La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata.
La Borsa di Milano chiude l’ultima seduta della settimana all’insegna degli acquisti, che hanno portato il Ftse Mib ad aggiornare il massimo dell’anno, che corrisponde anche al massimo degli ultimi 13 anni. Il listino principale di Piazza Affari conclude, infatti, la settimana nei pressi di area 26.000 punti, livello che non veniva raggiunto da ottobre 2008. Su base settimanale, il Ftse Mib evidenzia un guadagno del 2,51%: terza chiusura consecutiva al rialzo, nonché miglior performance dalla seconda settimana di marzo, quando l’indice principale della Borsa di Milano fece registrare un rialzo del 5%.
Piazza Affari risulta nettamente la migliore di giornata, tra le borse europee, grazie soprattutto alle ottime performance del settore bancario (Ftse Italia Banche: +2.74%), spinto al rialzo da trimestrali molto positive, che confermano la tendenza già emersa dai risultati trimestrali pubblicati nei giorni scorsi. Si ricorda, infatti, che il paniere azionario su cui è basato il calcolo del Ftse Mib è composto per buona parte da titoli bancari, il cui andamento tende, dunque, ad influenzare in modo decisivo le performance dell’indice.
Da segnalare soprattutto la straordinaria performance di Bper Banca, in guadagno di oltre il 10%, oltre che per i risultati trimestrali superiori alle attese, anche per i segnali di apertura, emersi durante la conference call di presentazione dei conti, del management della banca verso operazioni di fusione e acquisizione (cosiddette “M&A: Mergers and Acquisitions”) che coinvolgano l’istituto bancario avente sede centrale a Modena. Molto bene anche Banco Bpm, in rialzo di oltre il 7%, dopo che gli analisti di Equita hanno commentato i risultati trimestrali come “nettamente migliori delle attese”, sottolineando anche come la banca abbia ottenuto “una migliore performance operativa su tutte le linee (margine di interesse, trading, commissioni e costi)”. Rally innescato dai risultati societari anche per Pirelli che, in virtù degli utili superiori alle attese del secondo trimestre, ha rivisto al rialzo le stime relative all’intero esercizio 2021.
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Ecco, nel dettaglio, le performance evidenziate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
L’indice Euro Stoxx 50 chiude la seduta in rialzo dello 0,32%, a quota 4.174,54 punti indice.
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Gli investitori del comparto tecnologico appaiono preoccupati verso un possibile inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve, dopo che il dato sui Non Farm Payrolls di luglio ha raggiunto il livello più alto dell’anno. Salgono, invece, S&P 500 e Dow Jones, che hanno nuovamente aggiornato i rispettivi massimi storici. In particolare, quella di ieri è stata per l’S&P 500 la 43esima chiusura sui massimi del 2021.
Di seguito, le performance evidenziate dai tre principali indici di Wall Street, alle 18:20 ora italiana:
Secondo i dati rilasciati dal Dipartimento del Lavoro statunitense, a luglio l’economia ha creato 943.000 nuovi posti di lavoro, in tutti i settori ad esclusione di quello agricolo. Gli analisti prevedevano un dato pari a 870.000 nuove buste paga. E’ stato, inoltre, rivisto al rialzo (da 850.000 a 938.000) il dato relativo al mese di giugno.
Ma le notizie positive, per quanto riguarda l’occupazione negli Stati Uniti, non finiscono qui: il tasso di disoccupazione, infatti, è sceso al 5,4%, dal 5,9% di giugno, con una stima degli analisti pari al 5,7%. La retribuzione oraria media, su base annuale, è salita del 4%, a fronte di una stima degli analisti di +3,8% e di una lettura precedente pari a +3,7%
Si tratta di indicazioni che fanno pensare ad un rafforzamento in corso nel mercato del lavoro il quale, insieme all’inflazione, rappresenta la variabile maggiormente monitorata dalla Fed nella definizione della propria politica monetaria.
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale leggermente a quota 107 punti base, in aumento di un solo punto rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp sale a +0,57%, in rialzo anche il rendimento del Bund a quota -0,50%. In netto aumento anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA), pari a +1,29%, in aumento di 7 punti base rispetto al valore di chiusura della scorsa seduta.
Continua a salire il prezzo del Bitcoin, che sembra in procinto di rompere al rialzo il cruciale livello di resistenza dei 40.800 dollari. Se la rottura venisse confermata in chiusura di giornata, potrebbe essere interpretata come un forte segnale della definitiva inversione rialzista del mercato. Il segnale diventerebbe molto affidabile soprattutto in caso di raggiungimento dei 43.000 dollari, soglia in prossimità della quale si è interrotto il precedente tentativo di ripartenza, in data 30 luglio. La criptovaluta più famosa quota attualmente 42.600 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +4,20%.
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Nel mercato valutario, in ribasso il cambio Euro/Dollaro USA, a causa del forte apprezzamento della valuta statunitense, successivo al rilascio di dati positivi sul mercato del lavoro Usa. Il cambio più utilizzato dai traders del Forex viene scambiato attualmente ad un tasso di 1,1757, con una performance su base giornaliera di -0,63%.
Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in netto ribasso il prezzo dell’oro, penalizzato dal rafforzamento del dollaro: quota attualmente 1.759 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -2,50% rispetto all’ultimo valore di chiusura. In calo anche il prezzo del petrolio, nonostante un avvio di giornata positivo, sulla scia del rimbalzo avvenuto ieri, dopo tre sedute di ribasso per timori di una contrazione della domanda. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 68,67 dollari al barile, con una performance di -0,85% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 70,97 dollari al barile, con una variazione di -0,45% rispetto all’ultimo valore di chiusura.
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