La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
La Borsa di Milano chiude in ribasso per la seconda seduta consecutiva, risultando la peggiore di giornata tra le principali piazze europee. Particolarmente negativa la performance del settore bancario (Ftse Italia Banche: -1,03%), come sempre decisivo nel determinare le sorti del Ftse Mib data l’elevata quota di titoli bancari presenti nel listino principale di Piazza Affari, e quella del settore immobiliare (Ftse Italia Immobiliare: -1,63%). Dovrebbe trattarsi soltanto di prese di profitto degli investitori esposti al rialzo, dopo una salita senza pause cominciata a partire dai primi di ottobre, a seguito di un mese di andamento laterale dell’indice milanese tra agosto e settembre. Il trend, dunque, rimane decisamente rialzista e, secondo quando ci suggerisce la statistica, dovrebbe rimanere tale fino a fine anno, nonostante qualche fisiologica correzione ribassista.
Giornata caratterizzata dalle vendite, a Piazza Affari, soprattutto per Moncler, maglia nera tra le “blue chips”, dopo che un report della grande banca d’affari statunitense, Goldman Sachs, ha tagliato le stime di crescita per il settore del lusso, a livello globale, a causa del possibile rallentamento economico della Cina, che potrebbe impattare negativamente sul fatturato dei grandi brand del settore “luxury fashion”, di cui la multinazionale italiana fa parte.
Si mantiene, invece, nei pressi della parità il Dax di Francoforte, dopo la pubblicazione dell’indice ZEW relativo sentiment degli esperti sull’economia tedesca. Il dato è risultato pari a 31,7, in aumento rispetto al 22,3 rilevato ad ottobre, oltre che superiore alle stime degli analisti, che prevedevano un dato pari a 20,0. Come spiegato nel calendario economico della settimana (tramite il quale è possibile conoscere quali saranno i dati e gli eventi più attesi dei prossimi giorni), un valore superiore rispetto a quello rilevato nel mese precedente interrompe un trend ribassista del dato elaborato da ZEW, che durava dallo scorso mese di maggio. Ciò significa che le aspettative di economisti e investitori istituzionali tedeschi sul futuro dell’economia sono in miglioramento, dopo mesi di crescente pessimismo.
La chiusura dei mercati azionari europei: il peggiore è Milano
Di seguito, le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
- SMI (Zurigo): +0,11%
- IBEX 35 (Madrid): +0,05%
- DAX (Francoforte): -0,04%
- CAC 40 (Parigi): -0,06%
- FTSE 100 (Londra): -0,36%
- FTSE MIB (Milano): -0,97% a quota 27.441,27 punti indice
L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta con una performance di -0,18%, a quota 4.344,63 punti indice.
Titoli migliori del Ftse Mib
Tra i titoli appartenenti all’indice principale della Borsa di Milano, hanno concluso la seduta in rialzo soltanto i seguenti:
- Amplifon: +1,95%
- Saipem: +1,00%
- Campari: +0,87%
- Banca Generali: +0,70%
- Banca Mediolanum: +0,09%
- Generali: +0,05%
Titoli peggiori del Ftse Mib
I titoli più venduti di giornata, invece, sono stati:
- Moncler: -3,14%
- Ferrari: -2,12%
- Nexi: -1,99%
- Atlantia: -1,98%
- Banco Bpm: -1,97%
- Finecobank: -1,82%
- Enel: -1,40%
- Telecom Italia: -1,38%
- Prysmian: -1,32%
- A2a: -1,28%
Prese di profitto a Wall Street, attesa per i dati di domani sull’inflazione Usa
Dopo numerose sedute nelle quali gli indici statunitensi hanno sempre aggiornato i massimi storici, dando vita ad un salita “molto ripida”, i compratori sembrano prendersi una pausa di riflessione, viste le quotazioni molto elevate raggiunte dal comparto azionario, e cominciano ad incassare i profitti, generando una correzione ribassista, seppur non di rilevante entità (18:45 ora italiana).
Questo l’andamento evidenziato dai principali indici azionari di Wall Street:
- S&P 500: -0,49%
- Dow Jones: -0,52%
- Nasdaq 100: -0,75%
Per quanto riguarda i dati macro, la giornata più attesa della settimana è proprio quella di domani, in quanto è in programma il rilascio dei dati sull’indice dei prezzi al consumo del mese di ottobre, da cui si otterranno informazioni preziose per valutare le più recenti evoluzioni dell’inflazione. Le dinamiche relative al livello generale dei prezzi saranno uno dei principali market movers dei prossimi mesi, insieme con l’evolversi della pandemia e la complicata situazione del settore immobiliare cinese. Infatti, proprio dall’inflazione, oltre che dagli sviluppi del mercato del lavoro, dipenderanno le decisioni della Federal Reserve in materia di tassi di interesse. Una volta chiarite e assorbite dai mercati le tempistiche del tapering, che avrà inizio già dalla fine di questo mese, il focus degli investitori si concentrerà sui piani della Fed al riguardo del momento in cui effettuare il primo rialzo dei tassi post-pandemia, attualmente previsto per la seconda metà del 2022, ma suscettibile di modifiche in base all’andamento dell’economia statunitense.
Notizie dagli altri mercati: nuovo record del Bitcoin, petrolio ancora in aumento
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, rimane stabile a 113 punti base. Il rendimento del Btp è pari a+0,8o%, mentre il rendimento del Bund tedesco è di -0,33%. In netto calo, invece, il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,43%, in ribasso di sette punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
In leggero ribasso il prezzo del Bitcoin, reduce da un rialzo del 6,73% nella seduta precedente, in un contesto caratterizzato da euforia per tutte le principali criptovalute. Attualmente il mercato staziona nei pressi del massimo storico aggiornato, nuovamente, nelle prime ore del mattino (in area 68.550 dollari). Il Bitcoin quota 67.050 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -0,75%.
Nel mercato valutario, poco mosso il cambio Euro/Dollaro Usa, che quota 1,1590 dollari, corrispondenti ad una performance di +0,03% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, sale leggermente il prezzo dell’oro, che quota 1.828 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,20% rispetto alla chiusura della seduta precedente. Ancora in rialzo il prezzo del petrolio, che ha ormai totalmente riassorbito la correzione avvenuta durante la scorsa settimana, precisamente tra martedì 2 e giovedì 4. Giornate nelle quali si è riscontrato del nervosismo nel mercato dell’oro nero, a causa del meeting OPEC+, durante il quale sono state deluse le aspettative dei Paesi importatori di petrolio, secondo i quali era necessario un’incremento della produzione maggiore dei 400.000 barili giornalieri approvati dall’organizzazione dei principali esportatori. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 83,97 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +1,90% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 84,40 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +1,15% rispetto all’ultimo valore di chiusura.