La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
Seduta poco mossa per la Borsa di Milano, con il Ftse Mib che chiude la giornata poco al di sotto della parità, dopo aver nuovamente aggiornato il massimo dell’anno nelle prime fasi successive all’apertura. Dando uno sguardo alle performance giornaliere dei principali indici europei è possibile notare un andamento contrastante delle borse europee: sinonimo di incertezza, ovvero di un contesto nel quale gli investitori preferiscono non esporsi con decisione in una direzione ben precisa.
Da un lato, le quotazioni azionarie molto elevate, a maggior ragione in uno scenario macroeconomico caratterizzato da un‘inflazione in continua crescita con previsioni di ulteriore rialzo, almeno fino alla prima metà del 2022, rendono poco appetibile l’apertura di nuove posizioni in acquisto. Da tenere d’occhio, inoltre, tra i fattori di incertezza, la nuova salita dei casi di Covid-19 a livello globale. D’altro canto, invece, il trend annuale fortemente rialzista sconsiglia agli operatori di liquidare una parte importante delle posizioni rialziste in essere, vista anche la stagionalità del periodo, ovvero l’elevata probabilità di una continuazione del trend, nell’ultimo trimestre di una annata rialzista come questo 2021, fino a fine anno. E’, molto probabilmente, proprio per quest’ultima ragione che gli indici si mantengono comunque a ridosso dei massimi annuali, nonostante le nubi che incombono sullo sfondo dei mercati.
I dati macro rilasciati oggi hanno confermato che il Prodotto Interno Lordo dell’Eurozona è salito del 3,7% nel terzo trimestre, su base annua, e del 2,2% rispetto al trimestre precedente, in linea con quanto emerso dal rilascio preliminare del dato.
La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Francoforte
Ecco le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
- DAX (Francoforte): +0,61%
- CAC 40 (Parigi): +0,34%
- SMI (Zurigo): +0,32%
- FTSE MIB (Milano): -0,23% a quota 27.804,93 punti indice
- FTSE 100 (Londra): -0,34%
- IBEX 35 (Madrid): -0,61%
L’Euro Stoxx 50, affidabile indicatore del clima prevalente nelle borse europee, chiude la seduta in rialzo dello 0,35%, a quota 4.401,49 punti.
Titoli migliori del Ftse Mib
I maggiori rialzi di giornata, tra i titoli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati registrati da:
- Interpump Group: +3,26%
- Diasorin: +1,46%
- Cnh Industrial: +1,38%
- Telecom Italia: +1,29%
- Campari: +1,04%
- Moncler: +0,91%
- Pirelli: +0,86%
- Stellantis: +0,78%
- Buzzi Unicem: +0,78%
- Ferrari: +0,66%
Titoli peggiori del Ftse Mib
I maggiori ribassi, invece, sono stati registrati dai seguenti titoli azionari:
- Generali: -2,47%
- Amplifon: -1,74%
- Terna-Rete Elettrica Nazionale: -1,65%
- Banca Generali: -1,46%
- Bper Banca: -1,30%
- Unicredit: -1,24%
- Snam: -1,23%
- Banco Bpm: -1,18%
- Saipem: -1,17%
- Mediobanca: -1,11%
L’inflazione non spaventa Wall Street, che torna in prossimità dei massimi storici
Al contrario degli indici europei, che non hanno evidenziato un andamento uniforme, gli indici di Wall Street, in questa prima parte della sessione americana, sono ben impostati al rialzo e molto vicini ai massimi storici toccati due settimane fa.
Di seguito, l’andamento dei principali indici Usa alle 18:50 ora italiana:
- Nasdaq 100: +0,70%
- Dow Jones: +0,60%
- S&P 500: +0,57%
L’azionario statunitense, dunque, dopo la modesta correzione ribassista della scorsa settimana, torna a dare segnali di forza, nonostante la salita dell’inflazione diventi sempre più minacciosa. Pressioni inflazionistiche che, se dovessero proseguire con questo ritmo, potrebbero costringere la Federal Reserve ad intensificare il tapering, riducendo gli acquisti di bond di un ammontare superiore rispetto agli iniziali 15 miliardi di dollari, che hanno portato gli acquisti mensili da 120 miliardi a 105 miliardi di dollari. Non è da escludere, inoltre, che la Fed possa decidere di anticipare il primo rialzo dei tassi post-pandemia alla prima metà del 2022, rispetto alle previsioni di aumento dei tassi di interesse soltanto nella seconda metà del prossimo anno.
Dati macro positivi quelli rilasciati oggi sull’economia statunitense. Le vendite al dettaglio, nel mese di ottobre, sono aumentate dell’1,7% rispetto al mese precedente. Gli analisti stimavano una crescita dell’1,2% e a settembre era stato un registrato un +0,8%. La produzione industriale è salita dell’1,6% ad ottobre, a fronte del +0,7% stimato dagli analisti e del -1,3% registrato a settembre.
Notizie dagli altri mercati: crollo del Bitcoin, Euro ancora debole contro il Dollaro
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende a 119 punti base, in calo di due punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta. Il rendimento del Btp scende a+0,91%; stabile, invece il rendimento del Bund, che si attesta a -0,28%. In leggero rialzo il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,63%, in aumento di un punto rispetto all’ultimo valore di chiusura.
In forte calo il prezzo del Bitcoin, che ha raggiunto in giornata un picco di ribasso di quasi il 10%, prima di rimbalzare e dimezzare le perdite. Queste vendite, che hanno riguardato tutto il settore cripto, dovrebbero essere legate soprattutto a prese di profitto degli investitori, che incassano i profitti maturati, dopo un rally che ha portato la valuta digitale a raddoppiare il proprio valore tra luglio e novembre. Per scongiurare ulteriori affondi ribassisti, è molto importante la tenuta dell’importante supporto in area 58.000 dollari. La criptovaluta più famosa quota attualmente 60.590 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -4,75%.
Nel mercato valutario, prosegue il ribasso del cambio Euro/Dollaro Usa, che quota 1,1334 dollari, in calo dello 0,29% rispetto all’ultimo valore di chiusura. Il cambio principale del Forex, ai minimi da luglio 2020, risente delle difformità nell’orientamento di politica monetaria tra Bce e Fed, confermate dalle parole pronunciate ieri da Christine Lagarde nel discorso tenuto all’Europarlamento. L’aumento dell’inflazione molto più accentuato negli Usa che in Europa determinerà, molto probabilmente, un incremento dei tassi di interesse più rapido negli Stati Uniti, di conseguenza la valuta statunitense sta guadagnando appetibilità rispetto all’euro, agli occhi degli operatori del Forex.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in calo il prezzo dell’oro, che quota 1.854 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -0,48% rispetto alla chiusura della seduta precedente. In moderato rialzo il prezzo del petrolio, che rimbalza dopo qualche seduta di ribasso, causato soprattutto del taglio delle stime della domanda mondiale di greggio, da parte dell’OPEC, ma anche dei rumors secondo cui gli Stati Uniti potrebbero decidere di mettere sul mercato parte delle proprie riserve, per frenare la salita delle quotazioni, che restano in prossimità dei massimi degli ultimi sette anni. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 81,10 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,17% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 82,60 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,67% rispetto all’ultimo valore di chiusura.