La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
Sentiment negativo nelle borse europee, che chiudono la seduta in netto ribasso, ad eccezione di Madrid e Londra, i cui indici borsistici evidenziano una performance nei pressi della parità. Maglia nera di giornata alla Borsa di Milano, con il Ftse Mib in discesa dopo la partenza negativa di Wall Street, alle 15:30. Si intensificano le preoccupazioni legate alla quarta ondata di Covid-19, che sta mettendo in difficoltà gran parte dell’Europa. Dopo il lockdown annunciato in Austria, anche la Germania dovrebbe presto annunciare nuove misure restrittive per contenere la diffusione del virus, che rischia di determinare, con il ritmo attuale dei contagi, un’emergenza sanitaria difficile da contrastare. Situazione complicata anche in Olanda, dove alcuni pazienti bisognosi di terapia intensiva sono stati trasferiti in Germania per alleviare la pressione sulle terapie intensive olandesi, che faticano ad accogliere nuovi contagiati.
In un contesto del genere, dove si rendono necessarie nuove restrizioni in tanti Paesi europei, sembra scontato che si vada incontro ad un rallentamento della crescita economica. Scenario che non favorisce la propensione al rischio degli investitori, i quali, in effetti, cominciano ad alleggerire i propri portafogli di investimento vendendo asset rischiosi, come le azioni, considerando anche che, ad oggi, le banche centrali sembrano orientate a portare avanti i piani di rientro dagli stimoli monetari e di graduale restringimento della politica monetaria.
A Piazza Affari, ancora elevata volatilità sul titolo Telecom Italia, dopo il rialzo di oltre il 30% registrato ieri, in conseguenza dell’offerta pubblica di acquisto che il fondo statunitense Kkr intende lanciare per l’acquisizione di una quota minima del 51% delle azioni ordinarie e delle azioni di risparmio (per maggiori dettagli, è possibile consultare l’articolo relativo alla chiusura della scorsa seduta). Oggi Telecom ha chiuso a quota 0,43 euro per azione (in calo di quasi il 5%), mantenendosi, dunque, al di sotto del prezzo di 0,505 euro per azione che il fondo intende offrire. Ciò significa che gli investitori non sono ancora molto fiduciosi sul buon esito di questa operazione, nonostante le dichiarazioni ottimistiche derivanti da esponenti del Governo.
Di seguito, le performance evidenziate dai principali indici europei, in chiusura di seduta:
L’Euro Stoxx 50, affidabile indicatore del sentiment prevalente nelle borse europee, chiude la seduta in ribasso dell’1,26%, a quota 4.283,82 punti indice.
I titoli più acquistati, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati i seguenti:
I maggiori ribassi, invece, sono stati registrati dai seguenti titoli:
Prosegue l’impostazione ribassista di Wall Street, dopo l’intensa ondata di vendite osservata ieri, nell’ultima ora di negoziazione. Sell-off che ha colpito soprattutto i titoli del settore tecnologico (Nasdaq 100: -1,16% in chiusura di seduta), in quanto il mercato ritiene sempre più probabile che il primo rialzo dei tassi venga effettuato dalla Federal Reserve già nella prima metà del 2022, con un secondo incremento entro la fine dell’anno, in considerazione degli elevati livelli di inflazione raggiunti. Il tasso di inflazione, ad ottobre, ha raggiunto valori che non si vedevano dal lontano 1990. Anche negli Stati Uniti, inoltre, spaventano l’aumento dei casi di Covid-19 e le nuove restrizioni imposte da alcuni Stati europei.
Quest0 l’andamento evidenziato dai principali indici di Wall Street, alle 18:50 ora italiana:
Sul fronte dei dati macro, gli indici PMI rilasciati oggi risultano ben superiori al livello spartiacque di 50 ed in crescita, rispetto al mese precedente, sia negli Stati Uniti che in Europa. L’unica eccezione è rappresentata dall’indice PMI dei servizi statunitense, risultato pari a 57,0, rispetto al 58,7 di ottobre. L’espansione economica evidenziata da questi indici appare, però, destinata ad affievolirsi presto, a causa di alcuni fattori avversi come la carenza di materie prime, l’aumento dei costi e la nuova ondata pandemica.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a 126 punti base, in aumento di cinque punti rispetto alla chiusura della precedente seduta. Il rendimento del Btp sale a+0,99%; in aumento anche il rendimento del Bund, che si attesta a -0,27%. Stessa dinamica per il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,65%, in rialzo di tre punti rispetto all’ultimo valore di chiusura.
Risale, seppur moderatamente, il prezzo del Bitcoin che, dopo aver effettuato, con la chiusura di ieri, il breakdown del supporto in area 58.000 dollari, non ha dato seguito al ribasso e sembra voler tornare nei pressi di tale livello. Il Bitcoin quota attualmente 57.350 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +1,90%.
Nel mercato valutario, tentativo di rimbalzo del cambio Euro/Dollaro Usa, pari attualmente a 1,1255, in rialzo dello 0,18% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, nuovamente in calo il prezzo dell’oro, che quota 1.786,50 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -1,00% rispetto alla chiusura della seduta precedente. In deciso rialzo, invece il prezzo del petrolio, nonostante i circa 50 milioni di barili che saranno immessi sul mercato, attingendo alle riserve strategiche, da un’azione combinata effettuata da Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Gran Bretagna. Il prezzo si è mosso al rialzo, apparentemente in contrasto con la notizia appena riportata, perché il rilascio delle riserve non viene ritenuto sufficiente per compensare l’eccesso di domanda, presente ormai da tempo nel mercato dell’oro nero. Secondo gli analisti è necessario un intervento dell’OPEC, finalizzato ad incrementare ulteriormente la produzione, rispetto agli attuali 400.000 barili di aumento giornaliero, per riportare in equilibrio domanda e offerta e frenare la corsa delle quotazioni. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 79,70 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +3,00% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 82,40 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +3,40% rispetto all’ultimo valore di chiusura.
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