La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Cosa è emerso dai dati sull’inflazione dell’Eurozona ad ottobre.
Seduta caratterizzata dalla prudenza per tutte le principali borse europee. Gli indici azionari, che evidenziano performance contrastanti, hanno vissuto una mattinata all’insegna dei ribassi, a causa di un’inflazione in aumento più del previsto. Poi, però, nella seconda parte della giornata, gli indici hanno rimbalzato e riassorbito gran parte del ribasso, chiudendo nei pressi dei livelli della vigilia, anche grazie alla risalita di Wall Street, dopo l’apertura delle 15:30 in significativo gap down. Il Ftse Mib chiude al rialzo per la quarta settimana consecutiva (+1,20%); molto positiva anche la performance mensile, che evidenzia un rialzo del 4,70%, da parte del listino principale di Piazza Affari.
Come accennato, a generare, oggi, nervosismo tra gli investitori è stato il rilascio preliminare del dato relativo alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo (IPC) nell’Eurozona, per quanto riguarda il mese di ottobre. Su base annuale, ovvero rispetto ad ottobre 2020, l’inflazione è salita al 4,1%, in netto rialzo rispetto al 3,4% rilevato nel mese di settembre, ma anche al di sopra delle stime degli analisti, che prevedevano un dato pari al 3,7%. Livello generale dei prezzi in salita anche in Italia dove, sempre nel mese di ottobre, l’IPC è aumentato dello 0,6%, a fronte di una lettura precedente di -0,2% e del +0,4% stimato dagli analisti.
I timori legati all’inflazione sono stati, almeno in parte, controbilanciati dalle notizie positive derivanti dal dato sulla la crescita del PIL, pari, nell’area euro, a +2,2% su base trimestrale, rispetto al +2,1% rilevato nel secondo trimestre. Segnali di crescita, nel periodo luglio-settembre 2021, anche nei singoli Paesi del blocco: in Italia, nel terzo trimestre, il Prodotto Interno Lordo è salito del 2,6%. Rimangono, però, dei dubbi sulla possibilità che questo trend di crescita possa continuare anche nei prossimi trimestri, principalmente a causa della nuova risalita dei contagi determinati dal Covid-19, della carenza di materie prime che sta determinando difficoltà nell’approvvigionamento per le industrie e dell‘aumento del costo della vita che potrebbe ridurre la spesa per consumi.
Di seguito, le performance evidenziate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
L’Euro Stoxx 50 chiude con una performance di +0,32%, a quota 4.247,40 punti.
I titoli più acquistati di giornata, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati:
I titoli più venduti, invece, sono stati i seguenti:
Si muovono nei pressi della parità anche gli indici di Wall Street, in recupero dopo una partenza nettamente al di sotto rispetto alla chiusura della scorsa seduta. La sessione overnight dei futures sugli indici Usa è stata caratterizzata, infatti, dai ribassi causati dai risultati trimestrali deludenti pubblicati da Apple e, soprattutto, da Amazon. Il colosso delle vendite online ha registrato, nel terzo trimestre 2021, un utile per azione pari a 6,12 dollari, a fronte di una stima pari a 8,91. Al di sotto delle attese anche i ricavi, pari 110,81 miliardi di dollari, contro una stima di 111,62 miliardi.
Questo l’andamento evidenziato, su base giornaliera, dai principali indici Usa, alle 18:30 ora italiana:
Wall Street si appresta a chiudere il mese di ottobre sui massimi storici, segnati nelle scorse sedute, grazie soprattutto alla tendenza positiva della stagione delle trimestrali, durante la quale, finora, ben l’80% delle società ha ottenuto un utile per azione superiore alle attese. In questo mese, l’S&P 500 risulta in rialzo di circa il 7%, che rappresenta la miglior performance mensile dal novembre 2020.
Per quanto riguarda i dati macro, continua anche negli Usa la corsa dell’inflazione. L’indice PCE (calcolato sulle spese per i principali consumi personali), uno dei principali indicatori di inflazione della Federal Reserve, è salito a +4,4% dal 4,2% di agosto. Si tratta del valore più elevato dal gennaio del 1991. Indicazioni positive, invece, dall‘indice di fiducia dei consumatori, elaborato dall’Università del Michigan: è risultato pari a 71,7, in aumento rispetto alla lettura precedente ed alle attese degli analisti (71,4).
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, continua a salire con decisione, attestandosi a 123 punti base, in rialzo di ben dieci punti rispetto alla chiusura dell’ultima seduta e sui massimi degli ultimi 12 mesi. Il rendimento del Btp sale a+1,13%; in rialzo, seppur meno accentuato, anche il rendimento del Bund, che si attesta -0,10%. Il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), dopo aver raggiunto un massimo di giornata pari a +1,62%, ha ritracciato sui livelli della vigilia, ovvero +1,56%.
Continua a salire il prezzo del Bitcoin, che dà seguito al rimbalzo cominciato ieri, grazie al supporto posizionato in area 58.100 dollari, livello che ha frenato la correzione ribassista osservata nelle sedute precedenti. La criptovaluta più famosa quota 62.850 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +3,73%.
Nel mercato valutario, si segnala il deciso ribasso del cambio Euro/Dollaro Usa, che annulla il tentativo di rimbalzo osservato ieri. Il cambio principale del Forex quota 1,1542 dollari, corrispondenti ad una performance di -1,17%% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, scende il prezzo dell’oro, che quota 1.779 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -1,10% rispetto alla chiusura della seduta precedente. Stabile il prezzo del petrolio, che rimane sui livelli della vigilia: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 83,59 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,10% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 83,86 dollari al barile, in rialzo dello 0,22% rispetto all’ultimo valore di chiusura.
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