Da baraccone con bilanci in profondo rosso ad azienda moderna e competitiva a livello europeo…
Ha una storia di oltre 150 anni la società Poste Italiane che si occupa di servizi postali, bancari (tramite il Patrimonio Bancoposta), finanziari e di telecomunicazione, di telematica pubblica, di operazioni di riscossione e pagamento e di raccolta del risparmio postale. Fu fondata infatti nel 1862 come azienda autonoma che gestiva in monopoli i servizi postali e telegrafici per conto dello Stato e divenuto in seguito fino al 1998 un ente pubblico economico.
Come è organizzata Poste Italiane
La società è organizzata in cinque divisioni (Bancoposta, Filatelia, Rete Territoriale Corrispondenza, Espresso Logistica e Pacchi) e 13 Direzioni e Servizi Centrali. Gli ultimi dati a disposizione ci dicono che è suddivisa di 6 aree territoriali che gestiscono complessivamente 132 filiali, 12.845 uffici postali, 16 centri di meccanizzazione postale, 2.117 uffici di recapito con 40.717 addetti al recapito, 7.249 sportelli automatici, 18 collegamenti aerei quotidiani, 33.000 veicoli.
Sino al 30 aprile 2026 la società è l’affidataria del servizio universale postale: deve fornire alcuni servizi essenziali di consegna di lettere e pacchi su tutto il territorio nazionale italiano.[
Chi gestisce Poste Italiane?
È una società quotata nell’indice FTSE MIB della Borsa di Milano ed è controllata per il 35 per cento dalla Cassa Depositi e per il 29,3 per cento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Da marzo 2017 Bianca Maria Farina è il presidente, mentre Matteo Del Fante è l’amministratore delegato di Poste italiane S.p.A.
La capitalizzazione iniziale era di 8,816 miliardi di euro corrispondente ai 6,75 euro per azione del prezzo dell’IPO, conclusasi positivamente conPos una richiesta superiore di 3,3 volte del quantitativo offerto. Il 70 per cento delle azioni vendute appartiene agli investitori istituzionali mentre il 30 per cento è stato riservato al pubblico indistinto residente in Italia e ai dipendenti residenti in Italia. Alla vendita del 30 per cento delle azioni potevano aderire i clienti classificati ai fini del Ministero dell’Economia e delle Finanze come i clienti al dettaglio e i clienti professionali su richiesta, se persone fisiche.
Dopo anni disastrosi la svolta a metà degli anni Novanta
All’inizio degli anni ’90 il disavanzo di bilancio sembrava fosse irrisolvibile e con una bassissima produttività per addetto.
La svolta arriva con il decreto legge n. 487 del 1º dicembre 1993, convertito dalla legge n. 71 del 29 gennaio 1994 portò a una trasformazione di Poste italiane da azienda autonoma a ente pubblico economico, prevedendo l’adozione del principio di efficienza produttiva, il recupero della qualità dei servizi e il risanamento economico-finanziario. A partire soprattutto dai primi anni 2000 si vedono importanti risultati con taglio del numero dei dipendenti, aumento della produttività, bilanci in utile e innovazione dell’infrastruttura tecnologica e logistica e sull’ampliamento della gamma dei servizi.
Su cosa conviene investire in posta? Le quotazioni delle azioni
Senza dubbio i prodotti più sicuri e convenienti nel panorama degli investimenti postali sono i buoni fruttiferi. Questi sono da preferire rispetto ai libretti di risparmio perché offrono dei rendimenti crescenti nel tempo, seppur non troppo elevati.
Per quanto riguarda le azioni nell’ultimo anno (2020-2021) le azioni hanno fatto registrare ottime performance con una crescita superiore al 40 per cento, il valore di ogni azione fluttua intorno agli 11,40-60 euro per azione
I servizi offerti nell’area finanziaria e assicurativa
Particolare importanza hanno acquisito in questi anni i prodotti e i servizi dell’area finanziaria, prima fra tutti la carta prepagata Postepay introdotta alla fine del 2003 che ha riscosso un notevole successo, soprattutto tra i giovani. Alla Postepay “classica” si sono affiancate in seguito altre versioni destinate a pubblici specifici.
L’Azienda offre il conto BancoPostaClick anche online, il conto BancoPostapiù (evoluzione del conto classico) e il conto di Base per l’inclusione finanziaria e un’ampia gamma di prodotti finanziari: mutui, prestiti personali, fondi comuni d’investimento, che si sono aggiunti ai classici libretti di risparmio e ai buoni postali fruttiferi. Inoltre il gruppo Poste Vita offre una vasta gamma di prodotti assicurativi. Poste Italiane è stata la prima azienda postale al mondo a entrare nel settore della telefonia mobile come operatore virtuale con il brand PostMobile.
LEGGI ANCHE >>> Buoni fruttiferi, la migliore offerta sul mercato: rendimento più che triplicato
Ecco le società controllate da Poste Italiane
Queste sono le società che in varia misura Poste Italiane controlla:
BancoPosta Fondi Spa SGR – 100 per cento
CLP (Consorzio Logistica Pacchi) Scpa – 51 per cento
Consorzio per i Servizi di Telefonia Mobile S.c.p.A. – 51 per cento
Europea Gestioni Immobiliari Spa – 55 per cento
Poste Air Cargo Srl- 100 per cento
Poste Energia Spa – 100 per cento
PosteShop Spa – 100 per cento
Poste Tributi Scpa – 70 per cento
PosteTutela Spa – 100 per cento
Poste Vita Spa – 100 per cento
Poste Assicura Spa – 100 per cento
Postel S.p.A. – 100 per cento SDA
Express Courier Spa – 100 per cento
Postepay Spa – 100 per cento
Nexive Group Srl – 100 per cento
Azionariato
Cassa Depositi e Prestiti Spa (società controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze) – 35,0 per cento;
Ministero dell’economia e delle finanze – 29,3 per cento;
Altro – 35,3 per cento;
Azioni proprie – 0,4 per cento
Che cosa è lo SNA di Poste Italiane e a cosa serve
Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 ha introdotto nell’ordinamento giuridico italiano un sistema di responsabilità amministrativa degli Enti – tra cui le società di capitali – per taluni reati che potrebbero essere commessi da amministratori, da dirigenti o da dipendenti nell’interesse o a vantaggio dell’Ente stesso.
Per questo motivo Poste Italiane ha adottato un proprio Modello Organizzativo (il cosiddetto SNA, Sistema Normativo Aziendale), con lo scopo di costruire un sistema strutturato e organico di principi guida, procedure operative e altri presidi specifici, ispirato a criteri di sana gestione aziendale e volto, tra l’altro, a prevenire la commissione dei reati previsti dal Decreto.
Poste Italiane ha affidato a un Organismo di Vigilanza (composto da due membri esterni alla Società – e da un membro interno individuato nella figura del Responsabile della Funzione Controllo Interno), il compito di vigilare sull’osservanza delle prescrizioni previste nell’ambito del Modello Organizzativo, di verificare la loro reale efficacia e di valutare la necessità di eventuali aggiornamenti. La durata in carica dell’Organismo di Vigilanza è di tre anni, quindi il suo mandato scadrà nel Luglio 2022.