La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata, con focus sull’inflazione statunitense.
La Borsa di Milano chiude la seduta odierna in leggero rialzo, ma al di sotto dei massimi registrati prima dell’apertura di Wall Street. I dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (IPC) statunitense, rilasciati alle 14:30 ora italiana hanno evidenziato una crescita dell’inflazione inferiore alle attese. Questo ha determinato, in un primo momento, un impulso rialzista delle borse europee e dei futures sugli indici statunitensi; successivamente, dopo l’apertura di Wall Street alle 15:30, gli indici azionari Usa hanno riassorbito il precedente movimento al rialzo, tornando al di sotto della parità e spingendo al ribasso anche le principali piazze europee. Il Ftse Mib ha, infatti, dimezzato i guadagni nelle ultime due ore della sessione europea: pochi istanti prima dell’inizio della sessione americana registrava un rialzo di circa lo 0,80%.
Di seguito, le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
L’indice Euro Stoxx 50, ottimo indicatore del sentiment prevalente nelle borse europee, conclude la seduta a quota 4.191,67 punti, ovvero in rialzo dello 0,05%.
Tra i titoli inclusi nel listino principale di Piazza Affari (denominati “blue chips”), i più acquistati di giornata sono stati i seguenti:
I titoli azionari più venduti, invece, sono stati:
In linea con quanto osservato durante la scorsa settimana, i mercati azionari statunitensi evidenziano, in questa prima parte di seduta, un andamento prevalentemente laterale-ribassista. La volatilità rimane piuttosto bassa, ad eccezione dei primi 20-30 minuti successivi all’apertura, in cui solitamente si osservano movimenti repentini delle quotazioni. Il sentiment positivo che ha permesso a Wall Street di aprire gli scambi in guadagno, principalmente in virtù della lettura di inflazione inferiore alle attese, non è stato confermato anche nel proseguo della seduta, infatti attualmente gli indici azionari Usa oscillano in territorio negativo.
Wall Street vive, dunque, una fase di incertezza, nella quale si osserva un moderato ritracciamento dai massimi storici ma, piuttosto che una vera e propria correzione, le ultime sedute possono essere descritte come una fase di attesa da parte degli investitori, alla ricerca del momento opportuno per prendere posizione sul mercato o per liquidare le proprie posizioni in essere. Di solito, infatti, una intensa liquidazione di posizioni rialziste è caratterizzata da una volatilità ben più elevata rispetto a quella che si rileva attualmente. Da un lato, vi è un certo ottimismo generato da un atteggiamento tutto sommato ancora accomodante da parte della Federal Reserve; d’altra parte, invece, le preoccupazioni legate alla diffusione della variante Delta del Covid-19 fanno in modo che gli investitori rimangano prudenti, in attesa di capire quali potranno essere le conseguenze sulla ripresa economica, piuttosto che continuare ad acquistare e spingere i mercati verso l’ennesimo aggiornamento dei massimi storici.
Questo l’andamento registrato dai principali indici statunitensi, su base giornaliera, alle 19:00 ora italiana:
I dati rilasciati nel pomeriggio hanno evidenziato una crescita dell’inflazione Usa più bassa rispetto alle attese, per quanto riguarda il mese di agosto. L’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è risultato in aumento dello 0,3%, su base mensile, a fronte di una stima pari a +0,4%. Lettura in ribasso anche in confronto al dato emerso nel mese di luglio, pari a +0,5%. L’IPC core, ovvero il dato che non considera i prezzi (molto volatili) dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,1%, contro attese per un +0,3%. Su base annuale, l’IPC è salito del 5,3%, appena al di sotto del +5,4% dei due mesi precedenti, corrispondente al rialzo maggiore dall’agosto 2008. L’IPC core, rispetto ad agosto 2020, è salito del 4%, dopo il +4,3% del mese precedente: gli analisti stimavano un dato di +4,2%. L’assenza di nuove impennate dell’inflazione dovrebbe rafforzare l’idea della Fed di procedere con il tapering del programma di acquisto titoli, a partire probabilmente dall’autunno, ormai alle porte, ma mantenendo un ritmo di riduzione degli stimoli molto prudente. Aspetto, quest’ultimo, che rassicura gli investitori e che potrebbe alimentare un clima di fiducia nei mercati azionari durante l’ultimo trimestre dell’anno, variante Delta permettendo.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende a 99 punti base, in calo di 3 punti rispetto alla chiusura di ieri: il rendimento del Btp risulta pari a +0,65%, mentre il rendimento del Bund si attesta a -0,34%. In ribasso il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), che risulta pari a +1,28%, in calo di 4 punti base rispetto alla chiusura di venerdì.
In ripresa il prezzo del Bitcoin, che cerca di reagire dopo il crollo osservato nella giornata di martedì 7 settembre (-11%), che ha invalidato lo scenario rialzista in fase di sviluppo dopo la rottura del livello dei 50.000 dollari, avvenuta in chiusura della seduta del 5 settembre. Attualmente, il Bitcoin quota 46.520 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +3,44%. Il recupero della discesa generata dalla candela ribassista del 7 settembre, con ritorno del prezzo in area 52.700 dollari, sarebbe un evidente segnale di forza della criptovaluta più famosa. Al contrario, il breakdown del supporto in area 40.800 dollari potrebbe aprire nuovi scenari ribassisti.
Nel mercato valutario, in moderato rialzo il cambio Euro/Dollaro Usa, che quota attualmente 1,1822 dollari, corrispondenti ad una performance di +0,12% su base giornaliera.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in rialzo il prezzo dell’oro, che quota attualmente 1.804,50 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,60% rispetto all’ultimo valore di chiusura. Scende, invece, il prezzo del petrolio, nonostante una prima parte di seduta vissuta in rialzo. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 70,28 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -0,65% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 73,32 dollari al barile, con una variazione di -0,26% rispetto all’ultimo valore di chiusura.
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