Parte il nuovo allarme alimentare. Trovati batteri resistenti agli antibiotici in un pollo LIDL. Ecco cosa fare se l’hai comprato
Non è affatto raro che le autorità sanitarie, a seguito di un controllo presso un’attività commerciale come una catena di supermercati, o un negozio di alimentari, trovino delle irregolarità dal punto di vista sanitario.
In molti casi, infatti, queste segnalazioni riguardano cibo avariato o contaminato da agenti patogeni pericolosi per la salute delle persone che potrebbero acquistare lo stesso prodotto. È quello che è successo riguardo un pollo LIDL, su cui sono stati trovati batteri resistenti agli antibiotici. Ecco che cosa devi fare se l’hai comprato.
Pollo Lidl resistente agli antibiotici
Secondo una recente inchiesta prodotta da Essere Animali, la metà dei campioni di pollo presenti nei punti vendita Lidl di tutta Europa, prelevati e poi analizzati, presentano batteri antibiotico-resistenti. Il report aveva infatti lo scopo di indagare la presenza di patogeni resistenti ed è stata condotta in collaborazione con le associazioni Fondazione Albert Schweitzer, Observatorio de Bienestar, Open Cages e Otwarte Klatki.
Durante la ricerca sono stati acquistati un totale di 142 prodotti a marchio Lidl in 22 discount presenti in Italia, Germania, Regno Unito, Spagna, e Polonia. I test microbiologici sono stati orientati su i batteri antibiotico-resistenti e i batteri associati alle più importanti infezioni di origine alimentare. In particolare, in laboratorio sono stati analizzati i campioni con lo scopo di ricercare l’enzima ESBL, che è in grado di dare multiresistenza ai batteri rispetto a molteplici tipologie di antibiotici. Secondo quanto suggerito da risultati la metà dei campioni (ovvero 71 su 142) è risultata positiva a ESBL. Per quanto riguarda il pollo Lidl acquistato in Italia, i risultati del laboratorio hanno evidenziato un 46% dei campioni contaminati da ESBL, mentre il 33% risulta contaminato da batteri multiresistenti.
Sono state poi condotte analisi anche sulla presenza di Staphylococcus aureuss, questo resistente alla meticillina. I risultati hanno evidenziato la presenza del batterio nel 23% dei campioni analizzati. Il laboratorio ha poi ricercato la presenza di batteri patogeni che si rendono responsabili delle infezioni a trasmissione alimentar, come l’Escherichia coli, il Listeria monocytogenes, Salmonella spp,Campylobacter jejuni ed Enterococcus. La presenza di Listeria è stata trovata in un terzo di tutti i campioni, mentre in Italia è presente nel 54% dei casi. Secondo gli esperti il maggior problema riguarda gli allevamenti intensivi, i quali provocano un aumento dell’insorgenza di antibiotico-resistenza tra i batteri.