La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Cosa è emerso dai dati sull’inflazione nell’Eurozona.
Altra buona performance di Piazza Affari, che chiude la seduta odierna in guadagno, coerentemente con quanto accaduto nelle altre principali borse europee e sulla scia della fiducia che si respira, da qualche giorno, a Wall Street, dove gli indici sono ormai a pochi punti di distanza dai massimi storici che, molto probabilmente, saranno aggiornati prima della chiusura odierna della sessione americana.
Il Ftse Mib, per il quale i massimi storici non sono discussione, sembra voler presto aggiornare i massimi dell’anno, da cui dista attualmente poco più di 100 punti. Il mese di ottobre, come spesso accade, si sta rivelando molto positivo per la Borsa di Milano, con l’indice principale che in questi primi 20 giorni ha guadagnato oltre il 5%, ripartendo in direzione del trend rialzista che ha caratterizzato il 2021, dopo l’andamento laterale osservato nel mese precedente.
La ritrovata propensione al rischio degli investitori dipende, principalmente, dai risultati trimestrali superiori rispetto alle attese, pubblicati finora dalle grandi banche statunitensi, che hanno permesso a Wall Street di ripartire al rialzo, trasmettendo questo sentiment positivo, come spesso accade, anche alle borse europee. Non può, però, essere trascurata la componente della stagionalità dei mercati: quando un’annata è impostata al rialzo nel primo quadrimestre, si osservano, di frequente, delle prese di profitto (più o meno profonde) tra maggio e settembre. Dopodiché, nell’ultimo trimestre dell’anno, avvengono dei nuovi impulsi rialzisti, con gli investitori che tornano ad acquistare dopo la “pausa estiva”, portando il mercato a toccare nuovi massimi entro il mese di dicembre.
Non hanno avuto alcun impatto sull’appetito verso gli asset rischiosi, i dati sull’inflazione dell’Eurozona, in riguardo al mese di settembre, anche perché il nuovo aumento registrato dal livello generale dei prezzi è risultato in linea con le attese degli analisti, perciò era già stato scontato dalle quotazioni azionarie. L’indice dei prezzi al consumo (IPC) ha rilevato un aumento, su base annua, del 3,4%, in rialzo rispetto al +3,0% registrato nel mese di agosto. Su base mensile, invece, l’IPC è cresciuto dello 0,5%, rispetto al +0,4% della lettura precedente. L’IPC core, che non considera il prezzo dei beni alimentari ed energetici (a causa della elevata volatilità che li caratterizza), è aumentato dell’1,9%, a fronte dell’1,6% di agosto. Per conoscere i dati e gli eventi più attesi dei prossimi giorni, è possibile consultare il calendario economico.
Ecco le performance registrate dai principali indici azionari europei, su base giornaliera:
L’Euro Stoxx 50 chiude la seduta in rialzo dello 0,13%, a quota 4.172,17 punti indice, evidenziando come la Borsa di Milano abbia, oggi, sovraperformato rispetto alla media delle borse europee, trascinata soprattutto dalle utilities (Ftse Italia Utenze: +2,07%) e dal settore immobiliare (Ftse Italia Immobiliare: +1,89%).
I maggiori rialzi sono stati registrati dai seguenti titoli azionari, tra quelli inclusi nel calcolo dell’indice principale di Piazza Affari:
In calo soltanto i seguenti titoli azionari:
Dopo i risultati trimestrali positivi pubblicati ieri, a mercati chiusi, da Nexflix (utile di 3,19 dollari per azione, a fronte di una stima di 2,57), l’azionario statunitense oggi ha continuato ad alimentare l’intenso rialzo, partito già dalla scorsa settimana, portando S&P 500 e Dow Jones in prossimità dei rispettivi massimi storici. Oggi, tra le altre, toccherà a Tesla e IBM pubblicare i conti relativi al terzo trimestre 2021.
Queste le performance evidenziate, alle 18:50 ora italiana, dai principali indici di Wall Street:
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende leggermente a 104 punti base, in calo di un solo punto rispetto alla chiusura dell’ultima seduta: il rendimento del Btp è pari a+0,92%; stabile il rendimento del Bund a -0,12%. Poco mosso anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), fermo a +1,63%.
Il Bitcoin ha aggiornato il massimo storico, superando quota 64.900 dollari, spinto al rialzo nelle ultime sedute dal debutto del primo exchange-traded fund (ETF) sulla valuta digitale, uno strumento che ne replica le quotazioni e che dovrebbe aumentare l’appetibilità della criptovaluta più famosa come asset di investimento nei mercati regolamentati. Dal punto di vista puramente tecnico, il breakout della resistenza collocata in area 58.000 dollari ha intensificato il rally delle quotazioni che, nel giro di venti giorni, sono salite quasi del 60%. Il Bitcoin quota adesso 66.300 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +3,20%.
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Nel mercato valutario, ancora impostato al rialzo il cambio Euro/Dollaro Usa, in virtù dei primi segnali di restringimento della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea, che stanno determinando un rafforzamento dell’euro, mentre il tapering della Fed era già stato scontato dalle quotazioni, con il ribasso cominciato a partire dallo scorso mese di maggio. Il cambio principale del Forex quota 1,1655 dollari, corrispondenti ad una performance di +0,20% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, sale il prezzo dell’oro, che quota 1.783,50 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,81% rispetto all’ultimo valore di chiusura. Non si ferma la corsa al rialzo del petrolio, incentivata oggi dal dato migliore delle attese emerso, nel pomeriggio, dalla variazione settimanale delle scorte di petrolio greggio, in giacenza presso le aziende statunitensi, risultate in calo di 431.000 barili, smentendo le stime degli analisti, che prevedevano un incremento pari a 1.857.000 barili. il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 83,62 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,63% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 85,47 dollari al barile, con una variazione di +0,46% rispetto al prezzo di chiusura di ieri.
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