Pignoramento, il dettaglio di cui pochi sanno: ma solo al di sotto di questa soglia, perché è importante conoscerla.
Il pignoramento è probabilmente il timore maggiore di chiunque contragga dei debiti. Come sappiamo, si tratta di una procedura legale che mira a far recuperare al creditore quanto dovuto e spettante. Nello specifico, questo scatta non prima dei 10 e non oltre i 90 giorni dall’atto di precetto. Sono in molti, tuttavia, a chiedersi se tale procedura, così complessa, possa avere dei “limiti” in termini di cifre. O, meglio, se c’è una somma minima dalla quale è possibile procedere al pignoramento o tale meccanismo sia valido per qualsiasi cifra. Attenzione a questo dettaglio importante: pochi ne sono a conoscenza.
Sappiamo tutti che il pignoramento può essere di diverso tipo, da quello immobiliare fino ad arrivare al conto corrente. Il dubbio, però, riguarda più le somme che il metodo: anche quelle molto basse sono pignorabili? Cerchiamo di comprenderlo e scoprire se ci sono limiti a riguardo.
Pignoramento, la soglia da tenere presente: perché è importante
Partiamo dal presupposto che, tecnicamente, non esiste una soglia minima sotto la quale non sia possibile procedere al pignoramento. Di conseguenza, anche un debito considerato “irrisorio” potrebbe, laddove insoluto, dare il via alla misura. Un’eccezione, però, c’è. E riguarda un caso specifico.
Si tratta dei debiti per le cartelle esattoriali, per le quale la legge prevede alcune “soglie” da considerare. Laddove si parli di ipoteca sugli immobili, il credito deve essere superiore ai 20mila euro. Nel caso di pignoramento immobiliare, invece, lo stesso deve essere superiore ai 120mila euro.
Differente, invece, è il discorso che riguarda i limiti di pignorabilità. Vale a dire la cifra che può essere trattenuta in relazione a tale procedura, ad esempio, quanto riguarda le pensioni. In questo caso, si parla di “minimo vitale”, ovvero quella cifra che non può mai essere “aggredita” dal pignoramento. Questo perché ritenuta essenziale per la sopravvivenza dell’interessato.
Chiarito, dunque, che eccezione fatta per i debiti da cartelle esattoriali e le soglie che abbiamo visto poco fa, non c’è un minimo base di importo per procedere al pignoramento, sarà, di conseguenza, il debitore a dover valutare, detto in termini semplici, se “valga la pena” percorrere o meno tale strada per il recupero di quanto gli spetta. Avvalendosi, ovviamente, di esperti e professionisti del campo.