La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata.
La Borsa di Milano ha chiuso la seduta odierna in forte ribasso, in un contesto di generale risk-off, ovvero una situazione di avversione al rischio da parte degli investitori che, probabilmente in vista della pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve (in programma oggi alle ore 20), hanno preferito alleggerire la propria esposizione sui mercati azionari. L’apertura fortemente negativa di Wall Street, anticipata dall’intenso ribasso osservato in mattinata sui futures degli indici azionari statunitensi, ha peggiorato la situazione delle borse europee nelle ultime ore di negoziazione.
Hanno contribuito a generare un sentiment negativo e di avversione agli asset rischiosi anche altri due fattori:
- il costante incremento dei contagi da Covid-19 in India, che preoccupa gli investitori di tutto il mondo, spaventati da una possibile diffusione della variante indiana anche negli altri continenti. Questa situazione sta, dunque, frenando l’ottimismo derivante dalle graduali riaperture in corso in tutta Europa e, ancora di più, negli Stati Uniti;
- il crollo in corso nel mercato delle criptovalute. Il ribasso delle quotazioni delle valute digitali, cominciato circa un mese fa dopo la segnatura del nuovo massimo storico del Bitcoin (poco al di sotto dei 65.000 dollari), si è intensificato nelle ultime 24 ore. Oggi, infatti, il Bitcoin ha fatto un registrare un picco di ribasso, su base giornaliera, del 30%, quando ha toccato un minimo poco al di sopra dei 30.000 dollari. Secondo alcuni analisti, questa situazione sta generando nervosismo negli investitori, che preferiscono uscire dalle posizioni rialziste in asset rischiosi, come le azioni.
Sarà molto importante osservare cosa accadrà nelle prossime due sedute di questa settimana, per capire se questo storno avrà un seguito e rappresenta, dunque, l’inizio della correzione ribassista di cui si parla da qualche settimana (le cui fondamenta statistiche sono state descritte in questo articolo) o se, come accaduto dopo il ribasso di simile entità dello scorso 11 maggio, Piazza Affari sarà in grado di reagire, tornando a seguire l’impostazione rialzista che ha caratterizzato, finora, il 2021.
La chiusura dei mercati azionari europei: il peggiore è Francoforte
Di seguito, le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
- DAX (Francoforte): -1,77%
- FTSE MIB (Milano): -1,58% a quota 24.486,69 punti indice
- CAC 40 (Parigi): -1,43%
- IBEX 35 (Madrid): -1,23%
- FTSE 100 (Londra): -1,19%
- SMI (Zurigo): -0,87%
L’indice Euro Stoxx 50, composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, ha terminato la seduta con una performance di -1,71%, a quota 3.936,74 punti indice.
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Titoli migliori del Ftse Mib
I titoli più acquistati di giornata e quindi in controtendenza, tra quelli appartenenti al listino principale della Borsa di Milano, sono stati:
- Amplifon: +0,58%
- Banco Bpm: +0,55%
- A2a: +0,35%
- DiaSorin: +0,32%
- Recordati: +0,24%
Titoli peggiori del Ftse Mib
I titoli azionari più colpiti dalle vendite, invece, sono stati i seguenti:
- Cnh Industrial: -5,35%
- Buzzi Unicem: -3,55%
- Tenaris: -2,74%
- Finecobank: -2,71%
- Stellantis: -2,40%
- Eni: -2,28%
- Inwit: -2,26%
- Intesa San Paolo: -2,12%
- Enel: -1,99%
- Pirelli: -1,98%
Stati Uniti: segnali di ripresa a Wall Street, dopo un avvio difficile
Dopo una partenza in forte calo, con gli indici azionari che evidenziavano perdite di ammontare superiore al punto percentuale, nel corso delle ultime due ore si osserva un deciso rimbalzo delle quotazioni. Siamo ormai a ridosso della pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Fed, da cui gli investitori cercheranno di capire quali saranno le prossime mosse della banca centrale, che ha spesso ribadito negli ultimi mesi la propria volontà di mantenere in vigore, per lungo tempo, l’attuale politica monetaria accomodante, nonostante le recenti pressioni inflazionistiche che, secondo l’autorità bancaria, sono soltanto transitorie.
Al contrario, molti analisti ed operatori di Wall Street, ritengono che vi siano fattori (su tutti, il trend rialzista dei salari) in grado di consolidare gli attuali livelli di inflazione anche nei prossimi anni e che, di conseguenza, la Federal Reserve potrebbe essere costretta ad anticipare il rialzo dei tassi di interesse, rispetto ai programmi attuali: è proprio per questo motivo che nelle ultime settimane ci sono state delle vendite nel mercato azionario statunitense.
Questo l’andamento dei principali indici azionari statunitensi, alle 19:30 ora italiana:
- Dow Jones: -0,73%
- S&P 500:-0,59%
- Nasdaq: -0,48%
Bitcoin: i divieti della Cina fanno crollare le quotazioni
Come già anticipato, la seduta odierna è stata caratterizzata dal crollo del Bitcoin, il quale, dopo aver toccato un minimo poco superiore ai 30.000 dollari, intorno alle ore 15, è stato protagonista di un rimbalzo che sta riducendo la perdita giornaliera, attualmente, al 7,50%, rispetto al picco del 30% corrispondente al minimo appena indicato: infatti, il prezzo della criptovaluta più famosa risulta adesso pari a 39.550 dollari.
Questa forte ondata di vendite è stata determinata dalla notizia relativa al divieto, da parte della Cina, a carico degli istituti finanziari e delle società che forniscono servizi di pagamento digitale, di consentire agli utenti di effettuare transazioni in criptovaluta. Il governo cinese ha, inoltre, avvertito gli investitori circa gli elevati rischi derivanti dal trading speculativo in criptovalute.
Inoltre, negli ultimi giorni il Bitcoin è stato protagonista di numerose controversie, che avevano già determinato dei ribassi importanti. Dopo l’annuncio di Elon Musk, CEO di Tesla, della decisione di non accettare più Bitcoin come mezzo di pagamento, a causa dell’elevato impatto ambientale che la sua produzione e il suo utilizzo comportano, ieri ci sono state dichiarazioni di sfiducia nei confronti del mondo delle criptovalute, anche da parte della governatrice della BCE, Christine Lagarde.
Quest’ultima ha affermato che Bitcoin ed Ethereum non possono considerarsi criptovalute, ma dovrebbero essere definiti “criptoasset”. Questo perchè, secondo quanto detto da Lagarde, si tratta di strumenti “speculativi, volatili e, come hanno detto molti miei colleghi, quelli che investono in questi asset devono essere pronti a perdere tutto”. Lagarde ha sottolineato anche che “nelle ultime settimane i prezzi di molti di questi asset hanno subito un declino superiore al 20% e questo solo perché una persona (Elon Musk) ha rilasciato delle dichiarazioni durante il Saturday Night Show. Questo prova che non si tratta di valute, ma di asset molto speculativi”.
Ancora una volta, dunque, le autorità di governo e di vigilanza manifestano la propria insofferenza verso le criptovalute, ovvero asset decentralizzati, non soggetti ai tradizionali meccanismi di emissione e sorveglianza di un organo centrale. Questa situazione, ovviamente, spaventa gli investitori che, nelle ultime settimane, hanno preferito alleggerire i propri portafogli dalle posizioni in criptovalute.
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Altre notizie dai principali mercati finanziari: scendono i prezzi del petrolio
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, risale a quota 118 punti base (+3 rispetto a ieri): il rendimento del Btp è pari a +1,06%, mentre il rendimento del Bund è di -0,12%. In rialzo il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA), che risulta pari a +1,67%, rispetto all’1,64% registrato ieri.
Nel mercato valutario, in calo il cambio Euro/Dollaro USA: viene scambiato ad un tasso di 1,2187, corrispondente ad una variazione su base giornaliera di -0,27%.
Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, l’oro rimane stabile in area 1.870 dollari l’oncia, con una variazione su base giornaliera del +0,10%. In forte ribasso, invece, il prezzo del petrolio, sempre a causa della delicata situazione Covid-19 in India e nonostante i dati relativi alle scorte di petrolio greggio delle aziende statunitensi, i quali hanno evidenziato, nel pomeriggio, un aumento delle giacenze inferiore rispetto alle attese. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota attualmente 63,20 dollari al barile, in calo del 3,50% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 66,53 dollari al barile, in diminuzione del 3,17% rispetto al valore di chiusura della scorsa seduta.