La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
La Borsa di Milano conclude la sessione odierna in territorio positivo, così come tutte le altre principali piazze europee. Torna la tranquillità, dunque, nel mercato azionario, con gli investitori che hanno ricominciato ad effettuare acquisti, dopo che la scorsa seduta era stata caratterizzata da forti vendite, causate da timori legati a diversi fattori, elencati di seguito, che potrebbero tornare a spaventare i mercati anche in futuro:
Queste le performance registrate dai principali indici azionari europei, in chiusura di seduta:
L’Euro Stoxx 50 termina la seduta con una performance di +0,53%, a quota 4.080,22 punti.
Situazione meno rosea a Wall Street, rispetto alla sessione europea, in questa prima parte della seduta americana. Gli indici evidenziano, infatti, un andamento contrastante e ciò rappresenta un sintomo di incertezza nel mercato azionario. Dopo un’apertura positiva, infatti, stanno ricominciando a muoversi al ribasso, tagliando i guadagni (seppur modesti) conseguiti nei primi minuti successivi all’apertura.
Queste le performance registrate alle 18:30 ora italiana:
Oltre ai fattori già elencati in apertura, pesa sul sentiment degli investitori, generando incertezza nell’azionario, la situazione legata al debito pubblico statunitense. Il Congresso, infatti, non ha ancora trovato un accordo che consenta al Paese di estendere il limite, attualmente previsto dalla legge, al debito federale. Molto preoccupata la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, che ha già da tempo lanciato l’allarme: se non vi sarà un accordo in questa direzione, gli Stati Uniti dispongono di risorse per far fronte ai propri impegni soltanto fino al 18 ottobre, data oltre la quale “è incerto se potremo continuare a rispettare tutti gli impegni presi dalla nazione”, scrive la Yellen in una lettera indirizzata alla speaker della Camera, Nancy Pelosi.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende a quota 103 punti base, in ribasso di tre punti rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp scende a +0,81%, mentre il rendimento del Bund si attesta a -0,22%. Stabile il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,53%, invariato rispetto all’ultimo valore di chiusura.
In leggero rialzo il prezzo del Bitcoin, con la volatilità che torna ampiamente al di sotto della media storica dello strumento. La tenuta dell’area di supporto posizionata tra i 40.000 e i 41.000 dollari è fondamentale al fine di scongiurare nuovi affondi ribassisti della criptovaluta più famosa, per la quale, invece, un segnale di forza sarebbe rappresentato dal recupero di area 48.500 dollari. Il Bitcoin quota attualmente 41.530 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +1,30%.
Nel mercato valutario, in netto ribasso il cambio Euro/Dollaro Usa, a causa delle aspettative di rialzo dei tassi di interesse Usa, previsto in abbondante anticipo rispetto ai tassi dell’area euro. Questo fa sì che la valuta statunitense si rafforzi rispetto a quella europea, trascinando al ribasso il tasso di cambio, pari attualmente a 1,1604 dollari, corrispondenti ad una performance di -0,66% rispetto al livello di chiusura dell’ultima seduta. Si tratta dei minimi da novembre 2020.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, scende il prezzo dell’oro, penalizzato dall’apprezzamento del dollaro. L’oro quota 1.725 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -0,50% rispetto all’ultimo valore di chiusura. Torna a salire, invece, dopo il moderato ribasso da prese di profitto osservato ieri, il prezzo del petrolio, nonostante il dato sulla variazione delle scorte di petrolio greggio, in giacenza presso le aziende statunitensi, abbia evidenziato un inaspettato aumento, nell’ultima settimana: le scorte sono cresciute, infatti, di 4.578.000 barili, mentre gli analisti stimavano una ulteriore riduzione, dopo quella registrata mercoledì scorso, di 1.652.00 barili. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 75,20 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,90% su base giornaliera.
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