Occhi puntati sul Quirinale e sull’elezione del nuovo Presidente delle Repubblica: intanto tiene banco la questione Pnrr, i miliardi in ballo nel 2022 e le riforme
C’è comprensibilmente grande attenzione da parte della politica e dei cittadini sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, con gli occhi che sono puntati quindi sul Quirinale e sulle diverse votazioni che da qualche giorno a questa parte si stanno succedendo: intanto però, al di là di chi sarà il prossimo PdR, grande attenzione richiedono anche il Pnrr, Piano Nazionale di ripresa e resilienza, i tanti miliardi in ballo nel 2022 e le riforme.
Al grande ed importantissimo tema che vede gli occhi di tutti centrati sul Quirinale e sull’elezione del nuovo PdR, va accostato un altro importante tema con cui la politica italiana dovrà fare i conti non appena si avrà il nuovo Presidente, ovvero il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
L’Italia infatti, come noto ai più, ha bisogno di un governo che lavori con intensità, come spiega Investireoggi.it, e che acceleri il passo a proposito delle riforme da implementare onde evitare il rischio di poter perdere i fondi europei di cui tanto si è parlato e si parla.
Per quanto concerne l’Unione Europea, saranno in totale entro il 2026 ben 191,5 miliardi di euro, ma come viene sottolineato la cifra definitiva potrebbe anche ridursi in seguito alla crescita economica dell’Italia nel 2021, che è stata maggiore rispetto a quanto ci si aspettava, mentre in altri casi, circa altri Paesi, è stata invece minore.
Un tema dunque che richiede grande attenzione, quello inerente il Pnrr, che al di là di tutto vedrà l’arrivo, per quanto riguarda quest’anno, di cifre fino a 40 miliari di euro in due tranche semestrali, l’una di 19 miliardi e l’altra di 21 miliardi. Tuttavia, l’arrivo di tali cifre non è scontato ed anzi è legato a ben 102 obiettivi che l’Italia dovrà centrare. Sono 47 quelli da raggiungere nei primi 6 mesi.
Investireoggi.it spiega che ai fini di tale scopo, dovranno essere emanate 23 leggi e 43 atti normativi secondari. Una ingente quantità di lavoro che, oltretutto, riguarda argomenti e temi divisivi, con all’orizzonte, presumibilmente, possibili difficoltà per la maggioranza di governo. Insomma, potrebbero essere degli intoppi nell’anno che precede l’arrivo delle elezioni politiche.
Rispetto ai 750 miliardi complessivi stanziati, l’Italia beneficerebbe dei fondi europei inerenti il Pnrr in valore assoluto di 191,5 miliardi. Una cifra davvero enorme, di cui 68,5 andranno sotto forma di sussidi, a fondo perduto. 122,6, invece, arriveranno mediante prestiti che poi andranno restituiti. In rapporto al PIL, solo la Grecia supera il Bel Paese, rispetto al denaro che dovrebbe arrivare al 2026.
Insomma, tanti temi, questioni e soldi sul banco, una situazione che richiederà tanto lavoro e costruttivo da parte dei protagonisti della politica, anche circa le riforme che andranno poi attuate.
E si consideri che, ad esempio, come si può leggere nell’approfondimento ad opera di Investireoggi.it, non stanno tardando ad arrivare anche le prime difficoltà e i primi intoppi di natura economica. A tal riguardo ad essere menzionate sono delle difficoltà riscontrate rispetto ai cantieri pubblici.
Busta paga 2022 e riforma Irpef, quali stipendi crescono: il confronto
La complicazione e la motivazione, viene spiegato, riguarderebbero nel suddetto caso il gran aumento dei costi delle materie prime che avrebbero creato difficoltà alle ditte che si sono aggiudicate gli appalti, circa i lavori da effettuare. Viene chiarito, insomma, che servirebbero più soldi e considerando che da Bruxelles non dovrebbero arrivare aumenti delle risorse ma semmai tagli, si porrebbe il rischio di una eventuale minor efficacia del Piano Nazionale di ripresa e resilienza rispetto a quanto stimato in precedenza nel corso del tempo.
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