Panico da attacco nucleare, è partita la caccia alle Pillole di iodio anti-radiazioni, cosa accade nelle farmacie italiane?
Una potenziale apocalissi nucleare, le persone cominciano a spaventarsi, paura giustificata? Le pillole hanno davvero effetto contro le radiazioni?
Il ricordo delle file ai supermercati alle prime avvisaglie di pandemia è ancora vivo. Potrebbe accadere lo stesso nella nuova congiuntura storica in cui stiamo precipitando? In altri Stati europei tante persone starebbero prendendo d’assalto per accaparrarsi le celebri pillole che dovrebbero agire contro le conseguenze della prossimità e contatto con agenti radioattivi.
Nel nostro Paese, al momento, la situazione sembrerebbe stabile. Una panoramica generale viene presentata dagli addetti ai lavori del comparto farmaceutico.
A fare il punto della situazione è stato il segretario nazionale di Federfarma. Roberto Tobia ha rivelato come nelle farmacie del nostro Paese non vi sia alcuna caccia alle pillole a base di ioduro di potassio utilizzate per arginare le conseguenza da usate per contrastare gli effetti dell’aspirazione di iodio radioattivo o da una potenziale contaminazione.
I cittadini italiani non pare siano stati contagiati dal virus più pericoloso, il panico. Del resto l’assunzione di tali pillole ora come ora non avrebbe alcun valore.
La domanda è ovvia, le pillole anti-radiazioni sono realmente utili?
Medesime circostanze di principio di panico mondiale avevano avuto luogo lo scorso marzo a seguito dell’offensiva alla struttura nucleare di Zaporizhzhia. In quei giorni andò diffondendosi nel nostro Continente un timore collettivo dovuto all’idea delle terribili e potenziali conseguenze di un probabile incidente.
Preoccupazioni che si manifestarono in maggior modo in Belgio, difatti i cittadini diedero inizio a un assalto alle farmacie per procacciare pillole capaci di bloccare le possibili conseguenze dovute alle radiazioni. La domanda è ovvia, le compresse anti-radiazioni sono realmente utili? Il loro funzionamento è stato certificato? Ma principalmente, nella circostanza di un conflitto nucleare quali dovrebbero essere le disposizioni emergenziali da mettere in campo?
È sempre Roberto Tobia a illustrare in modo chiaro i fatti. Nel nostro Paese le riserve di tali compresse non mancano, come presente e attuabile è un programma di erogazione straordinaria, attraverso le farmacie, nel malaugurato caso di autentico allarme nucleare, proprio alla stregua di piani predisposti in altri Stati dove sono operative centrali. La speranza è che non si metta mai in funzione.
Il segretario nazionale di Federfarma ricorda come l’assumere pillole di iodio senza che vi sia una concreta occorrenza possa comportare degli effetti collaterali avversi a spese della tiroide.
Tobia non è il solo a dire la sua, a prendere la parola circa i rischi di un possibile conflitto atomico anche Silvio Garattini.
Il creatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, ha evidenziato come l’impiego di tali compresse non serva a nulla e non blocchi in alcun modo le radiazioni nucleari.
L’assalto alle farmacie per fare scorte delle pillole miracolose, a sua detta, sarebbe un’azione completamente insensata. Il solo vero farmaco per eludere una guerra nucleare sono le menti, i cuori, le anime e le parole degli uomini del presente. Ma basterebbe anche e solo un pizzico di buon senso. Sperando che ne sia rimasto a coloro con i pulsanti nelle mani.
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