Una delle questioni che maggiormente suscita incognite e spesso proteste da parte dei cittadini. Il limiti al prelievo bancomat.
Una delle questioni che di recente maggiormente toccano i cittadini italiani è rinchiusa nella necessità di frenare il flusso di denaro contante in circolazione. Iniziative quali il cashback, la lotteria degli scontrini ed altre ancora, avevano come obiettivo primario proprio il tentativo di ridurre l’utilizzo di denaro contante in favore di quello di carte di credito e bancomat. Pagamenti certificati, insomma, al posto di pagamenti che possono in qualche modo sfuggire alla vista dell’Agenzia delle Entrate.
Il periodo in cui viviamo, segnato dalla crisi ed in alcuni casi da veri e propri stenti, potrebbe indirizzare il cittadino a tenere con se maggiori somme di denaro, attingendo magari ai risparmi di una vita presenti proprio su un conto corrente. Considerati i limiti però quotidiani di prelievo sugli stessi sportelli Atm, sorge spontanea una domanda: come è possibile prelevare cifre più alte, magari in situazioni di vera e propria emergenza? La risposta esiste davvero? Come si può in qualche modo superare questo scoglio?
Le soluzioni in teoria ci sarebbero tutte. Le limitazioni che arrivano dallo Stato proprio per sopperire all’eccessivo utilizzo di denaro contante a discapito di altri strumenti di pagamento ci sono e sono anche abbastanza importanti. In ogni caso è possibile concordare con il proprio istituto di credito una limitazione diversa, magari per particolari esigenze. La banca potrebbe nel caso in cui si verificano prelievi di contanti eccessivi segnalare la cosa all’Unità di informazione finanziaria (Uif), secondo quanto stabilito dall’articolo 35 del D.Lgs. 231/2207. Il limite oltre cui non spingersi resta quello dei 10mila euro mensili.
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Gli accertamenti da parte dell’Agenza delle Entrate possono scattare in ogni momento. Non è un fatto insolito ad esempio che si chiedano spiegazioni riguardo un utilizzo ritenuto eccessivo del bancomat. All’opposto lo stesso Fisco potrebbe insospettirsi per i troppo pochi prelievi in un arco di tempo ristretto. Tutto porterebbe a denaro non tracciato, rischio di evasione fiscale e quant’altro. Le strade insomma sono contorte, ma con la giusta cautela è sempre possibile trovare delle valide scorciatoie.
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