La chiusura della seduta odierna della borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata.
Si conclude con un buon rialzo la sessione odierna della borsa di Milano. L’indice principale del listino milanese, il FTSE MIB, chiude la settimana con un guadagno vicino ai due punti percentuali: precisamente, la performance settimanale è pari a +1,95%. Si osserva anche un graduale incremento della volatilità, quindi degli intervalli di oscillazione giornalieri del FTSE MIB, rispetto ai minimi del mese di aprile, quando la volatilità aveva raggiunto i livelli più bassi dal gennaio 2020.
Clima di fiducia anche in tutte le altre principali piazze europee, trainate al rialzo dai titoli tecnologici, che stanno sovraperformando anche a Wall Street, dopo una settimana difficile. Spicca, tra le borse europee, il DAX di Francoforte, grazie al dato sulla produzione industriale tedesca, rilasciato alle 8:00, che ha evidenziato una crescita del 2,5% a marzo, superando le attese degli analisti (+2,3%) e il dato precedente (-1,9%). Un ulteriore impulso al rialzo per la borsa tedesca è stato rappresentato dagli acquisti su Adidas, che ha rivisto al rialzo gli obiettivi finanziari per il 2021, dopo la trimestrale.
Le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei sono le seguenti:
L’indice Euro Stoxx 50 chiude con un ottimo rialzo dello 0,87%, a quota 4.034, 25 punti indice, evidenziando il sentiment positivo degli investitori europei nell’ultima seduta della settimana.
I titoli maggiormente acquistati, tra quelli inseriti nell’indice principale della borsa di Milano, sono stati i seguenti:
I titoli più venduti, durante questa seduta, sono stati i seguenti:
I nuovi posti di lavoro creati dall’economia statunitense, nel mese di aprile, hanno ampiamente deluso le aspettative degli analisti intervistati da Reuters, in contrasto con i recenti dati macroeconomici che, invece, avevano evidenziato una ripresa sostenuta ed un mercato del lavoro in netta crescita. Il dato relativo alle nuove buste paga, ad esclusione del settore agricolo, è stato rilasciato alle 14:30 ora italiana ed è risultato pari a 266.000, a fronte di una previsione di ben 978.000 posti di lavoro ed in ribasso anche rispetto al dato relativo al mese di marzo, pari a 708.000.
Importanti miglioramenti soltanto nel settore “tempo libero & ospitalità”, grazie alle recenti riaperture. Per quanto riguarda gli altri settori, invece, le notizie non sono positive:
In rialzo anche il tasso di disoccupazione USA, che ad aprile è risalito al 6,1%, superando sia le attese degli analisti (+5,8%) che il dato registrato nel mese di marzo (+6,0%). Questo inaspettato rialzo mette a rischio il raggiungimento dell’obiettivo della Federal Reserve per fine anno, aggiornato nello scorso mese di marzo a 4,5%
Premesso che il dato mensile relativo agli NFP può essere, in alcuni casi, influenzato da fattori occasionali, revisioni e aggiustamenti stagionali che non riflettono il reale scenario del mercato del lavoro statunitense, è evidente che la portata di questo calo giustifica l’attuale politica monetaria accomodante da parte della Federal Reserve, che già da alcuni mesi ha manifestato la propria volontà di non alzare i tassi di interesse e di non ridimensionare il programma di acquisto titoli dalle banche (c.d. quantitative easing) nel breve termine e finché la ripresa economica non potrà considerarsi completata.
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Quanto emerso dai dati sul mercato del lavoro rende sicuramente più tranquilli gli operatori dei mercati azionari, i quali non dovranno preoccuparsi di un rialzo del costo del denaro nel prossimo futuro. Infatti, si osservano a Wall Street degli acquisti soprattutto nel settore tecnologico, con il relativo indice (Nasdaq 100) che ha recuperato gran parte delle perdite subite durante questa settimana. Queste le performance dei tre principali indici azionari statunitensi (19:30 circa ora italiana):
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, continua il suo movimento al rialzo, attestandosi a quota 113 punti base, rispetto ai 109 punti registrati ieri: il rendimento del Btp sale a +0,91%, mentre il Bund ha un rendimento di -0,22%. Attualmente, risulta in leggero aumento rispetto a ieri anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA), che risulta pari a +1,58%, dopo aver toccato un minimo di 1,47% in conseguenza degli acquisti di titoli Stato statunitensi, avvenuti nei minuti immediatamente successivi al rilascio dei dati sul mercato del lavoro.
Sale il Bitcoin, che sembra finalmente essere in procinto di superare il forte livello di resistenza collocato in area 58.000 dollari: attualmente, infatti, la regina delle criptovalute ha una quotazione di 58.390 dollari circa, corrispondente ad una performance su base giornaliera del +3,50%. Sarà molto importante verificare che il breakout di questo livello cruciale venga confermato anche in chiusura della candela giornaliera, ovvero a mezzanotte. Se così fosse, questo sarebbe un segnale di forza del Bitcoin, che potrebbe poi puntare ai massimi storici, attualmente pari a 64.895 dollari.
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Per quanto riguarda il mercato valutario, balzo in avanti del cambio Euro/Dollaro USA, che viene scambiato ad un tasso di 1,2157, in rialzo su base giornaliera dello 0,77%. Questa salita è stata determinata dal generale indebolimento della valuta statunitense, successivo al rilascio dei dati, precedentemente riportati, sul mercato del lavoro: ciò che contribuisce a mantenere bassi i tassi di interesse influenza negativamente l’andamento di una valuta, in quanto la stessa diventa meno appetibile agli occhi degli investitori.
Sul fronte delle materie prime, si segnala ancora un movimento al rialzo del prezzo dell’oro, favorito dall’indebolimento del dollaro: attualmente quota 1.831 dollari l’oncia, in aumento dello 0,85% rispetto alla chiusura di ieri. Sale, seppur leggermente, anche il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) viene scambiato a 64,94 dollari al barile, con una performance di +0,40%, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 68,33 dollari al barile, in rialzo dello 0,37%.
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