Uno strumento di successo, PostePay Evolution. Una carta ricaricabile con Iban che si comporta come un conto corrente. Il problema è che non lo è.
Strumenti di risparmio ma anche di pagamento e investimento. Poste Italiane mette a disposizione dei suoi clienti una serie di opportunità interessanti, che vanno oltre il semplice conto corrente BancoPosta. PostePay è certamente quella più gettonata, in tutte le sue varietà. Proprio la versatilità è la chiave del successo della prepagata, utilizzata per effettuare pagamenti di importo variabile e, in alcuni casi, persino per ricevere degli accrediti.
Il modello Evolution rappresenta il raccordo fra la carta prepagata e il conto corrente vero e proprio, potendo disporre di un codice Iban apposito e, di conseguenza, di tutte le operazioni possibili con esso. Il nome suggerisce di cosa si tratta: un’evoluzione della PostePay base, la prima introdotte da Poste. Evolution è pensata appositamente per coloro che, per varie ragioni, non possono o non vogliono avere un conto corrente. Il codice Iban, fra le altre cose, permette infatti di farsi accreditare lo stipendio e di effettuare bonifici.
Tolto l’Iban, tuttavia, la PostePay Evolution rimane una carta ricaricabile come le altre. O meglio, il funzionamento base resta lo stesso. Versamenti, prelievi, acquisti online o nei negozi fisici, il tutto con solo 5 euro di contributo di attivazione più 12 euro annui di canone. Apparentemente un’ottima alternativa al conto corrente ordinario e, di sicuro, un plus rispetto alla PostePay base. Il problema è che tutte le cose belle, il più delle volte, hanno anche degli effetti boomerang. Un’altra faccia della medaglia che, a chi pensava di lasciar stare con l’apertura di un conto ordinario, di certo non farà piacere.
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PostePay: cosa non si può fare con Evolution
Solitamente, quando si descrive un prodotto ci si concentra su cosa sia in grado di fare e quali vantaggi possa offrire a chi lo attiva. Il punto, però, è proprio quello che non consente di fare. Una differenza marcata con il conto corrente ordinario e altri strumenti messi a disposizione da Poste, è la limitazione di PostePay Evolution ai soli maggiorenni. Basti pensare che conto e carta di credito, con assistenze genitoriali e paletti vari, sono attivabili da tutti gli over 12. Niente di tutto questo con Evolution: senza i 18 anni compiuti niente carta. Questo significa che un lavoratore estremamente precoce non potrebbe depositarvi lo stipendio.
Ma se questa sembra una limitazione tutto sommato marginale, ben diverso è il discorso per la richiesta di attivazione. La quale, come ricorda ContoCorrenteonline.it, può avvenire esclusivamente in ufficio postale. Niente attivazione online quindi: per PostePay Evolution sarà richiesta la presenza fisica del possessore, a meno che non si tratti di un rinnovo. La sostitutiva, infatti, potrà essere richiesta tramite l’apposita app.
Attenzione poi. E’ vero che il codice Iban permette parecchie operazioni ma è vero pure che, per quanto possa essere simile, Evolution non è un conto corrente a tutti gli effetti. Questo comporta che molte aziende semplicemente non la riconoscano come valida ai fini dell’accredito o del pagamento. Basti pensare a un gestore di telefonia mobile o di internet: per l’attivazione delle forniture e l’addebito delle bollette verrà richiesto un conto corrente bancario. E questo vale anche per un semplice piano tariffario su smartphone.
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Per rimarcare un’altra differenza col conto ordinario, si pensi ai giroconti gratuiti: Evolution li consente ma solo per un importo massimo di 25 euro. Un importo decisamente irrisorio ma cifre superiori richiederanno il pagamento di una commissione, variabili da 1 a 5 euro. Lo stesso vale per i prelievi presso gli Atm e per i bonifici. 1 euro ma solo tramite app, altrimenti 3,50 in Posta. A conti fatti, i costi di gestione non sarebbero così vantaggiosi. Senza considerare la concorrenza in atto, specie da parte di altre carte gratuite e senza spese di commissione. Certo, i vantaggi ci sono e Poste resta comunque una garanzia. Ma la digitalizzazione ha reso più autonomi i contribuenti anche nella scelta dei prodotti di gestione del denaro.