La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
La Borsa di Milano chiude appena al di sopra della parità una seduta poco mossa per le principali piazze europee, dove gli investitori appaiono più prudenti rispetto alla scorsa settimana, caratterizzata dal ritorno degli acquisti nei mercati azionari dopo circa un mese di indecisione. Prudenza legata soprattutto ai dati pubblicati ieri in Cina, che hanno evidenziato una crescita economica deludente rispetto alle aspettative, nel terzo trimestre 2021, ed una contrazione anche del ritmo di crescita della produzione industriale nel mese di settembre. Negli Stati Uniti, nello stesso mese, la produzione industriale ha accusato addirittura un calo superiore al punto percentuale.
Questo ha alimentato i timori legati ad un possibile rallentamento economico nei prossimi trimestri, già diffusi tra gli investitori, preoccupati da uno scenario macroeconomico nel quale l’elevata inflazione appare un fattore col quale confrontarsi ancora per tanto tempo, piuttosto che soltanto transitorio come dichiaravano i governatori delle banche centrali fino a poco tempo fa, a causa della forte carenza di materie prime che sta provocando un forte incremento dei prezzi in tutti i settori della vita economica.
Ad iniettare, invece, fiducia nei mercati azionari, controbilanciando le fonti di incertezza appena descritte, sono i risultati trimestrali delle grandi società statunitensi, sempre superiori alle attese, infatti Wall Street continua nella sua corsa al rialzo e, in queste prime due sedute della settimana, sta dimostrando una forza relativa notevole rispetto ai mercati europei, i quali, grazie al rally della scorsa ottava, si mantengono comunque poco al di sotto dei massimi dell’anno. Il Ftse Mib, ad esempio, dista meno di 400 punti dal massimo, segnato lo scorso 13 agosto, a ridosso dei 26.700 dollari. Positiva, a Piazza Affari, la performance del settore dei servizi (cosiddette “utilities”), con l’indice Ftse Italia Utenze in rialzo dell’1,92%. Male, invece, le banche, che frenano il listino principale della Borsa di Milano (Ftse Italia Banche: -0,97%).
Di seguito, le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta in rialzo dello 0,37%, a quota 4.166,83 punti indice.
Gli indici azionari statunitensi, dopo la correzione osservata tra i primi di settembre e i primi di ottobre, continuano la corsa verso i massimi storici, cominciata dalla scorsa settimana, quando i risultati conseguiti nel terzo trimestre dalle grandi banche e l’estensione, seppur fino a dicembre, del limite imposto dalla legge al debito pubblico ha rasserenato gli investitori, divenuti più propensi al rischio e, dunque, all’acquisto di asset come le azioni.
L’S&P 500 ha, prima, recuperato e poi superato la soglia psicologica dei 4.500 punti (+0,70% su base giornaliera). Stesso discorso per il Nasdaq 100, tornato in area 15.400 (+0,65%). Molto vicino al record storico anche il Dow Jones, in rialzo di circa lo 0,50% rispetto alla chiusura della scorsa seduta. La sensazione è che, nel giro di poche sedute, i principali indici di Wall Street saranno in grado di aggiornare il massimo storico, anche in virtù di quanto ci suggerisce la statistica sul comportamento dei mercati azionari nei vari mesi dell’anno: è molto frequente, infatti, in annate rialziste come questo 2021, osservare un rally di fine anno (detto anche “rally di Natale”) che porta gli indici ad aggiornare i massimi nell’ultimo trimestre e a chiudere l’anno poco distanti dagli stessi.
Per quanto riguarda i dati macroeconomici, ha deluso le aspettative il dato relativo ai permessi di costruzione rilasciati nel mese di settembre, che sono risultati pari a 1.589.000 unità, a fronte di una stima degli analisti di 1.680.000 e di una lettura di 1.721.000 nel mese di agosto. In contrazione, dunque, oltre al settore industriale, anche quello immobiliare. Per conoscere i dati macro e gli eventi più attesi dei prossimi giorni, è possibile consultare il calendario economico.
A partire da stasera, sono attese le prime trimestrali dei colossi tech statunitensi, che dovrebbero essere positive, seppur con tassi crescita in calo rispetto ai livelli da record raggiunti nei precedenti trimestri. Prima dell’apertura di Wall Street, invece, sono stati pubblicati i conti trimestrali di Johnson & Johnson: l’utile per azione (EPS, Earnings per Share) è stato pari a 2,6 dollari, al di sopra delle stime degli analisti, che prevedevano un utile di 2,36 dollari per azione.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, rimane a 105 punti base, invariato rispetto alla chiusura dell’ultima seduta: il rendimento del Btp sale a +0,93%; in rialzo anche il rendimento del Bund che si attesta a -0,12%. Stessa dinamica per il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,62%, in aumento di 3 punti base rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
Il Bitcoin prosegue la propria corsa verso il massimo storico, toccato lo scorso 14 aprile, in area 64.900 dollari. Come anticipato nei giorni scorsi, il breakout della resistenza collocata in area 58.000 dollari ha intensificato il rally della criptovaluta più famosa che, nel giro di venti giorni, ha guadagnato più del 50%. Il Bitcoin quota 63.280 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +2,00%.
Nel mercato valutario, continua la risalita del cambio Euro/Dollaro Usa, determinata dai segnali di restringimento della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea in anticipo rispetto alle previsioni, mentre il tapering della Fed era già stato scontato dalle quotazioni, con il ribasso cominciato a partire dallo scorso mese di maggio. Il cambio principale del Forex quota 1,1642 dollari, corrispondenti ad una performance di +0,28% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, sale il prezzo dell’oro, che quota 1.770,50 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,32% rispetto all’ultimo valore di chiusura. In deciso rialzo, ancora una volta, il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 83,20 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +1,30% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 85,17 dollari al barile, con una variazione di 1,00% rispetto al prezzo di chiusura di ieri.
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