La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata.
Prosegue il rialzo del Ftse Mib, che chiude in territorio positivo per la settima seduta consecutiva. La Borsa di Milano continua, dunque, a ritoccare i massimi dal 2008, nel contesto di una giornata caratterizzata da una tendenza rialzista per tutti i principali mercati azionari europei. Il sentiment positivo è stato alimentato, oggi, principalmente da due fattori:
Per quanto riguarda Piazza Affari, un fattore da non trascurare è il periodo positivo del settore bancario (dato il peso che questo ricopre nel paniere azionario del Ftse Mib), spinto al rialzo da trimestrali migliori delle attese e dalla sempre maggior apertura dei vari istituti ad operazioni di fusione ed acquisizione (M&A), come quella che coinvolge Unicredit e Montepaschi di Siena, per la quale il progetto è già in fase avanzata. Oggi l’indice settoriale Ftse Italia Banche evidenzia una performance di +1,93%.
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Di seguito, le performance evidenziate dai principali indici azionari europei, in chiusura di seduta:
L’Euro Stoxx 50 conclude la seduta con una performance di +0,44%, a quota 4.206,33 punti.
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In ribasso soltanto i seguenti titoli azionari, tra quelli inclusi nel listino principale della Borsa di Milano:
Il piano elaborato dal presidente Joe Biden, approvato ieri dal Senato (con 69 voti favorevoli e 30 contrari), prevede investimenti di importo pari, precisamente, a 973 miliardi di dollari, suddivisi in un periodo di cinque anni, con una possibile estensione a otto anni, che porterebbe la spesa complessiva fino a 1200 miliardi di dollari. Secondo la struttura presentata a fine giugno, poco meno di 400 miliardi sono destinati a investimenti base su trasporti e infrastrutture, mentre gli interventi straordinari comporteranno una spesa di 578 miliardi di dollari, di cui 312 miliardi per i trasporti e 266 miliardi per altre infrastrutture, tra cui reti energetiche (79 miliardi), banda larga (65 miliardi) e reti idriche (55 miliardi). L’ultimo ostacolo da superare, prima di dare il via all’attuazione del piano, sarà l’approvazione della Camera dei rappresentati.
Sul fronte dei dati macro, i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (IPC) hanno evidenziato un’inflazione stabile negli Stati Uniti, dopo i rialzi degli scorsi mesi che l’hanno portata sui massimi degli ultimi 30 anni. Su base mensile, a luglio, l’IPC è aumentato dello 0,5%, in linea con le attese e al di sotto della lettura relativa al mese di giugno (+0,9%). L’IPC core, ovvero l’indicatore al netto dei prezzi volatili di prodotti alimentari ed energetici, è salito dello 0,3%, a fronte di una stima degli analisti di +0,4% e di un dato precedente pari a +0,9%. Su base annuale, invece, l’IPC è salito del 5,4%, come nel mese di giugno, mentre l’IPC core è salito del 4,3%, come stimato dagli analisti, e al di sotto del +4,5% registrato a giugno.
Nonostante questi dati a supporto, gli indici di Wall Street non brillano ed evidenziano performance difformi, con il settore tecnologico particolarmente debole, probabilmente a causa dei livelli elevati raggiunti dalle quotazioni, che non stimolano gli investitori a procedere con nuovi acquisti. Queste le performance evidenziate, dai tre indici principali, alle 18:55 ora italiana:
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a quota 107 punti base, in aumento di 3 punti rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp sale a +0,57%; rimane stabile, invece, il rendimento del Bund a quota -0,50%. Sale ancora, seppur leggermente, il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA): attualmente è pari a +1,35%, in aumento di 1 punto base rispetto al valore di chiusura della scorsa seduta.
Ripartenza del Bitcoin che, dopo la pausa di ieri, torna a muoversi al rialzo, puntando ad un approdo prima in area 58.000 dollari e poi, eventualmente, al massimo storico in area 64.900 dollari. La criptovaluta più famosa quota attualmente 46.340 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +1,60%.
Nel mercato valutario, sale il cambio Euro/Dollaro USA, in conseguenza dei dati sull’inflazione, che hanno determinato un deprezzamento della valuta statunitense. Viene scambiato ad un tasso di 1,1748, con una performance su base giornaliera di +0,26%.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in rialzo il prezzo dell’oro, che quota 1.752 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +1,34% rispetto all’ultimo valore di chiusura. In aumento anche il prezzo del petrolio, nonostante il dato relativo alle scorte di petrolio greggio, detenute in magazzino dalle aziende statunitensi, sia risultato peggiore delle attese: nel corso dell’ultima settimana, le giacenze sono diminuite di 447.000 barili, a fronte di un calo stimato dagli analisti in 1.271.000 barili. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 69,08 dollari al barile, con una performance di +0,71% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 71,17 dollari al barile, con una variazione di +0,76% rispetto all’ultimo valore di chiusura.
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