
Esistono poi altri limiti che fanno riferimento al conto corrente, ovvero alla presenza o meno di denaro. Se la somma di denaro che s’intende prelevare non è presente sul deposito è ovviamente impossibile effettuare l’operazione.
Altro motivo per il quale potrebbero essere previsti limiti ai prelievi dal conto corrente è il plafond giornaliero e mensile. In questo caso, facciamo riferimento alle condizioni dettate dall’istituto bancario in virtù degli accordi siglati con i titolari del conto, al momento della tua apertura.
Infine, vi sono ulteriori limiti che riguardano le soglie di prelievo, in merito all’utilizzo di contanti per effettuare pagamenti tra privati. In questo caso, i limiti non sono legati né ai titolari del conto né alla banca, ma alle normative attualmente in vigore che hanno lo scopo di combattere l’evasione fiscale.