Le dichiarazioni del CEO di Moderna generano nuovamente avversione al rischio. Il calo di Wall Street, dopo circa un’ora dall’apertura, trascina al ribasso anche l’azionario europeo, che tentava un rimbalzo dopo la partenza in gap down di questa mattina.
In un contesto caratterizzato da una nuova ondata di vendite nei mercati azionari, la Borsa di Milano chiude la seduta in ribasso di quasi un punto percentuale, vanificando il rimbalzo avvenuto nella seduta precedente. Ieri, infatti, i principali indici azionari avevano evidenziato una ripresa, rispetto al sell-off partito lo scorso venerdì, dando l’illusione di una ritrovata serenità degli investitori, dopo il panico scatenato dalla diffusione della variante Omicron del Covid-19.
Però, dopo le rassicurazioni circa la lieve entità dei sintomi sviluppati in Sudafrica dai contagiati, le parole pronunciate oggi dal CEO di Moderna, durante un’intervista al Financial Times, hanno nuovamente acceso le preoccupazioni legate alla quarta ondata della pandemia. Il CEO dell’azienda farmaceutica statunitense, Stephane Bancel, ha dichiarato che i vaccini attualmente in circolazione potrebbero avere meno efficacia nel contrastare la variante Omicron, aggiungendo che potrebbero essere necessari ancora diversi mesi prima di poter distribuire i nuovi vaccini capaci di combattere la nuova variante. Inoltre, Regeneron Pharmaceuticals Inc., azienda produttrice di un medicinale per la cura del Covid-19 a base di anticorpi, ha affermato che anche questo prodotto ed altri farmaci simili potrebbero avere un’efficacia limitata nella cura della malattia causata dalla variante sudafricana.
Ha pesato sui listini europei anche la lettura preliminare di inflazione dell’Eurozona, relativa al mese di novembre. L’indice dei prezzi al consumo (IPC) ha evidenziato un +4,9%, su base annuale, rispetto al +4,5% stimato degli analisti. Dato in netto rialzo in confronto al +4,1% di ottobre. Compie un balzo notevole anche l’IPC core (non considera il prezzo di beni energetici ed alimentari), che sale al +2,6% dal 2,0% del mese precedente.
Se questo trend rialzista dell’inflazione dovesse continuare anche nei prossimi mesi, non è da escludere che la Banca Centrale Europea possa presto decidere di accelerare i tempi del tapering, allineando la propria politica monetaria a quella della Federal Reserve.
Di seguito, le performance evidenziate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta con una performance di -1,13%, a quota 4.063,06 punti.
In questo contesto dominato dai timori per le conseguenze della nuova ondata pandemica, si riscontrano vendite generalizzate: male soprattutto il settore automobilistico e quello petrolifero, con il greggio nuovamente in pesante ribasso. Brillano soltanto i titoli farmaceutici, come Diasorin e Recordati, e pochi altri.
I maggiori rialzi di giornata, tra i titoli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati registrati da:
I titoli più venduti di giornata, invece, sono stati i seguenti:
L’azionario statunitense, nella prima ora successiva all’apertura, sembrava in grado recuperare le perdite evidenziate dai futures questa mattina, quando le parole di Stephane Bancel hanno determinato un rapido calo delle quotazioni, fino a 85 punti sull’indice di riferimento S&P 500. Dopo le 16, però, le parole pronunciate da Jerome Powell hanno determinato una nuova discesa degli indici azionari, che oscillano attualmente sui minimi di seduta, oltre che dell’ultimo mese.
Questo l’andamento evidenziato dai principali indici di Wall Street, alle 19:20 ora italiana:
Il governatore della Federal Reserve, in un intervento dinanzi alla Commissione bancaria del Senato, per la prima volta ha manifestato con chiarezza il diverso atteggiamento della banca centrale nei confronti dell’inflazione, non più ritenuta transitoria, come gli esponenti della Fed avevano affermato per tutto il 2021, ma ormai con delle basi strutturali. Powell ha, inoltre, dichiarato che “il recente aumento dei casi di contagio e la variante Omicron rappresentano dei rischi al ribasso per l’occupazione e per l’attività economica”, oltre ad aumentare l’incertezza per quanto riguarda i futuri sviluppi dell’inflazione.
Indicazioni negative anche dai dati macroeconomici rilasciati in giornata. Dal rapporto sulla fiducia dei consumatori, infatti, è emerso un deterioramento del sentiment verso l’economia Usa. La lettura relativa al mese di novembre ha evidenziato un dato pari a 109,5, in calo rispetto al 111,6 di ottobre, oltre che inferiore al 111,0 stimato dagli analisti.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, rimane stabile a 129 punti base, invariato rispetto alla chiusura della seduta precedente. Il rendimento del Btp scende a +0,91%; giù anche il rendimento del Bund, che si attesta a -0,38%. Calo ancora più marcato per il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,44%, in ribasso di 9 punti base rispetto all’ultimo valore di chiusura.
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