Pignoramento della casa, come evitarlo con questa sentenza della Corte Suprema di Cassazione, che salva le famiglie.
I debiti sono una gran fonte di guai, con chiunque li si contragga, in verità. Che si tratti di Fisco o banche o istituti di credito vari, il rischio è sempre quello di vedersi privati dei propri beni.
Qualsiasi sia la ragione dietro un debito, il problema è la conseguenza. Puoi decidere di non pagare, ma se non saldi il dovuto, rischi che i tuoi beni, come un’automobile ad esempio, possano essere soggetti a fermo amministrativo. Può succedere, quindi, che non sarai in grado di circolare con la tua macchina, né venderla, finché non avrai saldato quanto devi.
O ancora, potresti essere soggetto al pignoramento della tua casa, soprattutto se hai contratto un mutuo e non lo hai pagato, ad esempio. Di certo non è affatto piacevole essere proprietario di un immobile e poi vederselo portare via. Eppure, accade e una volta iniziato il procedimento, non è affatto facile fermarlo. La casa sarà venduta all’asta, al miglior offerente, e peraltro, finché non avverrà la vendita, dovrai pure continuare a pagare IMU, TARI, e tutte le imposte che ne conseguono.
La legge, però, e in questo contesto una sentenza della Corte Suprema di Cassazione, arriva in soccorso di chi si vede la casa pignorata, in determinate circostanze.
Pignoramento della casa, la Cassazione e la sentenza salva abitazione
Purtroppo, per le più svariate ragioni, tra cui la perdita del lavoro, può accadere che non si riesca più a far fronte alle rate del mutuo, e scatti il pignoramento.
Secondo una sentenza della Corte di Cassazione, c’è una nuova possibilità per tutelare quei soggetti che contraggono un mutuo e poi non riescono a pagare le rate. Nel dettaglio, il caso interessa quegli individui, mutuatari, che abbiano ricevuto un atto di pignoramento immobiliare per via di un mutuo fondiario/ipotecario.
Come riporta Perugia Today, l’avvocato Daniele Fantini, che si è occupato di un caso così, ha spiegato che «il solo atto di mutuo che non prevede il rilascio immediato di quietanza o che pur contemplando la quietanza immediata prevede la restituzione temporanea della somma erogata dal mutuatario alla banca, non è idoneo a sostenere un pignoramento immobiliare se questo atto non è integrato da un altro atto notarile contenente la erogazione definitiva».
Ergo, i pignoramenti immobiliari che prevedono contratti di questo genere, non sono legittimi. Chiaramente, ogni caso deve essere esaminato dal proprio legale.