La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
Prosegue la forte salita degli indici azionari europei e statunitensi, anche nell’ultima seduta della settimana. Possiamo, dunque, affermare che è iniziato il cosiddetto “rally di Natale”, ovvero il rialzo che molto spesso si osserva nel comparto azionario durante l’ultimo trimestre dell’anno. La Borsa di Milano chiude in rialzo di un punto percentuale, su base giornaliera, mentre la performance evidenziata dal Ftse Mib su base settimanale è di +3,42%: si tratta della migliore ottava dallo scorso mese di marzo. Ad eccezione di Zurigo, positive tutte le principali piazze europee, che hanno accelerato dopo l’apertura in gap up degli indici di Wall Street, capaci anche oggi di aggiornare i massimi storici, con l’S&P 500 che per la prima volta ha raggiunto quota 4.700 punti. Sui massimi storici anche il Dax di Francoforte (sopra quota 16.000) e il CAC 40 di Parigi, che oscilla sopra i 7.000 punti.
Le borse occidentali continuano a manifestare grande ottimismo, confortate dall’atteggiamento prudente delle principali banche centrali nei confronti dei tassi di interesse. La Federal Reserve, durante il meeting dello scorso mercoledì, ha escluso che possa esserci più di un rialzo dei tassi nel 2022, eventualità che i mercati ritenevano probabile. La Bank of England, al contrario di quanto molti analisti pensavano, non ha alzato i tassi, rimasti sul minimo storico dello 0,10%. Infine, numerosi esponenti della Banca Centrale Europea hanno dichiarato che non è pensabile di poter alzare i tassi già nel 2022. I mercati, dunque, una volta digerito l’inizio del tapering, hanno gradito la cautela con la quale le banche centrali stanno approcciando la fase di restringimento della politica monetaria, nonostante l’inflazione abbia raggiunto livelli record (degli ultimi 10 anni nell’Eurozona e degli ultimi 30 anni negli Usa).
Questo clima di risk-on appare molto solido, pur sussistendo alcuni fattori di incertezza come la risalita dei contagi da Covid-19, dati macro poco brillanti (vendite al dettaglio e produzione industriale in calo in Europa, quest’ultima a causa delle difficoltà nel reperire materie prime) e la crisi di liquidità che ha colpito, dopo Evergrande, anche un altro grande protagonista del settore immobiliare cinese, come Kaisa Group Holdings, che ha mancato dei pagamenti in scadenza relativi ad un prodotto di investimento riservato ai clienti della divisione “wealth management”. Quest’ultima notizia, oggi, ha trascinato al ribasso le borse asiatiche, senza però scalfire il sentiment degli investitori occidentali.
La chiusura delle borse europee
Queste le performance evidenziate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
- FTSE MIB (Milano): +1,00% a quota 27.795,93 punti indice
- IBEX 35 (Madrid): +1,01%
- CAC 40 (Parigi): +0,76%
- FTSE 100 (Londra): +0,33%
- DAX (Francoforte): +0,15%
- SMI (Zurigo): -0,65%
L’Euro Stoxx 50 termina la seduta in rialzo dello 0,56%, a quota 4.357,75 punti.
Titoli migliori del Ftse Mib
I titoli più acquistati della seduta appena terminata, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati:
- Banco Bpm: +5,03%
- Telecom Italia: +4,76%
- Nexi: +3,25%
- Banca Generali: +3,20%
- Tenaris: +2,76%
- Pirelli: +2,60%
- Atlantia: +2,48%
- Ferrari: +2,28%
- Amplifon: +2,23%
- Bper Banca: +2,17%
Titoli peggiori del Ftse Mib
Chiusura in ribasso soltanto per i seguenti titoli azionari:
- Diasorin: -5,46%
- Leonardo: -1,42%
- Interpump Group: -1,03%
- Buzzi Unicem: -0,89%
- A2a: -0,59%
- Terna-Rete Elettrica Nazionale: -0,18%
- Cnh Industrial: -0,03%
Stati Uniti: dati positivi sull’occupazione, Wall Street in continuo aggiornamento dei massimi storici
Wall Street dà seguito anche oggi al forte impulso rialzista partito mercoledì scorso, quando la Fed ha rassicurato i mercati sulla cautela con cui intende procedere al restringimento della politica monetaria.
Queste le performance evidenziate dai principali indici azionari statunitensi, su base giornaliera, alle 18:10 ora italiana, mentre è in corso un ritracciamento che sta tagliando i guadagni rispetto alle prime fasi successive all’apertura:
- Dow Jones: +0,47%
- S&P 500: +0,33%
- Nasdaq 100: +0,20%
Dai dati rilasciati oggi, emergono finalmente segnali di ripresa dal mercato del lavoro statunitense, dopo due mesi consecutivi nei quali il dato sui Non Farm Payrolls era risultato in calo e al di sotto delle stime degli analisti. La stessa Federal Reserve, infatti, ha più volte manifestato di desiderare dei livelli di occupazione più elevati prima di procedere con il rialzo dei tassi di interesse.
Nel mese di ottobre l’economia statunitense (ad esclusione del settore agricolo) ha creato un numero di posti di lavoro superiore alle stime. Durante lo scorso mese, le buste paga sono aumentate di 531.000 unità rispetto al mese di settembre, mentre gli analisti prevedevano un aumento di 450.000 posti di lavoro. Inoltre, il dato di settembre è stato rivisto al rialzo, da 194.000 a 312.000; stesso discorso per il mese di agosto, nel quale le nuove busta paga sono salite da 366.000 a 483.000 unità, per una revisione al rialzo, nei due mesi precedenti, pari complessivamente a 235.000 posti di lavoro. La disoccupazione è scesa al 4,6%, a fronte del 4,8% registrato a settembre e contro attese per un calo al 4,7%: si tratta del tasso di disoccupazione più basso dall’inizio della pandemia. Il tasso di partecipazione, invece, è rimasto fermo al 61,6%.
Riparte la corsa del petrolio, poco mosso il Bitcoin
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, rimane stabile a quota 115 punti base. Il rendimento del Btp scende a+0,83%; ribasso di uguale entità per il rendimento del Bund, che si attesta a -0,32%. In calo anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,46%, in calo di sei punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
Ancora in leggero ribasso il prezzo del Bitcoin, che rimane in una fase di andamento laterale da ormai due settimane. La valuta digitale sta consolidando le quotazioni raggiunte in prossimità dei massimi storici, in attesa di nuove prese di posizione degli operatori. Un fattore decisivo, ai fini del mantenimento di un sentiment rialzista con probabile nuovo aggiornamento dei massimi, è la tenuta del supporto posizionato in area 58.000 dollari. La criptovaluta più diffusa quota 60.900 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -0,90%.
Nel mercato valutario, poco mosso il cambio Euro/Dollaro Usa, che quota 1,1560 dollari, corrispondenti ad una performance di +0,07% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, sale il prezzo dell’oro, che quota 1.815 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +1,29% rispetto alla chiusura della seduta precedente. Torna a salire il prezzo del petrolio, dopo che, ieri, l’OPEC ha confermato un’incremento giornaliero della produzione, nel mese di dicembre, di soli 400.000 barili, deludendo le aspettative del mercato, che riteneva opportuno un incremento maggiore di quello deciso dall’organizzazione dei principali esportatori di petrolio. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 81,60 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +2,40% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 82,72 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +2,70% rispetto all’ultimo valore di chiusura.