Una notizia che ha dell’incredibile. La pioggia di pietre preziose potrebbe rendere il pianeta il più ambito in assoluto.
Una notizia che potrebbe far sobbalzare praticamente chiunque. Abbiamo presente tutte le nostre percezioni, conoscenze relative e quant’altro in merito alla composizione dei pianeti, dei restanti pianeti conosciuti che compongono il nostro sistema solare? Potrebbero essere assolutamente riguardabili. Quello che circola in quanto a notizie relative alla composizione di alcuni pianeti potrebbe risultare più che suggestivo. Qualcosa che mai avremmo immaginato prima d’ora. Studi, ricerche e soprattutto le informazioni riportate dalle sonde spaziali che da anni affollano, per cosi dire, lo spazio, per l’appunto conosciuto.
Quello che sappiamo, in linea di massima è ad esempio che Giove e Saturno sono pianeti gassosi, giganti buoni composti prettamente di gas, mentre Urano e Nettuno vengono spesso apostrofati con il nome di “giganti di ghiaccio”. Nel primo caso, in effetti parliamo di una composizione effettivamente esclusivamente gassosa, per gli altri due invece il discorso appare un tantino più complesso. Acqua, ammoniaca e metano alla base della loro composizione ma con nuclei rocciosi e circondati di fatto alcuni elementi che possono definirsi come compressi in stati “quantistici esotici”. La consistenza in questione con il tempo tende ad assottigliarsi man mano che la stessa si avvicina alla superficie.
Le ultime informazioni, quelle di fatto più recenti in merito sono in ogni caso quelle raccolti dalla sonda Voyager 2 che ha raggiunto i punti più estremi del nostro sistema solare. Parliamo in ogni caso di una serie di operazioni verificatesi circa 30 anni fa. La cosa che ha stuzzicato gli esperti e chiaramente i ricercatori è la possibilità che tenendo ben presenti le composizioni dei pianeti di cui si è parlato in ultimo si possano verificare, in quei luoghi, delle vere e proprie piogge di diamanti. Qualcosa di estremamente distante dal nostro concetto di pioggia, sia chiaro, qualcosa della quale, al di la dei gusti non si può certo beneficiare, anche solo con gli occhi, considerati gli elementi.
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La situazione in linea di massima è questa. La temperatura di 6.727 gradi Celsius e pressione 6 milioni di volte quella dell’atmosfera terrestre, con un esterno, molto freddo può portare a situazioni ben precise per quel che riguarda la reazione appunto all’esterno di acqua, ammoniaca e metano, considerate per l’appunto temperatura e pressione. Il metano soggetto alle enormi pressioni può arrivare alla stessa frantumazione della molecola, liberando cosi carbonio. Quest’ultimo tenderebbe a formare lunghe catene che tutte insieme andrebbero a stringersi per formare motivi cristallini, di fatto diamanti. Gli stessi diamanti a quel punto andranno a scendere tra i vari strati del mantello fino alla evaporazione causata dal punto troppo caldo di esso. Una sorta di vera e propria pioggia di diamanti, insomma, con un ciclo che andrebbe a ripetersi chiaramente di continuo.
L’ipotesi è suggestiva, certo ma la realtà potrebbe essere, ipoteticamente tutt’altro che gradevole e piacevole. Per ora chiaramente si tratta di teorie, ma nulla esclude che tali ipotesi possano portare ad una valutazione netta e precisa del fenomeno, una sorta di constatazione in somma. L’universo, insomma, non smette mai di stupirci.
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