La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
La Borsa di Milano chiude in leggero ribasso, nel contesto di una seduta caratterizzata dalla prudenza nei mercati europei, ed anche a Wall Street in questa prima parte della sessione americana.
Il Ftse Mib conclude la settimana in rialzo dell’1,01%, performance di buon livello, soprattutto se si considera la partenza molto negativa di questa ottava, con il ribasso di oltre due punti e mezzo percentuali registrato nella giornata di lunedì, quando il caso Evergrande aveva cominciato a spaventare i mercati globali.
Performance giornaliere negative per tutti i principali mercati occidentali, soprattutto a causa del sentiment negativo derivante dai mercati orientali. Torna, infatti, a generare preoccupazione la situazione di Evergrande, il colosso immobiliare cinese in forte crisi di liquidità. La Borsa di Hong Kong ha chiuso in ribasso dell’1,30%, principalmente a causa del nuovo crollo di Evergrande, che perde l’11,6%, dopo il rimbalzo che, negli scorsi giorni, aveva iniettato ottimismo anche nei mercati europei e statunitensi.
La società cinese, indebitata per quasi 300 miliardi di dollari, nella giornata di ieri avrebbe dovuto rimborsare una cedola da 84 milioni di dollari su titoli obbligazionari collocati all’estero, ma non è stata in grado di rispettare questo impegno. Il default viene dichiarato trascorsi 30 giorni dal mancato pagamento e, dato che il governo centrale di Pechino ha già fatto intendere di non voler intervenire per garantire il salvataggio di Evergrande, il rischio di collasso della società è molto elevato. Vi sono, inoltre, altri rimborsi legati a prestiti obbligazionari in scadenza il prossimo 29 settembre e le probabilità che questi impegni vengano rispettati è molto bassa.
Ulteriori tensioni provengono sempre dalla Cina, dove la Banca centrale ha dichiarato illegali tutte le attività collegate alle criptovalute e tutti i servizi di trading forniti da società straniere in Cina. Questa decisione sta determinando ripercussioni sulle criptovalute e su diversi titoli tech, in netto ribasso da questa mattina.
L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta in ribasso dello 0,87%, a quota 4.158,51 punti.
Poco mossi i principali indici di Wall Street, con gli operatori che preferiscono non aprire nuove posizioni a ridosso del weekend. Da segnalare delle vendite sui titoli tecnologici, dopo l’annuncio della Cina del divieto di ogni attività connessa con le criptovalute e di tutti i servizi, in materia di trading, offerti in Cina da società estere.
Queste le performance evidenziate dai tre principali indici azionari Usa, alle 18:20 ora italiana:
Adesso che i piani della Fed per quanto riguarda il ritiro degli stimoli monetari, ovvero il cosiddetto tapering, appaiono più chiari (consultare l’articolo sulla chiusura dei mercati di ieri per maggiori dettagli, nella sezione dedicata a Wall Street), è molto probabile che il sentiment dei mercati azionari, nelle prossime settimane, sarà determinato soprattutto dagli sviluppi del caso Evergrande, senza dimenticare la situazione legata alla pandemia, con la variante Delta che continua a preoccupare e i cui effetti sull’economia non sono ancora chiari.
Per quanto riguarda i dati macroeconomici, continuano ad arrivare segnali positivi dal mercato immobiliare. Ad agosto, infatti, sono state vendute, negli Stati Uniti, 740.000 nuove abitazioni, in aumento rispetto alle 729.000 unità vendute a luglio e al di sopra delle stime degli analisti, che prevedevano un dato pari a 714.000.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a quota 101 punti base, in rialzo di tre punti rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp sale a +0,78%, stessa dinamica per il rendimento del Bund che si attesta a -0,23%. In rialzo anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), che risulta pari a +1,44%, in aumento di 4 punti base rispetto all’ultimo valore di chiusura.
Giornata difficile per il Bitcoin che, dopo due giornate di rimbalzo in corrispondenza dell’importante area di supporto compresa tra i 40.000 e i 41.000 dollari, è stato trascinato nuovamente al ribasso dopo l’annuncio del divieto imposto dalla Banca centrale cinese all’utilizzo di valute digitali. Nel dettaglio, la PBoC (People’s Bank of China) ritiene illegali tutte le transazioni finanziarie regolate in criptovalute in quanto, spiega la banca centrale in una nota, le criptovalute “mettono seriamente a rischio l’attivo delle persone”. Le criptovalute principali, dopo questa decisione, hanno registrato dei picchi di ribasso del 10% circa. Attualmente, il Bitcoin sta tentando un rimbalzo, sempre dopo aver testato l’area compresa tra 40.000 e 41.000 dollari, fondamentale presidio, la cui rottura aprirebbe scenari ribassisti. La criptovaluta più famosa quota 42.230 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -5,95%.
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Nel mercato valutario, in leggero ribasso il cambio Euro/Dollaro Usa, che quota attualmente 1,1720 dollari, corrispondenti ad una performance di -0,14% rispetto al livello di chiusura della scorsa seduta.
Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in rialzo il prezzo dell’oro, che quota attualmente 1.753 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,58% rispetto all’ultimo valore di chiusura. In aumento anche il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 74,22 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +1,05% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 78,00 dollari al barile, con una variazione di +0,97% rispetto al livello di chiusura della scorsa seduta.
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