La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata.
La Borsa di Milano chiude l’ultima seduta della settimana in forte ribasso. L’indice Ftse Mib evidenzia, infatti, una perdita di quasi due punti percentuali, in un contesto europeo caratterizzato da chiusure pesantemente negative da parte di tutti i principali indici. L’indice principale di Piazza Affari evidenziava, prima di questa seduta, una performance settimanale vicina allo zero, quindi sulla parità. La perdita registrata oggi, pari a 1,93%, corrisponde, di conseguenza, alla performance su base settimanale. Stessa tendenza a Wall Street, dove prevalgono i venditori, quando mancano 4 ore alla chiusura.
Queste le performance registrate, su base giornaliera, dai principali indici azionari europei:
L’indice Euro Stoxx 50, ottimo termometro del clima prevalente sulle borse europee, ha chiuso con un ribasso dell’1,80%, a quota 4.083,37 punti indice, evidenziando il sentiment fortemente negativo che ha caratterizzato la seduta odierna dei mercati azionari.
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Tra i titoli azionari inclusi nel listino principale della Borsa di Milano, evidenziano una performance positiva soltanto i seguenti:
Le vendite hanno colpito maggiormente i seguenti titoli azionari:
Alle 18:30 italiane, queste le performance evidenziate dai principali indici azionari USA:
Questo movimento al ribasso degli azionari è legato soprattutto alle cosiddette “quattro streghe”: oggi, infatti, è il giorno in cui scadono i futures trimestrali su azioni e indici azionari e le opzioni trimestrali su azioni e indici. Molti investitori in queste situazioni incassano i profitti maturati e queste prese di profitto determinano un incremento della volatilità, già riscontrato dopo l’appuntamento con la Fed di mercoledì, e dei cali notevoli, come quello osservato oggi in tutti i principali mercati azionari. In più, bisogna considerare che, arrivati ad oltre metà giugno, molti investitori si apprestano a cominciare le ferie, ulteriore stimolo ad incassare i guadagni maturati sulle posizioni in essere.
Ad aggiungere ulteriore benzina sul fuoco sono arrivati i commenti di Bullard, presidente della Federal Reserve di Saint Louis, il quale, durante una intervista su Cnbc alle ore 14, ha affermato di ritenere opportuno un primo rialzo dei tassi di interesse a fine 2022, quindi in anticipo rispetto a quanto emerso dai “dot plot” nella serata di mercoledì (descrizione dettagliata reperibile nell‘articolo relativo alla chiusura di ieri). Inoltre, Bullard ha aggiunto che, essendo ormai la pandemia di coronavirus vicina alla fine, sarebbe opportuno anche che la Fed cominciasse a considerare il ricorso al tapering (ridimensionamento del programma di acquisto titoli dalle banche) e, dunque, di ridurre gli stimoli al sistema economico. Si tratta, ovviamente, di parole che non fanno piacere agli investitori e che hanno contribuito a rendere più pesanti i ribassi osservati oggi.
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale con decisione e si attesta a quota 107 punti base (+6 rispetto al valore di chiusura di ieri): il rendimento del Btp risulta pari a +0,81%, mentre il rendimento del Bund è di -0,26%. Scende il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA), che risulta pari a +1,46%, in calo di 5 punti base rispetto all’1,51% registrato ieri in chiusura.
Si muove ancora al ribasso il Bitcoin, spinto giù dal livello di resistenza dei 40.800 dollari, dopo aver fallito il tentativo di breakout nella giornata di martedì 15. Continua, dunque, la fase di incertezza nel mercato della criptovaluta più famosa: indicazioni affidabili sul termine di questa fase di trading range si avranno, probabilmente, soltanto nel momento in cui tale resistenza verrà rotta al rialzo oppure quando verrà rotto al ribasso il livello di supporto dei 30.000 dollari. Quando uno di questi due scenari dovesse verificarsi, si potrebbe entrare a mercato seguendo la direzione del breakout o del breakdown. Attualmente il Bitcoin ha un prezzo di 36.568 dollari circa, con una performance su base giornaliera di -4,00%.
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Nel mercato valutario, si segnala l’ulteriore ribasso del cambio Euro/Dollaro USA, che segue il deciso calo già osservato nelle due sedute precedenti e cominciato durante il meeting Fed. Il cambio più utilizzato dai traders del Forex viene scambiato attualmente ad un tasso di 1,1873, corrispondente ad una variazione su base giornaliera di -0,28%.
Per quanto riguarda le materie prime, stabile il prezzo dell’oro, dopo i forti ribassi dei giorni scorsi, provocati dall’apprezzamento del dollaro: attualmente quota 1.773 dollari l’oncia, praticamente invariato rispetto alla chiusura di ieri. Sale, invece, il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 71,69 dollari al barile, con una performance di +0,86% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 73,52 dollari al barile, con una variazione di +0,60% rispetto al valore di chiusura di ieri.
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