Sono tante le persone che danno da mangiare ai piccioni. Sebbene in diversi Comuni si sia deciso di vietare tale usanza.
I disobbedienti rischiano il pagamento di sanzioni a dir poco salate. Vi diciamo quanto vale il prezzo di questo insolito illecito.
Offrire un pasto a dei piccioni potrebbe comportare severe ammende. In svariati Comuni vige l’ordinanza che preclude questa forma di condivisione. Le sanzioni si aggirano tra i 25€ e i 500 €. Nel complesso questa tipologia di provvedimenti giurisdizionali, che variano da Comune a Comune, si riferiscono a un divieto di distribuzione di cibo in entità tutto sommato cospicua.
Questo sta a significare sia l’interdizione di notevoli quantità di pane raccolto in un solo posto, si pensi agli avanzi alimentari un’attività, sia di misere quantità gettate nei parchi da una singola persona. In qualche Comuni è in vigore la proibizione anche su terreno privato.
Perché il divieto di cibare i piccioni
Caso eclatante il Comune di Imola. Proprio qui gli addetti ai lavori, interpellati circa l’ordinanza, hanno chiarito come si è resa inevitabile data la massiccia presenza di piccioni in loco.
La loro permanenza ha generato non poco disagio per via delle feci. Uno scenario con potenziali rischi considerando le patologie infettive e parassitarie di cui i colombi sono serbatoi.
I tentativi son stati diversi,
- sterilizzazione delle comunità di piccioni locale
- falco pellegrino, cacciatore del piccione
- e ora ammende a quanti pensino di rifocillare i piccioni.
In sostanza, dare cibo a un piccione può dirsi reato? Per la nostra legislazione no. Sfamare animali, che siano piccioni, cani o gatti, non è azione illecita.
Sebbene talvolta le prescrizioni comunali possano valicare la legge dettando i termini per assicurare la sicurezza del luogo.
L’atto di per sé non sarebbe punibile, malgrado i Comuni possano applicare tale decisione. Potrebbe capitare che, considerando una condotta dannosa per il prossimo, ci si possa ritrovare in tribunale per aver sfamato dei piccioni.
Comuni vs piccioni: Lovere e La Spezia
Nel Comune di Lovere è stata emessa un’ordinanza a scapito dei piccioni. L’intento è stato quello di tutelare vie e monumenti dallo sporco dei loro escrementi. Il sindaco proibito il commercio di mangime e bandito il nutrimento dei piccioni sul suolo urbano, così da impedire la nidificazione e l’esigenza di attivare una supplementare pulizia delle strade pubbliche. Nella fattispecie di Lovere la sanzione, che immagina il saldo di una multa amministrativa, si aggira tra gli 80 e i 480 euro.
Occhio a non ritrovarsi in tribunale. È la circostanza di una sessantenne di La Spezia che ha nutrito i piccioni nella propria abitazione. I piccioni si sarebbero scagliati contro la vicina della signora, producendole dei danni. Stando alla Procura la causa della patologia e delle ferite della vicina sarebbe stata proprio la presenza dei colombi. Ragion per cui alla sessantenne è spettata una salatissima multa di 5.000€ da pagare entro due mesi e questo per aver dato ospitalità e cibo a dei piccioni.
Verdetto, in conclusione, che giunge a seguito di un altro episodio di condanna a otto mesi di detenzione per aver travolto due agenti di polizia municipale. La signora avrebbe voluto sfuggire alla polizia per scampare all’ennesima ammenda per inosservanza dell’ordinanza comunale che il nutrimento dei piccioni.